2021-09-28
La riforma del fisco slitta ancora. E anche le cartelle sono nel limbo
Il governo tergiversa mentre lavora alla Nadef e alla manovra. Le risorse per tagliare le tasse potrebbero fermarsi a 10 miliardi.Il governo incontra sindacati e Confindustria. Sui temi dell'occupazione e del rilancio la palla viene buttata in tribuna. Così come con la riforma fiscale, che vede sfumare la possibilità del varo entro settembre. La cabina di regia odierna si occuperà già della manovra.Dopo aver lanciato il patto per la ripresa a casa degli industriali, ieri il governo ha invitato a Palazzo Chigi oltre ai rappresentanti di Confindustria anche i vertici di Cgil, Cisl e Uil. L'incontro è durato soltanto un'ora. All'uscita le sigle hanno fatto sapere di aver raggiunto un importante accordo per limitare gli incidenti sul lavoro. Nascerà una banca dati in grado di registrare anche le minime trasgressioni. Un tema delicato ed estremamente importante. In queste ore ci saremmo però aspettati passi in avanti su altri temi, quelli che dovrebbero occuparsi dei posti di lavoro. Ieri invece non si è discusso di cassa integrazione, di politiche attive, del decreto anti delocalizzazioni e nemmeno di cosa accadrà a gennaio quando lo stop ai licenziamenti diventerà effettivo. Non si è affrontato il tema fiscale perché, come ha spiegato ieri sera Maurizio Landini uscendo dall'incontro, si attende la nota di aggiornamento al Def. «Nei prossimi giorni sarà varata la famosa Nadef e noi abbiamo chiesto un confronto preventivo con le parti sociali sulla legge di bilancio, misure fiscali, sugli ammortizzatori e sulle pensioni. Siamo stati informati che stanno lavorando sulla legge delega su riforma fiscale, ci è stato detto», ha spiegato il segretario della Cgil, «che sarà vasta e che non entrerà nel merito delle soluzioni perché queste saranno oggetto di discussione nel governo e con le parti sociali». Ha poi concluso: «L'incontro di oggi (ieri, ndr) è positivo sul piano del metodo perché si è definito un percorso che ci porta ad approfondire le varie questioni». Peccato che il governo si fosse già impegnato a chiudere la partita del fisco lo scorso luglio, quando il ministro Daniele Franco si è recato in Parlamento prendendo altro tempo. Nel pomeriggio di oggi si dovrebbe riunire la cabina di regia necessaria per la stesura della Nadef e per la definizione delle novità fiscali, compreso il rifinanziamento della cassa integrazione e pure della quarantena fiduciaria (oggi a carico del dipendente). Mario Draghi riunirà così i capi delegazione della maggioranza per fare il punto in vista del cdm previsto domani che dovrebbe esaminare oltre alla nota di aggiornamento al Def, che farà da cornice alla manovra, anche il decreto fisco e lavoro che accompagnerà la legge di bilancio. Nel dl dovrebbe confluire l'attesa norma per la copertura delle risorse per liquidare la quarantena, e serviranno anche nuovi fondi per rifinanziare fino al 31 dicembre la cassa integrazione d'emergenza. Atteso poi un nuovo intervento sulle cartelle fiscali. Un ordine del giorno approvato dalla Camera impegna il governo a bloccare la riscossione ma un nuovo stop sembra improbabile, si lavora piuttosto per un'ulteriore rimodulazione dell'invio delle notifiche degli atti dell'agente pubblico. È quasi certo che a parte qualche infarinatura sul fisco, la vera legge delega non sarà pronta per domani e quindi anche l'obiettivo della fine del mese sembra sfumare. Le tensioni dentro la maggioranza non consentono di trovare la quadra. Il centrodestra ha messo il veto sulla riforma del catasto. Italia viva chiede la revisione del reddito di cittadinanza e il Pd resta a brancolare attorno all'ipotesi di patrimoniale. Il problema è che più si aspetta peggio è. L'idea di infilare la riforma fiscale nel perimetro della Nadef, sebbene perfetta da un punto di vista formale, vincolerà qualunque decisione alle stime di crescita del Pil e alla quota di deficit da raggiungere. Insomma, più si aspetta e meno la riforma sarà incisiva. Con una crescita vicina al 6% il deficit potrebbe scendere intorno al 10% contro l'11,8% calcolato in primavera nel Def e anche il rapporto tra debito e Pil, che secondo le ultime stime sfiora il 160%, potrebbe migliorare, ma molto dipenderà dalle scelte politiche che si deciderà di adottare. Il ministro Franco, pur confermando l'impegno a ridurre il debito, ha sempre garantito che il governo continuerà a mantenere una politica di bilancio espansiva. Se la maggioranza dovesse fare pressioni per ulteriori misure di stimolo l'obiettivo di deficit potrebbe quindi essere superiore al 10%. Qui dentro c'è però la rivalutazione del reddito di cittadinanza e anche il sostegno passivo alla disoccupazione. Da indiscrezioni il budget destinato alla riforma viaggia tra i 3 e i 10 miliardi. Se è vero, si tratta di noccioline. Nulla che giustifichi il termine «riforma fiscale».
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)