
Per le strade della città felsinea ritratto con l’aureola Luigi Mangione, l’assassino del dirigente di un’assicurazione sanitaria statunitense. Il Comune plaude (e paga).Un uomo a processo per un omicidio a sangue freddo, vestito da santo con tanto di aureola sui manifesti appesi per le strade della città e il minuto di silenzio per la morte di Charlie Kirk negato in consiglio comunale. Se non bastavano le pipette distribuite gratis per fumarsi il crack «in sicurezza» ad indicare la direzione che la giunta del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, vuole far prendere alla città, ecco arrivare il via libera alla celebrazione (in forma artistica, per carità) e la mancata condanna di chi per ideologia impugna un’arma e uccide. Il manifesto è quello che raffigura Luigi Mangione, 26 anni, un estremista secondo l’accusa «politicamente motivato», che il 4 dicembre 2024 ha ucciso Brian Robert Thompson, amministratore delegato di UnitedHealth Group a Midtown Manhattan, New York, con una pistola creata da una stampante in 3D. Thompson era l’amministratore delegato della società statunitense di assicurazioni sanitarie UnitedHealth Group e l’omicidio sarebbe stato motivato da una sorta di vendetta contro le ingiustizie del sistema capitalistico americano che danneggiano i più deboli. Infatti, non a caso, sotto al poster che lo raffigura vestito da frate, con il sorriso da beato, lo sguardo innocente e l’aureola dorata sulla testa, campeggia la scritta «protettore dei malati abbandonati». L’idea è del collettivo Cheap, una associazione di vecchia data, che «promuove la street art come strumento di rigenerazione urbana e indagine del territorio», utilizzando spazi pubblici di affissione e che, con tempismo perfetto, ha lanciato - proprio in questi giorni - una nuova campagna dal titolo «Trust Utopia», affiggendo in una delle vie più frequentate della città, le opere di diversi artisti tra cui quella che raffigura Mangione santo. All’assessore alla Cultura del Comune di Bologna, Daniele del Pozzo, nonostante la coincidenza dei tempi e il dibattito sulla necessità di fermare il clima d’odio che comincia a fare morti, non si è dispiaciuta affatto. Infatti, nonostante la macabra coincidenza con l’assassinio di Kirk avvenuto sul palco della Utah Valley University pochi giorni prima, l’assessore, sollecitato dai consiglieri di Fdi e Lega che hanno chiesto lumi sulla scelta «vergognosa e disgustosa» di «rappresentare un assassino nelle vesti di un santo usando lo spazio per affissioni pubbliche», venerdì scorso dichiarava: «La complessità dell’arte consiste nell’utilizzare la sorpresa e la sfida per stimolare la riflessione e contribuire ad un dibattito pubblico. Sta in chi osserva proiettarci sopra intenzioni di odio», precisando anche che il Comune di Bologna «sostiene Cheap con 10.000 euro l’anno per garantire libertà di espressione usando i muri come luoghi di dibattito pubblico».Il dibattito, invece, è mancato quando si è trattato di rispondere alla richiesta di celebrare con un minuto di silenzio la morte di Kirk, portata in consiglio da Matteo di Benedetto, capogruppo Lega a Bologna. Il tema non è nemmeno arrivato in aula: al consigliere che lo aveva chiesto formalmente è stato opposto un rifiuto d’ufficio, senza alcuna possibilità di ribattere. «Il rifiuto del Comune di Bologna è un atto vergognoso e gravissimo. Persino la Regione Emilia-Romagna ha dimostrato rispetto e sensibilità, ma a Palazzo d’Accursio si è preferito voltare le spalle alla pietà e al senso di civiltà che dovrebbe unire tutti di fronte alla morte. Ancora più inaccettabili le parole pronunciate in aula da un consigliere, da cui si è sentito parlare di “karma”, un’espressione che non solo offende la memoria del defunto, ma che rischia di legittimare di fatto la violenza e l’odio contro chiunque abbia idee diverse dalle proprie. È questo il modello di democrazia e convivenza che la sinistra bolognese vuole dare? Quando ci si rifiuta di riconoscere il valore universale del rispetto umano, vuol dire che l’ideologia ha prevalso sulla dignità. Noi non staremo in silenzio davanti a questo scempio. Difenderemo sempre il diritto di tutti a esprimere le proprie idee senza subire violenza, insulti o discriminazioni. Chiediamo alla sinistra di chiedere scusa, perché Bologna merita di meglio. Chi oggi gioisce o minimizza di fronte alla morte di un uomo, domani non potrà pretendere credibilità quando parlerà di diritti, libertà e uguaglianza», hanno dichiarato Di Benedetto e l’onorevole Luca Toccalini, responsabile federale Lega Giovani.E le pipette per fumare il crack, distribuite dal Comune ai tossicodipendenti, per evitargli il rischio di trasmettersi tra loro malattie passandosi la stessa bottiglia adattata per l’uso? «La sperimentazione va avanti», ha affermato orgoglioso il sindaco Matteo Lepore, in risposta allo sconcerto di tanti cittadini allibiti davanti ad una decisione che ha suscitato forti polemiche. Il Comune le aveva acquistate con i soldi dei contribuenti per la «riduzione del danno» da trasmissione di malattie e di infezioni. Invece, in una intervista rilasciata dal dottor Antonio Boschini, responsabile della struttura sanitaria della comunità di San Patrignano è emerso che «non c’è letteratura che dimostri la trasmissibilità di malattia mediante le pipe» e che anzi «è più difficile smettere in contesti in cui è facile procurarselo».
