2024-08-08
I grillini storici all’attacco di Conte. E un senatore M5s sbarca in Forza Italia
Lettera di undici ex deputati vicini al fondatore: «Giuseppe ci porta al tracollo, ormai stiamo diventando un clone del Pd».Nel centenario di Giacomo Puccini, Giuseppe Conte fa due parti in melodramma (gli viene spontaneo): Calaf che pretende la mano di Turandot senza dire come si chiamerà il nuovo movimento (il nome mio nessun saprà) e Cavaradossi che evocando «lucean le stelle» cade impallinato. Sembra non accorgersi di aver un Grillo per la testa. Il giullare che volle farsi politico ha dalla sua i grillini della prim’ora che firmano un anatema durissimo contro Conte mentre l’attuale sedicente leader fa l’ennesima agrimensura di un campo largo - da Elly Schlein a Nicola Fratoianni - dove per ora, per dirla con Fabrizio De André, dal letame non nascono i fior. Giuseppe Conte in cerca di salvare una barca pentastellata che sta sotto la linea di galleggiamento nei giorni scorsi aveva lanciato la costituente proprio contro il fondatore dicendo: «Io e Grillo abbiamo visioni differenti, ma la costituente va avanti. Cerchiamo un nuovo nome». A metterci il carico da undici, come si dice a briscola, ci ha pensato Marco Travaglio che sul Fatto Quotidiano ha scelto l’avvocato di Volturara Apula apostrofando il Garante: «È uno che prende 300.000 euro per fare battute». A questo punto la sfida, o la faida, diventa totale: di questi due ne resterà uno solo. E ieri c’è stata la controffensiva dei fedelissimi di Beppe Grillo che hanno accusato «o’ professore» di ingratitudine e di aver trasformato il Movimento in ciò che il Movimento non voleva essere: un partito come tutti gli altri. Il fu Giano Bifronte - premier con la Lega e poi col Partito democratico che per lui pari sono: conta solo il potere - fa spallucce e finge che non ci sia la lettera di undici co-fondatori del movimento che rimpiangono Gianroberto Casaleggio, salvano Beppe Grillo e dicono chiaro e tondo: «Come può un leader che ha guidato il Movimento dal 32,7% al 9,99% non assumersi minimamente la colpa di questo tracollo? Sembra di sentirlo: tutti responsabili tranne me!». Gli undici firmatari dell’anatema - Nicola Morra, Elio Lannutti e Alessio Villarosa, Rosa Silvana Abate, Yana Chiara Ehm, Jessica Costanzo, Emanuele Dessì, Michele Sodano, Simona Suriano, Raffaele Trano e Andrea Vallascas - rimproverano – tra le tante colpe - la partecipazione al governo Draghi mentre assolvono Beppe Grillo rivendicando: «Ha sicuramente commesso errori, ma ha dato l’anima per far nascere l’unica vera innovazione capace di far tornare entusiasmo nei confronti della politica. Scaricare tutta la colpa delle difficoltà del fu movimento su Grillo è assolutamente scorretto. Beppe chiedeva il solito confronto con tutti gli eletti a Roma, perché se sono lì in qualche misura c’entra anche lui, il Garante». La lettera - anticipata dall’Adnkronos - ha due effetti: seppellisce l’alleanza col Partito democratico, prelude a un’imminente diaspora con una possibile scissione non dimenticando che il simbolo dei pentastellati è di Beppe Grillo. Tutto questo nel giorno in cui il senatore Antonio Trevis, pugliese, annuncia il trasloco in Forza Italia perché ha trovato sostegno alla sua proposta di legge per un reddito energetico nazionale. Sostiene Trevis: «Ho preso atto che la mia azione politica non riceve nessuna visibilità dall’attuale gruppo dirigente pentastellato» mentre altri l’apprezzano e restando fedele alla prima idea di Movimento lui sbatte la porta e diventa responsabile energia in Puglia per Forza Italia. Le sue motivazioni non sono diverse da quelle messe nero su bianco dagli undici «saggi»: «L’idea di un’assemblea costituente riecheggia le pratiche dei vecchi partiti che si volevano pensionare. Cosa si vuole? Trasformarsi in un clone del Parttio democratico adottando le stesse logiche e uguali metodi della politica tradizionale che ha devastato l’Italia negli ultimi decenni sottraendo presente oltre che futuro a tutti noi? Abbiamo cercato in ogni modo di far comprendere che sostenere Mario Draghi sarebbe stato un errore fatale per il Movimento. A questo punto Giuseppe Conte si deve assumere per intero la responsabilità del tracollo alle europee». Con una punta di veleno, pare indirizzata a Marco Travaglio, aggiungono: ormai gli elettori sono delusi dal Movimento «anche se fior fiore di direttori di giornali hanno incensato il professor Conte come l’unto del Signore, come l’uomo dela provvidenza» che invece di difendere i più deboli, i giovani che devono andarsene «privilegia non il sapere, ma il conoscere (le persone importanti)». Se il leader pentastellato pensava con la sua prima lettera contro beppe Grillo di aver vinto ha sbagliato. Ieri dopo gli incontri col campo largo a Roma si è limitato a dire: «Sto pensando al processo costituente del Movimento 5 stelle: sta andando benissimo...». E a chi gli chiedeva se si è consigliato con Elly Schlein per come fare a tenere a bada le correnti ha replicato: «Siamo diversi». Ma Nicola Fratoianni, di Avs, uno degli aratori del campo largo, ha tenuto a far sapere: “Abbiamo discusso come costruire un’alternativa alla destra. C’è l’urgenza di stringere i rapporti tra noi per costruire l’alleanza». Sarà, ma l’alternativa la stanno costruendo a Conte.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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