
Rifiuti in mezzo alla strada, cinghiali a passeggio, gabbiani che banchettano sui cassonetti: la città è alla deriva. Ma da quando il sindaco è del Pd, a parte poche voci critiche, i grandi giornali non ne parlano più.Monnezza non olet. Se il sindaco è del Pd. Sembrano tornati i tempi di Vespasiano quando l’imperatore, rimproverato dal figlio Tito per la tassa sull’urina (serviva allora per conciare le pelli, oggi forse si potrebbe usare per i il blu diesel!), così rispose. E dunque vai con la tassa dei rifiuti addosso ai romani. Il sindaco Roberto Gualtieri si fa vanto di non averla aumentata per l’anno in corso, ma dimentica che a Roma la Tari è tra le più alte d’Italia e il servizio il peggiore. Ogni cittadino della Capitale paga in media 273 euro all’anno (210 a Milano, 195 a Palermo) ma ha una raccolta differenziata che sta al di sotto del 50%. L’Europa che piace tanto al Pd dice che dovrebbe essere entro il 2025 al 65%. In linea con i fasti imperiali vengono però offerti anche i circenses: le corse dei cinghiali fin sotto l’altare della patria. C’è chi dice no, finalmente. Gaia Tortora ha chiesto l’intervento delle forze armate: «Io imploro l’esercito ormai», aveva twittato, «questa città è ingovernabile. Puzza. È sporca. Pericolosa». Alessandro Gassmann - simpatie accesissime per il Pd - si sfoga: «Roma è ormai una metropoli di cui vergognarsi. Fa schifo. È una discarica». Elena Santarelli si trasforma da showgirl in reporter e su Instagram ogni giorno pubblica «storie dai cassonetti». Ma sono voci isolate, quando sindaca era Virginia Raggi era un coro incessante alimentato dai giornaloni. Eppure la situazione è più grave. La città è popolata di scarafaggi, sta sorgendo un’emergenza di salute pubblica. Due cinghiali catturati nel parco dell’Insugherata sono risultati affetti da peste suina, si teme un contagio ad ampio spettro e la Coldiretti è preoccupatissima. La Asl ha certificato una presenza di cinghiali quattro volte superiore al tollerabile. Ad attirarli sono i rifiuti abbandonati: secondo stime attendibili sarebbero più di 30.000. La Procura della Repubblica ha aperto l’ennesima inchiesta (le altre sono finite tutte senza esito), ma visto che gli invasori irsuti ormai passeggiano vicino a Termini si fanno safari urbani clandestini. L’ultima battuta - finita con una denuncia - è stata organizzata da tre cacciatori tra le case di via Marmorale. L’esasperazione è al culmine, ma chissà perché resta confinata nelle pagine della cronaca locale. È una strana storia quella dei rifiuti a Roma che come tutte le storie strane non ha un inizio e forse non avrà mai una fine. Una cosa è certa: stamani la Capitale si sveglierà con l’immondizia ovunque. Succede a ogni ponte. Invece del cambiamento climatico su Roma grava lo stop all’autoarticolato che genera l’alluvione dei rifiuti. Lo spiegano all’Ama - 7.000 dipendenti, un tasso di assenteismo del 16,88 % - che dicono: quando i Tir non possono circolare per il blocco dei week end si accumulano i rifiuti perché non si riesce a portarli fuori. Succede così che i camion che hanno raccolto (ammesso che lo facciano) l’immondizia restano fermi in attesa di scaricare e le strade tracimano di rifiuti. Perché a Roma mancano le casse di espansione (cioè gli impianti di riciclaggio, le discariche), mancano pure i cassonetti, e se i Tir che trasportano l’immondizia capitolina ai quattro angoli della terra non viaggiano monta la marea dell’immondizia. Per ora resta in sospeso il raddoppio dei treni che ogni venerdì partono da Civitavecchia colmi di rifiuti direzione Olanda. Così stamani Roma si sveglierà con i soliti cumuli d’immondizia