2020-10-28
Gli islamisti marciano contro Parigi. Macron teme attentati a Ognissanti
(Sazzad Hossain/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)
Dopo l'appello di Recep Tayyip Erdogan al boicottaggio dei prodotti transalpini, in quarantamila sfilano in Bangladesh per condannare Charlie Hebdo e le sue vignette. La Francia schiera gli agenti a protezione delle chiese.Sono sempre più numerosi i Paesi musulmani che promuovono il boicottaggio della Francia e dei suoi prodotti. Peggio, ormai anche la classe dirigente di alcuni Stati rivolge minacce contro Emmanuel Macron. Ieri Abdullah ben Nasser al Thani - cugino dell'emiro del Qatar che possiede la squadra del Paris Saint Germain - ha sparato a zero sul numero uno francese. Postando una foto di Macron - scattata all'epoca in cui aveva come professoressa sua moglie Brigitte Trogneaux - il cugino dell'emiro ha scritto: «Questo allievo impuro incoraggia la diffusione delle caricature sul maestro dell'umanità». In un altro tweet, Al Thani ha aggiunto: «Se non ci saranno scuse ufficiali a tutti i Paesi musulmani» per le caricature «allora dovrai sopportarne le conseguenze».Nel frattempo le piazze dei Paesi musulmani si sono surriscaldate. In Bangladesh più di quarantamila persone hanno sfilato per protestare contro la tolleranza mostrata da Parigi nei confronti di chi, come Charlie Hebdo o il professor Samuel Paty, pubblica o mostra le caricature di Maometto. Per evitare incidenti, la polizia del piccolo Paese asiatico ha tenuto il corteo a debita distanza dall'ambasciata francese di Dacca, per evitare scontri e incidenti. Prima delle manifestazioni svoltesi in Bangladesh, l'ostilità alla Francia e il diritto alla libertà di espressione, alla base delle legislazioni dei Paesi occidentali, si era già manifestata nelle strade di altri Paesi islamici come il Pakistan e la Libia.La misura delle forze dell'ordine del Bangladesh è indicativa dell'impennata dei rischi che corrono gli interessi e i simboli della Francia nel mondo e non solo. In effetti, i servizi di intelligence transalpini temono che a forza di soffiare sul fuoco dall'estero qualcuno in Francia decida di passare all'azione, come ha fatto Abdoullakh Anzorov, il rifugiato diciottenne ceceno che, il 16 ottobre scorso, ha tagliato la testa al professor Paty all'uscita dalla scuola media in cui quest'ultimo insegnava. L'ipotesi è tutt'altro che remota. Basti pensare che l'organo di propaganda di Al Qaeda - la pseudo agenzia di stampa «Thabat» - domenica ha pubblicato un comunicato contenente delle minacce contro Parigi. Inoltre, i canali d'informazione Franceinfo e Bfm Tv hanno potuto visionare un telegramma nel quale il direttore generale della Polizia afferma che «la Francia è l'obiettivo di una minaccia terroristica elevata». Nel messaggio si parla di chiese, sinagoghe ma anche alcune moschee, definendoli obiettivi sensibili. I luoghi di culto cristiani sarebbero nel mirino di potenziali terroristi dato che le solennità di Ognissanti e dei defunti faranno arrivare molti fedeli in chiese, cappelle e cimiteri. Le sinagoghe - che spesso in Francia sono già difese da pattuglie di militari - saranno soggette ad una sorveglianza ancora più forte, visto che rappresentano un legame con Israele. Anche alcuni luoghi di culto musulmani saranno protetti dalle forze dell'ordine o di sicurezza. È il caso delle moschee gestite da imam moderati pronti a sostenere Emmanuel Macron nella campagna di lotta alla minaccia islamista. Tra l'altro, in alcune moschee potrebbero anche arrivare dei fedeli che, fino a poco tempo fa, frequentavano altri luoghi di culto, chiusi per la loro vicinanza alle correnti più estreme dell'islam. È il caso della moschea di Pantin, chiusa proprio ieri dal tribunale amministrativo di Bobigny per aver condiviso sulla propria pagina Facebook le minacce rivolte al professor Paty da un genitore e da un sedicente imam radicalizzati, all'inizio del mese.Come detto, le minacce proferite nei Paesi musulmani dai leader locali, potrebbero essere applicate alla lettera da fanatici residenti in Francia. Quindi, la minaccia islamista non riguarda, purtroppo, solo i luoghi di culto delle tre grandi religioni monoteiste ma anche un qualunque simbolo del potere e delle istituzioni transalpine. Sia in grandi città che in piccoli centri sperduti. D'altra parte non sarebbe una novità in Francia. Nel maggio del 2018, ad esempio, alcuni simpatizzanti dell'Akp - il partito di Recep Tayyip Erdogan - avevano attaccato delle edicole nella zona di Avignone, strappando le locandine dell'edizione del momento di Le Point. Questo perché il settimanale aveva dedicato la copertina al leader turco, presentato come un «dittatore». Prima di questi atti, largamente ripresi dalla stampa d'Oltralpe, c'erano stati i sanguinosi attentati alla scuola ebraica di Tolosa nel 2012, a Charlie Hebdo e all'Hypercacher e poi quelli del 13 novembre 2015 al Bataclan, allo Stade de France e nel centro di Parigi. Non va dimenticato che, all'inizio di questo mese, Zaheer Hassan Mehmood, un rifugiato pakistano di 25 anni aveva ferito gravemente due persone, attaccando l'ex sede del settimanale satirico francese. Questo perché la testata aveva pubblicato nuovamente le caricature del fondatore dell'islam, in occasione dell'apertura del processo contro gli autori del massacro nella redazione, avvenuto nel gennaio 2015. Il gesto del terrorista era stato salutato con esultanza in Pakistan. C'è da sperare che l'intelligence francese riesca ad anticipare ogni potenziale minaccia. Altrimenti, Macron avrà un problema ulteriore per concludere il proprio mandato e ricandidarsi alle presidenziali del 2022.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)