2021-06-25
L’avvertimento di Grillo a Conte «Sono un garante, non un cogl...»
La coabitazione tra il fondatore e Giuseppi parte subito in salita: ieri il comico ha incontrato i parlamentari e ha mandato a dire all'ex premier che «deve studiare e capire il Movimento. Casalino? Si relazioni con me».M5s, non si cambia. Chi a marzo s'era illuso che l'ingaggio di Giuseppe Conte avrebbe trasformato il Movimento in qualcosa di più «normale», ieri ha dovuto ricredersi. C'è sempre un solo uomo al comando ed è Beppe Grillo, che ieri pomeriggio alla Camera ha aggiornato i suoi deputati sulle trattative con l'ex premier, con il quale aveva fatto pace in mattinata al telefono. Talmente una gran pace che Grillo non s'è portato dietro l'ex avvocato del popolo e gli ha riservato una serie di battutacce che promettono una coabitazione non facile. «Sono un garante, non un coglione», esordisce l'ex comico, blazer blu a coprire una camicia scura a fiori di gusto mediorientale. E comunque «Conte deve studiare e imparare cos'è il Movimento», al quale per altro non risulta ancora iscritto. Poi lo tocca nella persona che gli è più cara, dopo la fidanzata Olimpia Paladino, ovvero lo spin doctor ingegner Rocco Casalino: «È bravissimo sulle tv, ma si deve rapportare anche con il garante, che sono io». E se l'avvocato pugliese devoto a Padre Pio non ci stesse? Non c'è problema, Grillo strizza l'occhio a Luigi Di Maio, presente in sala. «Sei uno dei ministri degli Esteri migliori della storia», gli dice il fondatore, chiamando l'applauso dei deputati. Un Grillo tornato ad avere la testa sul Movimento, dopo l'incredibile video-piazzata sul figlio Ciro, accusato di concorso in violenza sessuale, calato nella capitale per cercare di rassicurare le sue truppe, che nei giorni scorsi avevano assistite al braccio di ferro tra il Fondatore e il Traghettatore. In mattinata, i due avevano fatto sapere di essersi parlati a lungo al telefono e di essersi chiariti, dopo giorni di sospetti su reciproche estromissioni. Il tema centrale della telefonata è stato ancora il nuovo statuto del Movimento, ma anche il famoso tetto ai due mandati degli eletti, che Conte vorrebbe togliere per paura di perdersi chissà quanti deputati da qui alla fine della legislatura. Quanto alle voci degli ultimi giorni sulla presunta minaccia di Conte di sbattere la porta ancor prima di entrare e di farsi una lista autonoma, nonché su un ruolo di Grillo da mero soprammobile, par di capire che siano state archiviate con una risata tra i due. Ma sono poi costate a Rocco Casalino la tirata d'orecchie dell'ex comico di Sant'Ilario di fronte ai gruppi parlamentari riuniti: «Casalino è bravissimo sulle tv, ma si deve rapportare anche con il garante, non solo con il capo politico. Per questo ho chiesto che Casalino si interfacci anche con me e non solo con Conte, visto che è una vita che faccio comunicazione e un po' ne capisco». Chissà che cosa ne penserà l'ex premier, di questa cogestione della comunicazione con il garante, che però già dalla vigilia aveva fatto sapere ad alcuni parlamentari di M5s di non volere alcuna rottura con Grillo e di essere vittima di «ricostruzioni giornalistiche fantasiose». Di sicuro, ieri pomeriggio Grillo non ci è andato leggero e ha fatto chiaramente capire che chi comanda è lui e chi vuole essere utile al Movimento è ben gradito, ma nessuno può pensare, in sostanza, di dettare legge a casa degli altri. Anche se gli è stato chiesto, come in effetti è successo tre mesi fa, di scrivere un nuovo statuto e venne presentato da Grillo stesso come un mezzo salvatore della Patria. «Conte deve studiare e imparare cos'è il Movimento», ha spiegato invece ieri il Super Garante, rivelando che la bozza messa a punto dall'avvocato di Volturara Appula «è molto diversa dal nostro statuto ed è di trentadue pagine». Grillo ha aggiunto che i due staff si stanno scambiando le osservazioni reciproche e che i lavori quindi sono in corso, ma poi ha fatto capire che non intende farsi ingabbiare da codicilli levantini: «Sono un garante, non un coglione». Parole dure, che poi ha ammorbidito nel secondo giro di dichiarazioni, facendo capire che comunque con Conte è tutto a posto perché «è un'ottima persona». All'inizio della riunione, lo aveva sfottuto rimarcando che «Conte è un avvocato, io solo un ragioniere […] ma il visionario sono io». Grillo ha promesso che entro l'inizio della prossima settimana il benedetto statuto sarà mostrato ai deputati, passaggio necessario anche per l'elezione di Conte a capo politico del Movimento. Dopo aver esibito il nuovo logo del Movimento, che non conterrà la scritta contiana «Con te» ma soltanto la dicitura «2050», Grillo è venuto al tema più spinoso, quello dei due mandati che per i grillini è un connotato identitario. Se l'è cavata un po' così: «Io sono per i due mandati, farei anche una legge, ma lo metteremo al voto degli iscritti». Poi ha tirato, applauditissimo, una sciabolata al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, voluto da lui nel governo di Mario Draghi: «Cingolani se continua così è un bagno di sangue…». A far incavolare Grillo sarebbero state alcune sortite da lui ritenute come «nemiche dell'ambiente». Tutta la tirata del garante è stata comunque all'insegna dell'orgoglio, della difesa della storia del Movimento e, come aggiunge un senatore della prima ora, «è come se Beppe avesse voluto garantire a tutti che l'algido Conte, che ha una storia diversa e prima era un simpatizzante del Pd, non renderà i 5 stelle un posto freddo e con un uomo solo al comando». Del resto, se ieri è sembrato che ci fosse un uomo solo al comando, quest'uomo era nettamente il fondatore.
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