2021-07-21
Sul green pass e i colori le Regioni provano a far ragionare Speranza
I governatori vogliono alzare le soglie d'uscita dalle zone bianche: intensive al 15% e corsie al 20%. E limitare alle aree gialle il pass nei locali al chiuso.Green pass per accedere a ristoranti e locali al chiuso solo nelle Regioni che dovessero entrare in zona gialla e parametri modificati per il cambio di colore: tenere conto delle ospedalizzazioni, e non più della percentuale di contagiati sul totale della popolazione, come accaduto fino ad ora, con la soglia massima per restare in zona bianca fissata a 50 casi per 100.000 abitanti. Sono queste le proposte che la Conferenza delle Regioni, guidata dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga della Lega, porteranno al tavolo di confronto con il governo. La Conferenza delle Regioni si è riunita ieri e tornerà a farlo questa mattina alle 9; a seguire, sono in programma la Conferenza Stato-Regioni, mentre la cabina di regia e il Consiglio dei ministri dovrebbero slittare a domani e varare il nuovo decreto Covid che conterrà le modalità di utilizzo del green pass, i nuovi criteri per definire i colori delle Regioni e la proroga dello stato di emergenza, anche fino a fine anno. Il decreto legge non dovrebbe contenere alcuna norma per quanto riguarda l'obbligo vaccinale per gli insegnanti e per le manifestazioni sportive, stando a quanto emerso dal pre consiglio che si è svolto ieri sera. «Il clima in Conferenza delle Regioni è stato, come sempre, costruttivo», dice alla Verità il presidente del Molise, Donato Toma, «gli argomenti al centro della discussione sono stati due: il green pass e i parametri per il cambio di colore delle Regioni. Per quel che riguarda il green pass, siamo tutti d'accordo sulla necessità di renderlo obbligatorio per accedere a grandi manifestazioni, come eventi sportivi, discoteche, concerti e così via. Per i ristoranti e i locali al chiuso», aggiunge Toma, «la proposta è di prevedere l'obbligo del green pass solo per le Regioni che dovessero andare in zona gialla». In questo modo, è il ragionamento dei governatori, anche se in autunno qualche Regione dovesse andare in zona gialla, i ristoranti al chiuso potrebbero continuare a lavorare senza eccessive restrizioni. Si continua a discutere sull'obbligo del green pass per aerei, treni, navi a lunga percorrenza, cinema, teatri, concerti, piscine e palestre. Il governo, stando ad alcune indiscrezioni, avrebbe preso in considerazione anche l'ipotesi di richiedere un green pass «parziale» per accedere ai ristoranti al chiuso, ovvero rilasciato a chi ha fatto almeno la prima dose di vaccino. Tra oggi e domani verranno sciolti tutti i nodi. E sui parametri? «Abbiamo proposto», aggiunge Toma, «di prevedere una soglia del 15% di occupazione dei posti in terapia intensiva e del 20% dei posti letto nei reparti ordinari per mandare una Regione in zona gialla, introducendo criteri di flessibilità per le Regioni più piccole. Il governo aveva pensato a soglie più basse, ma soprattutto le Regioni più piccole sarebbero condannate a diventare gialle in breve tempo». L'idea del ministro della Salute, Roberto Speranza, è di spedire una Regione in zona gialla se l'occupazione delle terapie intensive è superiore al 5% dei posti letto a disposizione e se quella dei reparti ordinari supera il 10%. La proposta delle Regioni, seppure ancora non definitiva in attesa della riunione di oggi, è di una soglia sensibilmente più alta. Inoltre, si è discusso dell'introduzione di un numero minimo di tamponi da effettuare ogni giorno: 150 ogni 100.000 abitanti. Si pensa anche a considerare, per i parametri, il numero di vaccinati. La media nazionale di occupazione dei posti letto, sia in terapia intensiva che nei reparti ordinari, si attesta al 2%. «Bisogna occuparsi della salute», sottolinea il leader della Lega, Matteo Salvini, «quindi invitare soprattutto gli anziani, che ancora non l'abbiano fatto, a tutelarsi e a vaccinarsi, ma senza pensare a richiudere mezza Italia e a multare e inquisire soprattutto i giovani e i ragazzi. I ragazzi devono essere liberi di scegliere cosa fare. Se domani metti il green pass per andare al ristorante», aggiunge Salvini, «escludi metà degli italiani dalla vita sociale, e io penso che sia un momento in cui bisogna includere e non escludere». «Sia sulla revisione dei parametri per le zone», commenta Fedriga, «che sull'uso del green pass sono in corso ulteriori interlocuzioni con il governo e, dopo la discussione odierna, la Conferenza delle Regioni tornerà a riunirsi domattina (oggi, ndr), per la definizione puntuale delle proposte. L'andamento della campagna di vaccinazione», aggiunge Fedriga, «consente di aggiornare gli indicatori a cui si legano l'assegnazione dei colori alle diverse zone e le conseguenti misure di restrizione. Il green pass ai ristoranti, con i numeri che abbiamo, sembrerebbe una scelta fuori luogo e incomprensibile. Se poi la situazione peggiora, si possono rivedere le scelte». «I parametri di oggi per la suddivisione delle zone», sottolinea il governatore del Veneto, Luca Zaia, a Rete Veneta, «sono anacronistici. Oggi abbiamo avuto 600 positivi con 3 ricoveri, che aumenteranno, dico anche che per ottobre avremo l'82% di cittadini vaccinati. È necessario legare i parametri all'ospedalizzazione per il passaggio di zona, passare in zona gialla adesso», aggiunge Zaia, «per me sarebbe strano». «La sfida dell'epidemia», ribadisce da parte sua il ministro della Salute, Roberto Speranza, che si è espresso favorevolmente sul cambio dei parametri per la classificazione delle Regioni, «è ancora quella centrale, in queste ore che sono delicate stiamo ragionando all'interno del governo e con le Regioni per capire quali siano le scelte migliori. Dobbiamo utilizzare il green pass come strumento estensivo in questa fase».
Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia (Ansa)
Ursula von der Leyen (Getty Images)
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