2018-06-15
Su Real Time «La clinica per rinascere», il reality che accende i riflettori sulla piaga dell'obesità al Sud
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In Italia, la malattia non ha raggiunto i livelli d'emergenza come negli Usa ma lo scenario è critico. Soprattutto nel Meridione, dove il problema sta peggiorando e non esistono strutture adatte a risolverlo. Abiti informi, cascanti, gettati alla bell'e meglio su quel che il grasso, ancora, non s'è portato via. Sguardi tristi, volti mesti. Lo scenario, desolante, si ripete identico a sé stesso, ogniqualvolta la televisione dia spago al filone «degli obesi», incastrando i malcapitati con l'accordo di rito: un aiuto in cambio delle proprie miserie. Uomini e donne, spogliatisi di tutto, pure di quel po' di pudore che la società inculca nelle teste pensanti, si rassegnano alla telecamera. Al teatrino di lacrime e ammissioni che questa si porta appresso, alla spettacolarizzazione del privato, del passato. Piangono, i protagonisti in sovrappeso della televisione cosiddetta «reale». Piangono, e si svestono, promettendo a sé stessi, e a chi siede comodo sul divano di casa propria, un domani migliore. Poi, si mettono nelle mani del dottore di turno. Di Younan Nowzaradan, qualora abitino negli Stati Uniti. Di Cristiano Giardiello, qualora, invece, siano ubicati a Caserta e dintorni.Giardiello, corrispettivo italiano del dottore che, in America, ha costruito un impero sulle Vite al limite (altrui), è il primario della divisione di Chirurgia Laparoscopica all'ospedale di Pineta Grande. Ed è un luminare del bypass gastrici, quell'intervento delicatissimo con i quali stomaci consumati da uso e abuso vengono ridotti a dimensioni «normali». «Negli anni, mi è capitato di avere pazienti difficili, pazienti per i quali si è rivelato necessario l'intervento dei pompieri, ché l'ambulanza, da sola, non avrebbe potuto reggerli», ha spiegato il dottore, che la propria attività, su esempio del buon Nowzaradan, ha deciso di usare come materiale di uno show televisivo.La Clinica Per Rinascere, in onda su Real Time (canale 31 del digitale terrestre) dalla prima serata del 7 maggio, è il corrispettivo italiano di Vite al limite, in onda sullo stesso canale. In soldoni, è un reality a tema obesità. Un programma nel quale soggetti gravemente obesi vengono seguiti nel proprio processo di guarigione: un processo che passa per la rieducazione alimentare, per la terapia psicologica, per la sala operatoria. «I miei pazienti», ha continuato Giardiello, «Pesano 250-300 chili. L'operazione di bypass gastrico non è una questione di estetica, qualcosa che possa renderli magri. È la strada per la sopravvivenza, l'unica percorribile». E poco importa sia televisiva.Lo show, che pur è in buona compagnia (sul digitale terrestre, si affaccendano titoli come Extreme Makeover Diet Edition, La Grossa Grassa Verità, Piccoli e Obesi, dedicato all'obesità di chi è affetto da nanismo), è un succedaneo della realtà. Perché, parola di Giardiello, l'Italia si sta lentamente avviando verso uno scenario critico. Di emergenza, nel senso americano del termine, non è dato parlare, ma «soprattutto al Centro-Sud il problema sta peggiorando». «Non esistono strutture adatte a risolverlo e sembra che il servizio nazionale non sia consapevole della sua gravità», ha dichiarato Giardiello, mettendo in luce le derive del sovrappeso. «L'obesità grave (ovvero sia, un indice di massa corporea compreso tra i 35 e i 60) comporta patologie croniche concomitanti». L'ipertensione, il diabete, le malattie cardiovascolari: un'ampia gamma di disgrazie prodotta (anche) dal sostrato sociale e culturale.«Al Sud, specie nel ceto medio-basso, si tende a credere, ancora, all'equazione magro uguale insano. Un bambino, se paffutello, è considerato in salute, se magrolino è considerato malaticcio», ha spiegato oltre Giardiello, asserendo che l'obesità «non è qualcosa che si debba lasciare solo alla responsabilità del malato». E ben vengano le telecamere, se riescono a veicolare un messaggio utile, tramutandolo in spettacolo accattivante (sebbene morboso).«Le storie dei grandi obesi affascinano lo spettatore perché raccontano la felicità. Chiunque vorrebbe per sé una vita migliore e questo genere di programma mostra il cambiamento per il meglio: la storia la fa il paziente, non la malattia», ha concluso Giardiello, che nella rosa dei propri pazienti ha avuto anche qualche blasone. «Una cantante lirica, alla quale era riconosciuta la bravura, ma non la componente estetica del successo. Una volta fatto l'intervento, ha quadruplicato la propria mole di lavoro», ha giurato il dottore campano, sottolineando come spesso l'obesità porti con sé la discriminazione.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)