Mentre trattava con Invitalia, Mittal ha presentato una richiesta per la composizione negoziata, soluzione che lo Stato avversa Il governo annuncia ai sindacati il nuovo commissario. L’indotto minaccia di fermare tutto. I giudici: Snam continui a fornire gas
Mentre trattava con Invitalia, Mittal ha presentato una richiesta per la composizione negoziata, soluzione che lo Stato avversa Il governo annuncia ai sindacati il nuovo commissario. L’indotto minaccia di fermare tutto. I giudici: Snam continui a fornire gasA trattative ancora in corso, quando anzi sembrava davvero possibile che ArcelorMittal (il primo socio con il 62% dell’ex Ilva) e Invitalia (secondo socio al 38%) trovassero un accordo (magari con indennizzo) per liberare finalmente il sito siderurgico di Taranto dal controllo di una proprietà che sta evidentemente remando contro, gli indiani hanno presentato istanza presso la Camera di commercio di Milano per la composizione negoziata. Si tratta di una procedura che porta alla nomina di un esperto che dovrebbe mediare nella negoziazione con i creditori. Procedura vista con contrarietà dal governo e dai sindacati perché considerata una perdita di tempo rispetto alle priorità che riguardano la continuità aziendale e tutela dei posti di lavoro. La mossa dei Mittal è stata illustrata dai rappresentanti del governo che ieri hanno incontrato i sindacati. E dimostra ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che l’obiettivo degli indiani è sempre lo stesso: mettere i bastoni tra le ruote a quello che loro considerano da tempo (da capire se da sempre) un loro concorrente. Lavorando di logica, questo vuol dire che la partita non è certo finita qui. E che con ogni probabilità la decisione del governo di chiedere l’amministrazione straordinaria verrà poi avversata in sede giudiziaria. Ecco perché l’esecutivo vuol andarci con i piedi di piombo e sta seguendo pedissequamente i passi formali che porteranno poi alla nomina di un commissario. L’iter è stato spiegato ieri alle parti sociali dai ministri Adolfo Urso, Marina Calderone (che ha garantito gli ammortizzatori sociali) e dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Innanzitutto, il socio pubblico Invitalia ha provveduto a inviare una lettera ad Acciaierie d’Italia per chiedere la verifica dei presupposti per avviare le procedure per l’amministrazione straordinaria dell’Ex Ilva che contestualmente sarà supportata da un prestito pubblico a condizioni di mercato da 320 milioni per garantire l’ordinaria amministrazione. Il decreto varato dal governo già pubblicato in Gazzetta Ufficiale infatti prevede l’avvio dell’amministrazione se l’ad dell’azienda (Lucia Morselli) non ne fa richiesta entro 15 giorni dalla missiva. Non solo. Perché i rappresentanti dell’esecutivo hanno anche spiegato che la fase di amministrazione straordinaria sarà temporanea e che il governo è già alla ricerca dei migliori partner privati con l’obiettivo di salvaguardare la continuità produttiva. Da questo punto di vista è risaputo che c’è un interesse del gruppo Arvedi, così come in passato si era parlato degli ucraini di Metinvest che però adesso sono impegnati a Piombino, mentre un altro nome (rivelato da Verità&Affari) faceva riferimento a Vulcan Green Steel. Un emissario della società - cha fa capo a un ramo della famiglia Jindal - avrebbe presentato al Mimit un piano per realizzare il forno elettrico a Taranto. Il gruppo, collegato alla Jsw che gestisce l’impianto di Piombino non è quotato ma sta investendo massicciamente nella realizzazione di impianti a idrogeno. Il problema a Taranto è che i tempi stringono. E così anche la convocazione di Urso, in videoconferenza, delle associazioni rappresentanti le aziende fornitrici e dell’indotto di Acciaierie d’Italia, viene da un certo punto di vista superata dai fatti. «Stiamo dalle 5 e 30 in assemblea davanti a tutte le portinerie di Acciaierie d’Italia e ci rimarremo sino a stasera alle 22-22,30. Siamo circa in 800 tra imprenditori dell’indotto, trasportatori e nostri dipendenti e collaboratori. Siamo in tre organizzazioni a manifestare: Aigi e Confapi, che rappresentano le imprese, e Casartigiani che è dei trasportatori», spiega Fabio Greco, presidente di Aigi, l’associazione che raggruppa la maggioranza delle imprese che lavorano a Taranto con l’ex Ilva. «Oggi (ieri ndr), come avevamo annunciato», continua, «abbiamo garantito il mantenimento degli impianti. Abbiamo cioè fatto entrare in fabbrica il personale e le imprese per lo stretto necessario. Ma da domani (oggi ndr) non faremo entrare più nessuno se il Governo continua a non risponderci e a non convocarci malgrado le nostre ripetute richieste». Aigi, Confapi e Casartigiani vedono come fumo negli occhi il rischio di una nuova amministrazione straordinaria e temono che l’arrivo del commissario possa cancellare i loro crediti. Solo Aigi calcola il mancato pagamento di fatture per 120 milioni. Basteranno le rassicurazioni del ministro?Intanto una buona notizia. Acciaierie vince il ricorso al Consiglio di Stato: sospesa l’interruzione del gas di Snam.
Leone XIV (Ansa)
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«Haunted Hotel» (Netflix)
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Dopo il doppio disastro nella corsa alle rinnovabili e lo stop al gas russo, la Commissione avvia consultazioni sulle regole per garantire l’approvvigionamento. È una mossa tardiva che non contempla nessuna autocritica.