2021-06-30
Grillo caccia Conte come una colf. «Non è la soluzione, è solo una droga»
Con un post il fondatore licenzia Giuseppi. Che ora potrebbe farsi un partitino. Recuperato Davide Casaleggio: «Voto su Rousseau»Da Stefano Patuanelli in giù parte la lagna per farlo resuscitare e il Pd si accoda. Dibba demolisce i suoi ministriLo speciale contiene due articoli«Per ora siamo riusciti a frenarlo, ma Beppe è furibondo». Per ora, anzi per poche ore: le parole del big del M5s, sospirate ieri mattina alla Verità, trovano conferma alle 17.29 della sera, quando Grillo emana la fatwa definitiva cacciando di fatto Giuseppe Conte dal M5s e riaccogliendo a braccia aperte Davide Casaleggio. Niente capo politico, almeno per ora: si voterà per un direttorio di cinque membri, quell'organo collegiale che sostituisce il leader unico, così come avevano deciso gli iscritti, lo scorso 17 febbraio, approvando la relativa modifica allo statuto con l'80% dei voti. «Una bozza e via», è il titolo del post pubblicato sul suo blog attraverso il quale Beppe taglia il ciuffo di Giuseppi ed esibisce il trofeo ai (pochi) elettori grillini rimasti, mentre tra i parlamentari esplode il caos, o meglio il panico generalizzato. Beppe ha passato una notte intera a rimuginare sulla sprezzante conferenza stampa di Conte. Ieri mattina ha scritto il post, si è confrontato con pochi fedelissimi, poi ha premuto il tasto e la mannaia (politicamente parlando) si è abbattuta su Giuseppi. «Mi sento così: come», scrive Grillo, «se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l'illusione (almeno per qualche mese, forse non di più) che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo. Ma Conte può creare l'illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l'effetto delle vere cause, l'immagine che si proietta sullo specchio. E invece», aggiunge il fondatore, «vanno affrontate le cause per risolvere l'effetto ossia i problemi politici e i problemi organizzativi. E Conte, mi dispiace», aggiunge il fondatore, «non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Io questo l'ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi». Una legnata terribile, solo la prima di una lunga serie: «Non possiamo lasciare», aggiunge Grillo, «che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco. Assumersi la responsabilità significa smettere di drogarsi, smettere di voler creare l'illusione di una realtà diversa da quella attuale e affrontarla senza rincorrere falsi miti, illusioni o principi azzurri che possano salvarla». Il principe azzurro Conte è il passato, Grillo riabbraccia Davide Casaleggio e traccia il percorso: «Perciò», annuncia Beppe, «indìco la consultazione in Rete degli iscritti al M5s per l'elezione del comitato direttivo, che si terrà sulla piattaforma Rousseau. Il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in tribunale per la sua invalidazione. Ho pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla piattaforma Rousseau e lui ha accettato. Chiederò, poi, al neo eletto comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. È sempre stata la nostra forza: consentire a tutti di sapere quale sarà il viaggio», conclude Grillo, «e accogliere chi è pronto per una lunga marcia. In alto i cuori!». Votare il comitato direttivo su Rousseau significa tempi lunghi: l'associazione di Davide Casaleggio, infatti, dopo la pronuncia del Garante per la privacy, ha dovuto consegnare al M5s i dati degli iscritti, che ora dovranno essere restituiti al Movimento. Pace fatta, comunque, tra Beppe e Davide, e non si esclude che a questo punto anche l'accordo che prevedeva il versamento a Casaleggio di 250.000 euro in cambio della rinuncia a una battaglia legale diventi inutile. Grillo, del resto, era stato sempre contrario alla guerra a Casaleggio, portata avanti da Conte per utilizzare in futuro una nuova piattaforma. Neanche il tempo di leggere il post e Rocco Casalino inonda le agenzie di stampa dei soliti «spin», che dipingono un M5s ai piedi di Conte e imbufalito con Grillo. In realtà, quelli che prendono le difese di Giuseppi mettendoci la faccia si contano sulle dita di una mano: Roberta Lombardi, Dino Giarrusso, Alessandra Maiorino, Luca Carabetta. Tace, fino a sera, Paola Taverna, pasdaran contiana. In Parlamento è incubo scissione: stasera, alle 19, è in programma una riunione dei deputati. L'ipotesi più concreta è quella che Giuseppi, a questo punto, si faccia il suo partitino: «Conte», dice alla Verità un big pentastellato, «aveva in mente di far cadere il governo e andare alle elezioni candidando suoi fedelissimi, per lo più docenti universitari. Ora, se vuole farsi il partito, dovrà promettere la ricandidatura a qualche parlamentare al secondo mandato: senza deputati e senatori non va da nessuna parte. Beppe è stato molto più moderato di quanto ci aspettassimo». «Torna Casaleggio», esulta un altro esponente di primissimo piano, «e forse anche Di Battista. Beppe ora ricomincerà a essere la nostra guida, sarà presente, e con le nostre battaglie storiche recupereremo anche i consensi». Previsione o ottimismo? Certo è che i profili social di Grillo sono pieni di insulti verso il fondatore e di elogi a Conte. «Facciamo un'associazione», dice alla Verità un deputato contiano, «e scendiamo in campo. Stavolta Giuseppe non deve avere dubbi e ripensamenti. Il consenso che ha non durerà in eterno».