2024-05-27
Gli americani invadono il calcio italiano: già 15 i club a stelle e strisce
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Dalla serie A alla B i fondi di investimento statunitensi decidono di scommettere sul nostro Paese. Dopo l'uscita di scena di Suning nell'Inter sono sempre di più i club made in Usa. L'addio di Steven Zhang, ormai ex presidente della squadra nerazzurra, segna l'ennesimo passo indietro di Pechino in Europa. E' il fallimento degli investimenti iniziati più di 10 anni fa in Spagna, Francia e Inghilterra. Lo speciale contiene due articoliL’uscita di scena di Steven Zhang dall’Inter, dopo la scadenza del termine per la restituzione del prestito al fondo statunitense Oaktree da parte del gruppo Suning, ridisegna lo scacchiere geopolitico del calcio italiano. La Cina esce definitivamente di scena dall’Italia, proseguendo la strategia di dismissione degli investimenti nel mondo del calcio iniziata più di 10 anni fa. Ora sono gli Stati Uniti a far sentire la loro presenza non solo in Serie A, ma anche nelle serie minori del calcio italiano tra serie B e C. Del resto alla fine del 2023 il bollettino ufficiale della «International Trade administration» aveva dedicato un’analisi al calcio italiano. Nel testo si ricordava come alla fine dello scorso anno gli investitori statunitensi possedessero 12 squadre di calcio professionistiche italiane, tra cui il Milan tramite Red Bird di Jerry Cardinale. Ora sono già 15, ben 14 in più rispetto a 10 anni fa, quando solo una squadra era di proprietà di un investitore statunitense, ovvero la Roma di James Pallotta che poi ha ceduto nel 2020 a Dan Friedkin (anche lui americano), proprietario della società di famiglia, il The Friedkin Group. Gli Usa guardano all’Italia, nonostante il giro d’affari sia inferiore a quello della Liga Spagnola e della premier League inglese. Secondo dati della Figc, squadre di Serie A italiane hanno prodotto un reddito complessivo da biglietteria, radiodiffusione, merchandising, sponsorizzazioni e altre fonti di 2,1 miliardi di euro nella stagione 2020-21. Sebbene impressionante, si tratta solo di circa due terzi di quello prodotto dalla Liga spagnola (3,3 miliardi di euro) e meno della metà di quello della Premier League britannica (5,2 miliardi di euro). L'Inter in mano a Oaktree è solo l'ultima di una lunga serie. Nel febbraio 2022 la famiglia Percassi, proprietaria dell’Atalanta, ha ceduto il 55% delle quote de La Dea Srl, la sub-holding che detiene circa l’86% del capitale sociale dell’Atalanta, a un gruppo di investitori capitanati da Stephen Pagliuca, Managing Partner e comproprietario della squadra di calcio dei Boston Celtics, oltre che manager di Bain Capital, uno dei principali fondi di investimento al mondo. Quest’anno la squadra ha vinto l’Europa League. Nel 2014 quando un gruppo di investitori nord-americani, rappresentati dall'imprenditore canadese Joey Saputo e dall'avvocato di New York Joe Tacopina, decisero di rilevare il Bologna. Tacopina però poi decise di prendere la Spal. E’ rimasto Saputo che quest’anno ha portato la squadra in Champions League. 5 anni fa, nel giugno del 2019, la famiglia Della Valle ha venduto la Fiorentina all'italo-americano Rocco Commisso, numero uno della Mediacom Communications Corporation. Operazione completata il 22 settembre 2021: la squadra parteciperà quest’anno alla finale di Conference League.C’è anche il Genoa che negli anni passati è diventato a stelle e strisce. Enrico Preziosi ha venduto al fondo di investimenti americano 777 Partners: dopo aver riportato il club in Serie A quest’anno ha disputo un più che dignitoso campionato allenato dall’ex stella del Milan Alberto Gilardino. Fresco di promozione in serie A c’è poi il Parma di proprietà di Krause Group. L'americano Kyle Krause, presidente e Ceo del gruppo che porta il suo nome: «Il mio interesse per il calcio italiano deriva dal fatto che mia madre è italiana. Sono italoamericano e ho una grande passione per il soccer». Chi potrebbe salire in Serie A è anche il Venezia, che si gioca in questi giorni la finale playoff di Serie B. Il newyorchese Duncan Niederauer è attualmente il presidente. Anche lo Spezia, Robert Platek è l'investitore che nel febbraio 2021 ha rilevato il 100% delle quote della società dalla Orlean Invest di Gabriele Volpi. Il 20 dicembre 2021 anche il Cesena ha il passaggio di proprietà al gruppo americano della JRL Investments, società che ha sede a New York e che fa a capo alla coppia formata da Robert Lewis e John Aiello: sono appena saliti in serie B. Lo scorso anno anche la Triestina è passata a Lbk Capital LLC, fondo di investimento americano che ha ad Atlanta la propria sede. