2024-07-23
Il Piano abusivi di Gualtieri: compra le case occupate anziché farle sgomberare
Entro il 2026 previsto l’acquisto di 2.000 nuovi alloggi, tra cui anche edifici abitati in modo irregolare. Dopo Torino e Bologna, i dem si confermano contro la proprietà.Si chiama «Piano casa» ma in sostanza è la sanatoria delle occupazioni storiche della Capitale. Il sindaco Roberto Gualtieri, che a novembre ha pubblicato un avviso rivolto al libero mercato per l’acquisto di nuovi alloggi da adibire a case popolari, è pronto a firmare l’atto di acquisto. Si tratta di due palazzine occupate a Roma, offerte dalle proprietà, una società ed un privato, per diventare case popolari. È la campagna acquisti di Gualtieri che per completare il Piano casa, approvato dalla giunta, entro il 2026 dovrebbe comprare 2.000 immobili, ma che per ora ha portato a compimento l’acquisizione soltanto di 199 unità immobiliari, 120 appartamenti, 18 cantine e 61 garage, blocco ceduto dall’Inps, l’unico ente pubblico che ha risposto al bando del Comune di due anni fa e presentato un’offerta economica. In bilancio erano stanziati 220 milioni. Obiettivo, incrementare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica e fronteggiare l’emergenza abitativa visto che a Roma ci sono oltre 14.000 famiglie in attesa, alcune da più di 20 anni, di una casa popolare. Nella serie degli edifici occupati per i quali, entro il 2026, potrebbero aprirsi dei progetti di recupero ci sono anche i centri sociali Maam e Spin Time (occupato a scopo abitativo dal movimento Action, ovvero 150 famiglie, e dove l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski riattaccò la corrente elettrica staccata per morosità) che saranno acquistati e quindi destinati «a uso abitativo». Intanto, come rivelato dal Tempo, il Campidoglio compra i due immobili occupati, in via Bibulo e via Volonté, di proprietà rispettivamente della società Loanka srl e di un privato cittadino (prima ancora era della cooperativa Urania 2000) nonostante due anni fa l’allora prefetto Matteo Piantedosi, oggi ministro dell’Interno, li avesse inseriti nella lista degli immobili da sgomberare con urgenza. Operazione impopolare che il sindaco dem nel tempo non ha voluto affrontare preferendo sanare l’abusivismo con l’acquisto degli appartamenti, lasciando tranquilli gli occupanti alla faccia di chi in graduatoria aspetta civilmente l’assegnazione. Non solo, molte famiglie abusive sono straniere, e hanno beneficiato della direttiva voluta da Gualtieri secondo la quale chi occupa uno stabile o un appartamento ha diritto ad essere tutelato, quindi acquisisce automaticamente la residenza. Ma la ciambella di salvataggio per gli abusivi è contenuta nello stesso bando di gara che è diviso in due elenchi: A e B, quest’ultimo finalizzato a raccogliere offerte proprio per «unità immobiliari occupate, contenute nel Piano degli sgomberi». Il Comune attingerà all’elenco B soltanto «laddove per situazioni impreviste e imprevedibili si ritenesse legittimo e necessario, per problemi legati all’emergenza abitativa non diversamente superabili». Ma a Roma, se si esclude la ex fabbrica Fiorucci di via Prenestina, occupata dal 2009 da 200 persone, per cui il Campidoglio ha già avviato l’iter di acquisizione, la palazzina di via Bibulo è la prima della lista degli sgomberi e l’eventuale acquisto da parte di Roma Capitale metterebbe in salvo decine di nuclei familiari abusivi. Stesso discorso per l’immobile di via Volonté, zona Casale Nei, occupato dal 2007, costruito nell’ambito del piano di zona, con un finanziamento pubblico erogato dalla Regione Lazio. Gualtieri non è il solo ad avere ideone sul patrimonio immobiliare. Il Comune di Torino per reperire risorse vuole vendere le case occupate il cui valore economico si stima sommariamente ad oltre 13 milioni di euro o, se la vendita non andrà in porto, destinarle ad uso sociale assegnandole a chi accetta la legalità. L’occupazione abusiva di un immobile, avvenuta lo scorso ottobre è stata «legalizzata» dal Comune di Bologna tramite una convenzione con Acer per un progetto di «autorecupero», una soluzione che consente all’ente di risparmiare risorse pubbliche che sarebbero altrimenti state spese per trovare agli occupanti alloggi alternativi anche in albergo. E a difendere gli abusivi ci sono i Movimenti per la casa che hanno sempre pressato la giunta Gualtieri affinché tutelasse gli occupanti. Da ricordare la trattativa lo scorso anno, in una scandalosa chat, proprio tra il leader degli occupanti, Luca Fagiano e l’assessore alla Casa di Roma Capitale, Tobia Zevi, che gli aveva mostrato in anteprima le linee del Piano casa della Capitale e si era sentito rispondere: «Il piano così com’è è lontano anni luce da quello che ci aspettavamo. Deve essere modificato altrimenti la relazione con la giunta si incrina». Poi il presidente della commissione Patrimonio, Yuri Trombetti, suggerisce di inserire nel piano proprio via Bibulo ma «anche tanti altri palazzi. Tante proprietà pubbliche e degli enti» rilancia Fagiano. A condividere l’appello contro lo sgombero di via Volontè invece è Paolo Di Vetta, attivista dei Blocchi precari metropolitani. Poi a maggio 2023 in Assemblea capitolina viene approvato il Piano casa definitivo, con le due palazzine, insieme a tanti altri immobili occupati, inserite tra le «situazioni di emergenza abitativa» e «ai fini della valutazione per progetti di recupero».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)