2023-05-29
Gli «esperti» Onu sono guidati da un economista
L’Ipcc, l’ente delle Nazioni Unite che (come l’Oms) dà la linea ai governi spacciandosi per tecnico, è in realtà zeppo di politici.È sempre a un ente sovranazionale e non eletto che viene affidata la gestione dell’emergenza di turno. E dopo che «ce lo chiede l’Europa» e «ce lo dice l’Oms», oggi siamo chiamati a modificare i nostri comportamenti per combattere il surriscaldamento del pianeta perché «ce lo chiede l’Ipcc». L’Intergovernmental panel on climate change, come l’Oms, è un organismo sovranazionale emanazione delle Nazioni Unite che sta ridisegnando il futuro del nostro pianeta. Ma pochi sanno, come nel caso dell’Oms, a chi risponda, come funzioni, a cosa serva e chi sostenga l’ente che continua a fare - letteralmente - il bello e il cattivo tempo in vista delle «future emergenze climatiche».Il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc) è, sulla carta, un’istituzione pubblica. Ha 195 Paesi membri, che si riuniscono una volta all’anno, e centinaia di funzionari ed esperti di diversi ministeri e istituti di ricerca. Fondato 35 anni fa, il Gruppo è oggi una delle principali autorità scientifiche sui cambiamenti climatici e le sue conclusioni ispirano non soltanto l’attivismo climatico ma gli stessi governi in materia di politiche climatiche, a cominciare dalla Cop 27 che si è tenuta a Sharm el-Sheikh a ottobre 2022, che si rifà alle sue valutazioni nel rapporto finale. È governato - come l’Oms diretta dal politico etiope Tedros Ghebreyesus - da un presidente che non fa parte della comunità scientifica, l’economista sudcoreano Hoesung Lee. E, come l’Oms, è finanziato in parte dai governi nazionali, in parte da contributi volontari.L’Ipcc ha elaborato, nel corso degli ultimi decenni, sei Rapporti Globali, il primo nel 1990, gli altri nel 1995, nel 2001, nel 2007 e negli anni 2013-2014. Il sesto ed ultimo è stato elaborato negli anni 2021-2022, le conclusioni sono state presentate a marzo 2023 e presentano due importanti omissioni: la parola «nucleare» non appare mai nel testo, né è lontanamente considerata come alternativa alle emissioni di Co2. Neanche le parole dollaro, o euro, appaiono nel rapporto: l’Ipcc, insomma, suggerisce politiche decisamente impattanti su governi e cittadini, ma non ne stima mai il costo. È, in breve, un documento scritto da autori che hanno una fede incrollabile nell’esistenza di un fenomeno di origine antropica, ossia causato principalmente dalla quantità eccessiva di gas serra emessi nell’atmosfera per colpa delle attività dell’uomo. È dall’inizio della sua fondazione che il panel è andato incontro a diverse crisi d’immagine, tra cui quella del cosiddetto Climategate, definito «il più grande scandalo scientifico della storia» (prepandemica) salvo poi essere derubricato a fake news: diversi passaggi estrapolati da mail interne sembravano suggerire che alcuni scienziati avessero manipolato i dati per «regolare» le temperature recenti verso l’alto ma, concordò unanime la comunità scientifica ufficiale, erano «falsi». L’Ipcc è finito sotto il fuoco delle critiche anche per alcuni errori di valutazione scoperti nel corso degli anni, come quello contenuto nel quarto rapporto, che avvertiva della possibile scomparsa dei ghiacciai dell’Himalaya entro il 2035. «È un refuso», si difese l’Ipcc, «intendevamo dire entro il 2350». Anche la diversità geografica degli esperti dell’Ipcc è un punto debole dell’organizzazione, dominata da scienziati britannici o americani: gli accademici del Sud del mondo rappresentano soltanto un terzo degli autori del sesto rapporto.L’autorevolezza dell’Ipcc è stata messa in discussione in numerose altre occasioni e la sua storia mostra pesanti interconnessioni tra scienza e politica climatica, evidenti quando si tratta di redigere le principali conclusioni delle valutazioni del Gruppo. Mentre i Rapporti constano di migliaia di pagine (l’ultimo ben 2.409), le Sintesi - riassunti ragionati destinati ai politici - poggiano su poche decine di cartelle. Questo esercizio di semplificazione è da sempre controverso: la composizione del panel è ibrida - autori scientifici e rappresentanti governativi - e di fatto le deliberazioni dell’Ipcc sono politiche, così come è intrinsecamente geopolitico il problema dei cambiamenti climatici, in mano all’ennesima élite tecnocratica.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.