Il direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli Roberto Alesse
L’Agenzia delle dogane e dei monopoli, sotto la guida del direttore Roberto Alesse, completa gli interpelli e definisce il nuovo assetto dirigenziale di prima fascia per i prossimi tre anni, con nuove strutture sul territorio e conferme nei ruoli strategici.
Si sono concluse le procedure di interpello di tutte le Direzioni territoriali e di alcune Direzioni centrali dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Sotto la guida del direttore, Roberto Alesse, a seguito dell’imminente entrata in vigore della storica riforma organizzativa dell’Agenzia, che ha fuso le competenze giuridiche e informatiche di tutti gli Uffici, è stato delineato, in modo stabile, il nuovo assetto dirigenziale di prima fascia per i prossimi 3 anni.
Di grande rilievo istituzionale è la nomina del Generale di Divisione della Guardia di Finanza, Rosario Massino, che sarà, a partire dal 1° novembre 2025, il nuovo Direttore dell’Ufficio Internal Audit della Direzione Generale. Confermati nei ruoli strategici di prima fascia, a partire dalla medesima data, il dott. Leonardo Di Stefano e l’ing. Stefano Saracchi a capo, rispettivamente, dell’Ufficio Affari giuridici e normativi e della Direzione Organizzazione e Trasformazione digitale. La Direzione del Personale sarà affidata, a partire dal 1° gennaio 2026, al dott. Salvatore Roberto Miccichè.
Sul Territorio, la responsabilità delle nuove Strutture di vertice sarà affidata, dal 1° novembre 2025, alla dott.ssa Teresa Rosaria De Luca (Direzione territoriale Emilia-Romagna e Marche), al dott. Maurizio Montemagno (Direzione territoriale Lazio e Abruzzo), al dott. Andrea Maria Zucchini (Direzione territoriale Liguria), alla dott.ssa Maria Preiti (Direzione territoriale Piemonte e Valle D’Aosta), al dott. Domenico Frisario (Direzione territoriale Puglia, Molise e Basilicata), al dott. Davide Bellosi (Direzione territoriale Toscana e Umbria), al dott. Franco Letrari (Direzione territoriale Veneto e Friuli Venezia-Giulia), al dott. Marco Cutaia (Direzione territoriale Lombardia), alla dott.ssa Maria Alessandra Santillo (Direzione territoriale Campania), al dott. Antonio Di Noto (Direzione territoriale Calabria), al dott. Davide Miggiano (Direzione territoriale Sicilia), al dott. Gianluigi D’Urso (Direzione territoriale Sardegna), al dott. Stefano Girardello (Direzione territoriale Trentino Alto-Adige).
«Esprimo le mie più sincere congratulazioni ai Direttori di vertice chiamati a gestire le nuove strutture dell’Amministrazione in un momento storico assai intenso per le riforme in atto - commenta Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia - e un sentito ringraziamento va alla Commissione di valutazione per il conferimento degli incarichi dirigenziali, per l’eccezionale impegno e la professionalità dimostrati nella conclusione della procedura di interpello».
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L’ex procuratore: «Non sapevo di Buscemi. Pentito di averlo pagato in nero». Le dichiarazioni di Scarpinato, Grasso e Ingroia avvalorano la tesi dei pm per cui la distruzione delle bobine era un’idea del giudice del Papa.
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Otto anni a Ciro, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. Sei anni e sei mesi per Francesco Corsiglia. L’accusa ne aveva chiesti nove per tutti e quattro. Nessuno era in aula, assente anche la vittima. Le difese annunciano il ricorso: «Troppe contraddizioni».
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Le Filippine affrontano giorni drammatici: Manila paralizzata da manifestazioni contro la corruzione in progetti infrastrutturali fantasma, mentre il tifone Ragasa minaccia Luzon con venti a 270 chilometri orari, frane e inondazioni, costringendo evacuazioni e chiusure diffuse.