2025-08-06
Trump sente Zelensky. Al centro le sanzioni per premere su Putin
Donald Trump e Volodymyr Zelensky (Ansa)
Oggi l’inviato speciale Witkoff è atteso al Cremlino per tentare la via dell’accordo. Fonti russe dicono che lo zar non si piegherà.A distanza di due giorni dalla scadenza dell’ultimatum americano contro la Russia, l’inviato statunitense della Casa Bianca, Steve Witkoff, è atteso oggi a Mosca per tentare di trovare un accordo in extremis.Eppure, alcune fonti vicine al Cremlino hanno comunicato a Reuters che il presidente russo, Vladimir Putin, non ha alcuna intenzione di cedere al diktat statunitense visto che è convinto di riuscire a conquistare completamente quattro regioni in Ucraina. Di pace, dunque, si potrà parlare solo dopo. A ciò si aggiunge la sicurezza dello zar russo che le sanzioni americane non saranno in grado di incidere significativamente sull’economia di Mosca.Pare quindi che l’indiscrezione secondo cui il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sia al lavoro per disinnescare le tensioni tra Putin e l’omologo americano, Donald Trump, non stia sortendo l’effetto sperato. Il tycoon, peraltro, ha sottolineato al canale Cnbc che «se l’energia scenderà di altri 10 dollari al barile», lo zar russo sarà costretto a mettere fine alla guerra, dato che «non avrà scelta perché la sua economia è in crisi». E di sanzioni contro Mosca il tycoon ne ha parlato ieri anche con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. A renderlo noto è stato lo stesso leader di Kiev, dichiarando di aver avuto «una conversazione produttiva con il presidente Trump», ha spiegato: «Naturalmente, abbiamo parlato delle sanzioni contro la Russia. La loro economia continua a crollare, ed è proprio per questo che a Mosca guardano con apprensione a questa prospettiva e alla determinazione del presidente Trump. Questo può cambiare molte cose». Sul tavolo del colloquio telefonico tra i due anche «il progetto di accordo sui droni», che è «già stato preparato dalla parte ucraina», quindi è pronto per essere «discusso» e «concluso». Ma ad avvalorare le affermazioni del tycoon sulle sanzioni è anche Bloomberg. Secondo la testata americana, «le entrate petrolifere della Russia nel bilancio statale sono diminuite di un terzo» rispetto allo scorso anno. Dunque «aumenterà la pressione sulle finanze statali». Nel frattempo, dopo che Mosca ha annunciato di ritenersi svincolata dalla moratoria sui missili a corto-medio raggio, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha puntualizzato: «La Russia non ha più alcuna restrizione in materia. La Russia non si considera limitata da nulla. Di conseguenza, la Russia si ritiene autorizzata, se necessario, ad adottare misure appropriate, a compiere passi appropriati». Senza sorprese, pure il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha detto la sua, affermando che la decisione sia «il risultato della politica antirussa dei Paesi della Nato». E ha lanciato un avvertimento: «Questa è una nuova realtà con cui tutti i nostri oppositori dovranno fare i conti. Aspettatevi ulteriori passi avanti».Il monito russo non frena comunque l’appoggio occidentale in tema di armi a Kiev. L’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato, Matthew Whitaker, ha infatti dichiarato che ci saranno «una serie di annunci nelle prossime settimane». Intanto la Norvegia, la Svezia e la Danimarca hanno reso noto che finanzieranno un pacchetto di aiuti militari per un valore di 420 milioni di euro, sempre nella cornice della Usa-Nato Prioritised Ukraine requirement list. Per Zelensky, l’iniziativa «servirà da forte esempio per gli altri Paesi della Nato, affinché rafforzino i legami di sicurezza tra America ed Europa e garantiscano la protezione dagli attacchi russi». E dopo la decisione dei Paesi Bassi di acquistare le armi americane per poi trasferirle a Kiev, è arrivato il commento di Mosca. L’ambasciata russa all’Aia ha comunicato che si tratta di «un’ulteriore misura per prolungare il conflitto in Ucraina».Sempre in tema di equipaggiamenti militari, ma sul fronte opposto, pare che Nuova Delhi, a detta di Kiev, abbia fornito delle componenti alla Russia che poi sarebbero state utilizzate nei droni per attaccare l’Ucraina. L’India, peraltro, resta al centro delle tensioni tra Mosca e Washington, dopo la minaccia di Trump di imporre sanzioni secondarie sui Paesi che commerciano con la Russia. A difendere Nuova Delhi è stato Peskov, sostenendo che «le dichiarazioni» del tycoon siano «illegittime», ha sottolineato: «Riteniamo che i Paesi sovrani debbano avere e abbiano il diritto di scegliere autonomamente i propri partner commerciali». Inoltre, il ministero degli Esteri indiano ha accusato di doppiogiochismo sia gli Stati Uniti che l’Ue: «È rivelatore che proprio le nazioni che criticano l’India siano esse stesse coinvolte in scambi commerciali con la Russia».Spostandoci sul campo di battaglia, Mosca ha attaccato le regioni Kharkiv, Odessa, Sumy e Zaporizhzhia, con un missile balistico e 46 droni. Il bilancio è di almeno cinque morti. Ha poi rivendicato di aver conquistato il villaggio di Sichneve, nella regione di Dnipropetrovsk. Dall’altra parte, Kiev ha colpito un impianto di carburante dell’aeroporto di Sochi.
Luigi Mangione, assassino di Brian Robert Thompson, diventa santo per le vie di Bologna (Ansa)
(Totaleu)
Lo ha dichiarato il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste a margine della riunione del Consiglio Agricoltura e pesca di Bruxelles.