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/gli-americani-invadono-il-calcio-italiano-gia-15-i-club-a-stelle-e-strisce-2668381130.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-grande-ritirata-dei-cinesi-dal-calcio-europeo" data-post-id="2668381130" data-published-at="1716719722" data-use-pagination="False"> La grande ritirata dei cinesi dal calcio europeo La Cina è lontana. Il gruppo Suning esce dall’Inter dopo anni di successi, passando di proprietà al fondo californiano Oaktree, proprio come accadde per Yongon Li dal Milan, quando passò al fondo Elliiott. Per i rossoneri il periodo cinese fu tra i più tristi e complessi di sempre. Lo stesso attuale presidente Paolo Scaroni ha ricordato quegli anni come molto complicati. «Nella gestione cinese ero in costante apprensione. Per il prestito concesso, Elliott mi volle in sua rappresentanza nel Consiglio d’Amministrazione. Un anno di inferno, la situazione finanziaria era sempre leggermente sotto i parametri richiesti, ogni intervento di Yonghong Li, anche se di pochi milioni di euro, arrivava all’ultimo momento disponibile». Che qualcosa non sia andato come doveva in quegli in cui la Cina faceva di tutto per investire nel calcio lo si poteva forse capire prima. E pensare che nel 2015 Il presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping aveva visita la City Football Academy del Manchester City accompagnato dal primo ministro britannico David Cameron. Aveva scelto di far visita all'ex club di Sun Jihai: il primo cinese a segnare in Premier League. Proprio in quegli anni il 13% del club in mano allo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan, era passato alla China Media Capital per 400 milioni di euro. I cinesi sono ancora nel Manchester City, ma la loro quota continua ad assottigliarsi. Erano gli anni ruggenti della Cina nel pallone. Per il presidente Xi Jinping gli obiettivi erano almeno tree qualificarsi per un’altra Coppa del Mondo, ospitare una Coppa del Mondo e persino vincere un campionato di Coppa del Mondo. Due anni dopo, nel 2017, il Southampton finiva nelle mani di capitali cinesi. Ma era solo uno degli ultimi, dopo Aston Villa, Birmingham, Reading, West Bromwich e Wolverhampton. In Italia c’erano Inter, Milan e Parma di proprietà cinese. In Spagna Atletico Madrid, Espanyol, Granada, Jumilla e Lorca. Per non parlare della Francia, con Auxerre, Lione, Nizza e Sochaux. In quegli anni in Cina si investiva molto sul calcio. Si spendevano cifre mostruose per i giocatori europei. C’erano l’ex del Napoli Marek Hamsik che giocava nel Dalian, allenato da Rafa Benitez per 9 milioni di euro a stagione o Graziano Pellè, ex attaccante di medio livello della nazionale italiana che arrivava a guadagnare 13 milioni annui allo Shandong Luneng. I grandi gruppi economici cinesi, da Evergrande a Suning, entrambe ormai in gravi crisi finanziarie, facevano a gara per fare investimenti. Peccato che poi la bolla sia esplosa. E Pechino abbia deciso di fare retromarcia. Tanto che già nel 2017 le squadre di calcio cinesi avevano iniziato a non pagare più i calciatori. Il ritorno di guadagni sperato nel rilancio del calcio non ha funzionato. Così nel 2018 Wang Jianlin, considerato fino al fino al 2017 uno degli uomini più ricchi di Cina, fu quasi costretto a cedere le sue quote nell’Atletico Madrid dove aveva investito sin dal 2015 con tanto di stadio con il nome Wanda Metropolitano. La società cinese decise di cedere la propria quota, pari al 17%, alla israeliana Quantum Pacific Group, che era già entrata mesi prima nel club. Da due anni anche l’Espanyol di Chen Yansheng è in trattative per la vendita a un gruppo statunitense. Anche il Nizza acquistato nel 2016 da un consorzio cinese da Chien Lee e Alex Zheng è passato nel 2019 a Ineos una delle più grandi aziende chimiche al mondo. E’ rimasto davvero molto poco della nel calcio europeo.
Jose Mourinho (Getty Images)