2024-08-30
Il governo taglia i fondi alle famiglie? Una bufala, la natalità resta al centro
Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia (Ansa)
Dalle madri lavoratrici ai «fringe benefit»: la manovra seguirà i valori della coalizione.Siamo alle solite: manipolare a piacimento l’informazione per gettare fango sull’avversario. Ieri il quotidiano Repubblica titolava: «Sparisce l’assegno unico. Meloni taglia il bonus famiglia». È davvero così? Questo governo, che ha posto al centro della sua azione il sostegno alla famiglia e alla natalità, contraddice sé stesso e cancella una misura di cui stanno beneficiando (dati Istat) circa sei milioni di famiglie italiane, con quasi un milione di figli? In realtà - fermo restando che il Documento di economia e finanza è in elaborazione e, dunque, ad oggi è impossibile dare dati certi - si può dire proprio non è così. Il sostegno per chi ha figli è una priorità dichiarata della prossima legge di Bilancio. Certamente il condizionale è d’obbligo, ma si sta lavorando intorno a provvedimenti che possono valere da uno a due miliardi: conferma della decontribuzione per le lavoratrici/madri con due figli (che scadrebbe a dicembre), applicazione della stessa misura alle lavoratrici autonome, incremento dei cosiddetti «fringe benefit» («benefici secondari», buoni pasto, buoni acquisto, polizze assicurative ed altro) esentasse, da 250 euro per ciascun periodo d’imposta a duemila euro per lavoratori dipendenti con figli, e mille euro per tutti gli altri lavoratori. Certamente le esigenze sono tante e la coperta è corta, ma la direzione in cui ci si sta muovendo è positiva. Ad esempio, in ordine ai congedi parentali - nel 2025 sarà del 60% dello stipendio dalla seconda mensilità - si lavora per riportarla all’80%. Ugualmente il «bonus bebè», 3.600 euro all’anno per i figli successivi al primo, allargando la platea di chi ne possa usufruire. Il mondo dell’associazionismo pro life e pro family, da parecchi anni, sta lavorando soprattutto sul piano fiscale, con un progetto di fiscalità a misura di famiglia: lo si chiami come si vuole - quoziente familiare o altro - ma il succo è che la famiglia va considerata come una «impresa produttiva», che genera Pil e futuro per l’intera società. Ne consegue che la spesa per la crescita dei figli deve essere integralmente detratta dal reddito imponibile. Una sorta di «cuneo fiscale» modellato sulla famiglia e sui figli, nell’ottica che una famiglia prolifica, con figli numerosi, è un vantaggio per il bene comune e per la crescita, anche economica, della nostra nazione. Così, le stesse aliquote Irpef non possono non tenere conto del numero dei membri di cui è composta la famiglia: una famiglia numerosa è gravata da spese per l’accudimento, la crescita, il sostentamento che una famiglia con zero o un figlio nemmeno si immagina! Nessuno ha in mano la bacchetta magica e i conti si fanno con numeri certi e rigorosi, ma muoversi nella direzione di un assegno unico, magari slegato da parametri Isee (oggi assolutamente non proporzionati al reale costo della vita) e di una fiscalità a dimensione familiare, è un segnale di grande valore, anche nei confronti delle politiche Ue, spesso vergognosamente ostili alla famiglia naturale. Infarcite da sballate teorie neomalthusiane, con una dittatura culturale che esalta un ambientalismo radicale fatto di «Salviamo le api» e garantiamo il «diritto d’aborto»: si sta colmando ogni misura con il risultato - che è sotto gli occhi di chiunque - che il Vecchio Continente sta vieppiù diventando vecchio, sterile, insignificante. Sempre più ideologizzato e sempre meno umano. Il vero cambio di direzione non può che partire da nuove politiche a favore della vita e della famiglia.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.