
I miliziani: «Benjamin Netanyahu ha deciso di uccidere gli ostaggi». Quattro soldati dell’Idf fatti fuori da un ordigno a Rafah e altri due da un attentato al valico di Allenby.Due soldati israeliani sono stati uccisi ieri in una sparatoria al valico di Allenby, il principale punto di frontiera con la Giordania. L’attacco è stato compiuto da un civile giordano incaricato di trasportare aiuti umanitari verso Gaza a bordo di un camion. L’uomo, che secondo fonti di sicurezza lavorava per l’esercito giordano con il compito di garantire i convogli diretti alla Striscia, è stato neutralizzato dalle forze israeliane. Un funzionario ha rivelato che, in base a un accordo bilaterale, i camion provenienti dalla Giordania non sono sottoposti a ispezione. Dopo l’attacco di ieri, il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha chiesto di bloccare temporaneamente gli aiuti umanitari dalla Giordania finché non saranno concluse le indagini e rafforzati i controlli di sicurezza sugli autisti, riferisce l’Idf.In serata il portavoce dell’Idf ha reso noto che quattro soldati, tutti sui 20 anni, sono stati uccisi nell’esplosione di un ordigno improvvisato a Rafah, nel Sud di Gaza. Nel frattempo, le Forze di difesa israeliane (Idf), affiancate dai servizi interni Isa, proseguono l’operazione «Gideon’s Chariots II» dentro e fuori Gaza City. L’esercito ha annunciato l’eliminazione di diversi miliziani e la distruzione di postazioni di osservazione e tunnel sotterranei. Secondo il portavoce dell’Idf, generale Effie Defrin, oltre 450.000 palestinesi hanno già evacuato Gaza City verso sud. Prima dell’offensiva si stimava che nella città risiedesse circa un milione di persone. L’avanzata israeliana ha provocato la dura reazione da parte di Hamas. «L’inizio dell’operazione criminale nella città di Gaza e la sua espansione significano che il nemico non otterrà alcun ostaggio vivo o morto», ha minacciato il comando delle Brigate al-Qassam, il braccio armato dell’organizzazione. In una nota, i miliziani hanno affermato che gli ostaggi «sono distribuiti all’interno dei quartieri della città di Gaza e non saremo premurosi per la loro vita, fintantoché Netanyahu ha deciso di ucciderli». La dichiarazione si chiude con un avvertimento: «Il nemico sta entrando in una guerra di logoramento che gli costerà ulteriori numeri di morti e prigionieri». Anche sul fronte libanese la guerra si intensifica. Un raid con droni israeliani ha colpito la città di Baalbek, uccidendo Hussein Sharif, militante di Hezbollah accusato di traffico d’armi e coordinamento di cellule terroristiche in Siria. Sul fronte interno da registrare che il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich è di nuovo nella bufera dato che, parlando della ricostruzione della Striscia, in termini di business ha affermato: «La Striscia di Gaza è un eldorado immobiliare», aggiungendo che «la ricostruzione potrà trasformarsi in un investimento redditizio» e che «già si discute con gli americani». Ieri il premier israeliano ha confermato per la prima volta che l’uccisione mirata del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuta in Iran nel luglio 2024, è stata un’operazione di Israele. Parlando alla cerimonia di consegna del premio del primo ministro agli agenti del Mossad, Netanyahu ha sottolineato che «non è stata un’operazione semplice», così come non lo è stata quella che a settembre 2024 portò all’eliminazione del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in Libano. Sul piano internazionale, Donald Trump ha ribadito che non intende imporre a Netanyahu uno stop alle operazioni militari finché «gli ostaggi non saranno liberati». In conferenza stampa congiunta con il premier britannico Keir Starmer, a Chequers, Trump ha parlato di Hamas come di «un’organizzazione brutale» che usa gli ostaggi come scudi umani, ricordando «i bambini di quattro anni fatti a pezzi» il 7 ottobre. Il presidente americano ha però ammesso un «disaccordo» con Starmer sul riconoscimento dello Stato palestinese, mentre il premier britannico ha definito «intollerabile» la situazione umanitaria nella Striscia. Da registrare la presa di posizione dell’Italia contro lo Stato ebraico: «Le scelte del governo Netanyahu hanno da tempo oltrepassato il limite della reazione proporzionata, violando i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario. Ne ho parlato anche questa mattina con il premier Meloni», ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in Senato. Poi Tajani ha aggiunto: «A proposito delle sanzioni, che verranno proposte dalla Commissione europea agli Stati membri in Consiglio, noi continuiamo a sostenere con convinzione ogni nuova misura contro Hamas. E siamo favorevoli ad adottare nuove ulteriori sanzioni nei confronti dei coloni violenti e di quei ministri che hanno assunto posizioni inaccettabili tanto su Gaza quanto sulla Cisgiordania».Infine, il dibattito sull’uso della parola «genocidio» scuote anche il Vaticano. Papa Leone XIV, in un’intervista al portale Crux, ha riconosciuto che il termine «viene utilizzato sempre di più», pur precisando che la Santa Sede non intende al momento pronunciarsi ufficialmente. «Nonostante la pressione degli Stati Uniti e alcune dichiarazioni del presidente Trump, non c’è stata una risposta chiara per alleviare le sofferenze della popolazione», ha osservato il Pontefice.
2025-09-19
Dimmi La Verità | Stefano Cavedagna (Fdi): «La richiesta di revoca della immunità per Ilaria Salis»
Ecco #DimmiLaVerità del 19 settembre 2025. L'eurodeputato di Fdi Stefano Cavedagna commenta gli ultimi avvenimenti di politica europea e la richiesta di revoca della immunità per Ilaria Salis.
Leone XIV (Ansa)
Nel libro-intervista uscito ieri in Perù, Leone sbarra le porte all’ideologia gender e chiede di sostenere di più le coppie «tradizionali». Zero aperture anche sul diaconato femminile. E torna la prudenza geopolitica: il Vaticano non si pronuncia sul «genocidio» a Gaza.
Beppe Sala (Ansa)
L’immobiliarista Mirko Paletti nei guai per il cantiere di via Fontana a Milano: due torri fatte passare per ristrutturazione. Finanziò Mr. Expo ma il suo nome venne «oscurato».