2019-05-03
Gli animali piangono, ma non solo di dolore
Le famose lacrime di coccodrillo sgorgano per lo sforzo dopo un pasto abbondante, quelle delle tartarughe per espellere il sale. Ma tanti altri, come gli elefanti e gli scimpanzé, si commuovono davvero per la separazione dalla mamma, la morte o lo stress.Anche gli animali piangono. Nella maggior parte dei casi, le lacrime che vediamo sui loro volti sono una soluzione per proteggere e lubrificare gli occhi, o per rimuovere le particelle di sporco. Alcune tartarughe, ad esempio, espellono attraverso le lacrime il sale in eccesso. Mentre le famose lacrime di coccodrillo hanno ben poco a che fare con tristezza e depressione, ma piuttosto con lo sforzo dopo un pasto abbondante.Le lacrime di alcuni animali, tuttavia, sembrano causate, proprio come le nostre, da emozioni. Il pianto più famoso è quello degli elefanti. Nel 2014 il mondo si commosse per la storia di Raju, un anziano pachiderma liberato dopo 50 anni di lavori forzati: i suoi aguzzini, da mezzo secolo, lo costringevano a mendicare per le strade dell'India settentrionale. Quando gli attivisti della Wildlife sos, di notte, gli tolsero la catena stretta alla zampa piena di spuntoni che ne penetravano la carne, dai suoi occhi scorsero copiose lacrime. Un pianto di gioia? Sì, secondo i volontari che portarono a termine l'operazione: una volta realizzato quello che stava accadendo, Raju si sarebbe abbandonato a una reazione liberatoria per sfogare lo stress. Famosa anche la storia di Zhuang Zhuang, un elefantino della Shendiaoshan wild animal nature reserve, in Cina, che pianse per cinque ore dopo essere stato prima aggredito e poi ripudiato dalla madre. Le sue lacrime, secondo gli etologi, erano una reazione biologicamente innata alla perdita di contatto fisico con la madre, qualcosa di analogo al pianto dei neonati. Ancora una volta, più una risposta a un forte stress che una consapevole espressione di dolore così come lo intendiamo noi umani.Anche l'esperto di comportamento animale Marc Bekoff, che ha lavorato a contatto con la celebre studiosa di primati Jane Goodall, sostiene che, come i neonati umani, gli elefanti piangano più che per il dolore per eventi stressanti. I cani, poi, piangono (emettendo anche suoni strazianti) quando sono in pericolo o si sentono in prigione. I vitelli lo fanno quando vengono separati dalla mamma. Tuttavia, fa notare Bekoff, «lo stress è, di per sé, un'emozione». E comunque sono stati documentati casi in cui gli animali sembravano piangere proprio per il dispiacere. Per esempio il 4 maggio del 1865, al corteo funebre di Abraham Lincoln, c'era anche il suo destriero Old Bob, bardato a nero. Le cronache dell'epoca narrano che Old Bob lacrimava mentre seguiva a capo chino la bara del suo adorato padrone. Nel gennaio del 2017 un episodio analogo ha fatto il giro del Web. Quando il fantino Wagner de Lima Figueiredo è morto a 34 anni in un incidente in moto, suo fratello Wando ha pensato di portare ai funerali anche Sereno, il cavallo a cui il trentaquattrenne aveva dedicato la vita. Appena il feretro ha lasciato la chiesa, l'animale ha cominciato a battere gli zoccoli e nitrire. Poi, quando la bara è stata posata, ha appoggiato la testa sul legno emettendo suoni e sospiri. Ha commosso il mondo anche la storia della mucca tedesca Emma: dopo una vita passata a produrre latte, nel novembre 2015, quando fu caricata su un camion, non sapeva quale sarebbe stato il suo destino. A parlare furono i suoi occhi terrorizzati e inondati dalle lacrime. Ma Emma è stata fortunata: la sua destinazione non era un mattatoio, bensì una pensione, il Kuhrettung Rhein berg sanctuary in Germania, dove per la prima volta ha provato la sensazione di far parte di un branco e per la prima volta ha camminato sull'erba fresca.Secondo Jeffrey Masson, autore del libro Quando gli elefanti piangono, lacrimano a causa di forti emozioni anche gorilla, scimpanzé e orsi. Il campo dell'emotività animale, tuttavia, è ancora in gran parte inesplorato. Perché i sentimenti non sono misurabili in modo empirico e, per quanto ci sforziamo, continuiamo a utilizzare un «metro» umano. Gli elefanti, oltre che per il loro pianto, sono anche noti per le veglie funebri in cui accarezzano il defunto con la proboscide e passano giorni interi senza toccare cibo. Una manifestazione di lutto in piena regola, anche quando non viene versata una lacrima. Proprio come il video commovente dei gorilla del Ruanda - che di recente ha fatto il giro del mondo - in cui si vede un maschio dormire per due giorni accanto a un gorilla deceduto, con la testa sul suo corpo.Sebbene non versino lacrime, anche alcune specie di scimmie soffrono e a loro modo piangono. Ne è convinto Roger Fouts, pioniere delle ricerche sul linguaggio nelle scimmie. Il ricercatore ha studiato fra gli altri Washoe, la femmina di scimpanzé morta nel 2007 diventata nota in tutto il mondo per la sua capacità di comunicare col linguaggio dei segni: «Ho visto come Washoe ha reagito alla morte di un suo cucciolo. «Dov'è il bambino?», continuava a chiedermi a gesti. «Morto, finito. Non torna più», le rispondevo. Quando si rese conto che non l'avrebbe più visto, cadde in uno stato di depressione e di astenia che durò molte settimane, fino a quando le presentai un cucciolo da adottare». Fouts ricorda anche un altro episodio: «Quando una mia assistente era incinta, Washoe continuava a chiederle, con i gesti, come stava il bambino. Poi la ragazza perse il bambino e diede la notizia a Washoe, che dimostrò tutto il suo sconforto facendo il segno che equivale a «piangere», cioè si toccò le guance proprio sotto gli occhi. E poi le disse: «Vieni ad abbracciarmi»».Qualche anno fa Innocent Mburanumwe, guardia forestale del Parco nazionale di Virung, nella Repubblica Democratica del Congo, scattò alcuni immagini di una femmina di gorilla di montagna, Ruzuzi, mentre sembrava piangere la scomparsa del suo cucciolo di due settimane. Ruzuzi tenne con sé il piccolo per oltre una settimana dopo il decesso. E Jan Ramer, veterinario del parco, disse: «Anche se non possiamo sapere cosa passa loro per la testa, sembra davvero che i gorilla piangano i loro cari, o non ne riescano ad accettare la morte». Secondo Michael Trimble, neurologo del National hospital di Londra, che nel libro Why humans like to cry indaga sull'origine delle «lacrime emotive», piangere è il tratto distintivo che ci rende diversi dagli altri mammiferi che hanno altri modi di esprimere il loro stato emotivo. Trimble racconta che nello zoo di Munster, in Germania, alla gorilla Gana nel 2008 morì un cucciolo di pochi mesi. La mamma scuoteva il corpicino del piccolo, disperata, senza versare lacrime. Gli unici a piangere erano i visitatori dello zoo. Nella maggior parte dei casi, in effetti, l'espressione di dolore animale sembra prendere strade diverse dal pianto. Ma non è detto siano meno nobili delle nostre lacrime.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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