a Monti dove la differenziata è stata un fallimento, al Pigneto - quartiere trendy e di sinistra - dove si dice che le strade sono troppo strette per i mezzi dell’Ama, a Montesacro, a Spinaceto, in zona Marconi, ma anche in pieno centro. La nuova odissea nel pattume ha un prologo divertente, quasi uno sberleffo petroliniano. Roberto Gualtieri, il sindaco che aveva promesso come il Nerone di Petrolini che «Roma risorgerà più bella e più potente che pria» con il «bravo» gridato dal Pd e il suo immediato «grazie», si deve essere accorto che in fatto di gestione dei servizi conta poco. Ogni santo 2 giugno nell’aiuola centrale di piazza Venezia davanti all’altare della Patria si forma la bandiera tricolore con i fiori bianchi, quelli rossi e il verde prato. Ebbene quest’anno c’era solo il verde e al posto dei candidi gigli e delle rosse peonie c’era solo la buca del terriccio. Gualtieri s’è infuriato, ma nessuno ha accusato ricevuta. Tanto il decoro urbano a Roma è roba da cinghiali. Gualtieri però deve - come i gabbiani che banchettano sui cassonetti che strabordano lungo via dei Fori imperiali (da lì passava Cesare Augusto per i trionfi) - volare basso perché a qualcuno potrebbe tornare in mente che durante la campagna elettorale contro Virginia Raggi (pentastellata sindachessa) ripeteva: «Cinghiali e rifiuti sono un’emergenza intollerabile. C'è stata una inazione totale da parte dell’amministrazione. La Raggi è andata anche in Procura non so se per denunciare la Regione o i cinghiali stessi. Manda le raccomandate, ma non si fa così». Il Pd, visto che la sindaca pentastellata chiamava continuamente in causa la regione guidata da Nicola Zingaretti sul mancato piano rifiuti, gridava: «Attenzione perché continuare a trasportarli da Roma a tutto il resto d’Italia e d’Europa ha un costo finanziario per i cittadini e un drammatico impatto ambientale». Di lì a poco Flaminia Tosini, la responsabile della gestione dei rifiuti per la regione Lazio ben protetta da Zingaretti, e il re delle discariche Valter Lozza furono arrestati (il processo è in corso) ma non se lo ricorda nessuno. Però a Zingaretti quando si doveva costruire il campo largo la monnezza della Raggi andava bene. Salvo riprendere lo scontro sul termovalorizzatore che, giura Roberto Gualtieri, si farà. Sicuro? Giuseppe Conte - capo dei pentastellati - al Pd ha detto: passate da quel fuoco e non ne uscirete indenni. Elly Schlein - la segretaria del Pd incerta se è meglio tacere o non parlare - che il termovalorizzatore proprio non lo vorrebbe si è lanciata in una supercazzola diventata memorabile. Ha detto: «Ereditiamo una decisione già presa, m’impegnerò ad accompagnare l’amministrazione su di una strategia che punti ai principi dell’economia circolare». Ma Gualtieri insiste: entro il luglio 2024 partiranno i cantieri e nel 2026 Roma brucerà. Speriamo non torni Nerone. Il termovalorizzatore se si farà smaltirà 600.000 tonnellate, Roma ne produce quasi tre volte tanto (circa 600 chili all’anno per abitante) e dunque non basta. Bisognerebbe rifare tutto: a partire dall’Ama, passata agli annali sindacali per il famoso accordo di produttività che premiava con 360 euro chi accettava di raccogliere i rifiuti, dove arrestano 4 dipendenti che fregavano il gasolio, che va avanti a forza di proroghe dell’affidamento a terzi della raccolta dei rifiuti che strabordano dai cassonetti. Eppure è come se da quando il sindaco a Roma è del Pd si siano offuscati i Raggi e sui rifiuti sia calato il buio del conformismo. Di notte, si sa, tutti i topi e tutti i cinghiali sono grigi.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.