2020-04-03
Giuseppi e Gualtieri ci hanno già svenduto. E in attesa del Mes non sganciano i soldi
Slitta il decreto per salvare le imprese ed è mistero sul Def. La verità è che il governo cincischia aspettando la Troika.Siamo al gioco delle tre carte. Giuseppe Conte annuncia che oggi varerà liquidità alle imprese e mezz'ora dopo dal Mef fanno sapere che il decreto non è pronto. Imperterrito però continua a raccontare favole: attacchi di pirati al sito dell'Inps, stracci che diventano mascherine, ventilatori fantasma, gite fuori porta sì, ma di casa. Questo fa parte dell'ordinaria incompetenza. Ciò che offende sono le bugie che lui e Roberto Gualtieri del Pd raccontano sui conti. Ha dettato il premier al Fatto Quotidiano: «Abbiamo concordato di stralciare le misure per assicurare liquidità soprattutto alle imprese, come ha anticipato il ministro dell'Economia Gualtieri. Stiamo preparando un decreto, spero di riuscire a portarlo già in Consiglio venerdì (oggi per chi legge, ndr) per consentire alle imprese un più agevole accesso ai finanziamenti delle banche, fino a 200 milioni di euro con la garanzia di Stato. Poi vareremo, mi piacerebbe prima di Pasqua, una sorta di manovra con nuove misure economiche molto rilevante». Dal Mef, però, fanno sapere che il decreto per la liquidità alle imprese non è pronto: oggi non se ne parala, slitta di qualche giorno. Siamo arrivati a oltre un mese di blocco totale delle aziende e non c'è un euro. Il governo ha annunciato 4 miliardi ai Comuni: non sono un centesimo in più, è solo un'anticipazione. La cassa integrazione sarà erogata a fine aprile dalle banche, ma dietro garanzie dei lavoratori; il sussidio agli autonomi se l'Inps non salta lo danno il 15 di aprile, cioè dopo 40 giorni di incassi zero; i 400 milioni per gli indigenti ai Comuni sono un'elemosina. Come non bastasse, ieri hanno bocciato i voucher per i raccolti in agricoltura: niente lavoro in più e il rischio è che si resti senza soldi, cibo e fabbriche. Viene quasi il sospetto che Gualtieri, con il benestare di Conte, abbia già promesso ai falchi di Bruxelles che l'Italia attiverà il Mes. Ora il ministro dell'Economia ha capito che nella sua maggioranza tira pessima aria, e che nel Paese si rischia la rivolta se per caso si attiva il Fondo salva Stati, perciò cerca di non spendere. Strozza il Paese lui, prima che ci pensi la Troika. C'è un formidabile indizio a confermarlo. Giuseppe Conte, invece di parlare di prossime «manovre» entro Pasqua, dovrebbe dire se è in grado di rispettare la scadenza improrogabile del 10 aprile imposta dalla legge 31 del 2011, che prevede di presentare alle Camere (e farlo votare) il Documento di economia e finanza. Giova ricordare che nel decreto Cura Italia alle aziende sono state concesse 96 ore di proroga per pagare tasse e Iva. Dov'è la simmetria tra l'obbligo fiscale imposto comunque ai contribuenti e quel Gualtieri che il 16 marzo aveva esortato «chi può paghi comunque le tasse», e oggi non rispetta una scadenza di legge? Sempre il 16 marzo il ministro dell'Economia annunciava col Cura Italia: «Si tratta di un primo provvedimento per dare liquidità massiccia a famiglie e imprese, cui seguiranno provvedimenti più precisi di ristoro». Dov'è questa massiccia liquidità? La verità è che Gualtieri non sa cosa scrivere nel Def, perché ha promesso a Bruxelles qualcosa d'inconfessabile e non tira fuori un euro. Si ripara dietro Conte che ha raccontato di volere solo i coronabond e di avergliene dette quattro agli olandesi e a Frau Merkel. Intervistato però dalla tv tedesca Ard a domanda precisa - «È vero che Angela Merkel le ha detto considera che i Coronabond potrebbero non arrivare mai e faremo ricorso al Mes? Lei cosa ha risposto?» - ha impapocchiato su un «adesso le parole esatte non le ricordo. Abbiamo espresso due visioni diverse durante la nostra discussione». Tradotto: non c'è speranza che la Germania ci faccia sconti. Allora il Documento di economia e finanza dovrebbe dire che è pronta la patrimoniale, che avremo alcuni milioni di disoccupati in più e che venderemo gli asset strategici. Perciò attorno ai conti al ministero dell'Economia e a Palazzo Chigi si tace, perciò si annunciano soldi che non vengono mai erogati: stanno nascondendo il Mes sotto il tappeto! Cosa può scriverci Gualtieri nel Def? Che il Pil quest'anno (anche perché il governo non sa, non vuole e non può sostenere l'economia) franerà del 10%, il che significa circa 70 miliardi di minori entrate fiscali? Che il rapporto debito Pil andrà verso il 152%? Che le clausole di salvaguardia già previste in 20 miliardi per il 2021 e per 27 miliardi per il 2022 porteranno l'Iva al 25%? Se facciamo un po' di conti arriviamo alla necessità di trovare tra i 100 e i 120 miliardi solo quest'anno. Anche se è sospeso il patto di stabilità ai fini dello sforamento ammesso dall'Europa conterà solo la spesa per l'emergenza sanitaria. C'è ancora chi s' illude che il Mes sarà evitato? Questa è la verità inconfessabile di Conte: ha la Troika in sala d'aspetto! Perciò il premier evoca generiche manovre di primavera che si dissolvono nell'arco di un pomeriggio. Se vuole può smentirci: presenti il Def. Anche perché, se non lo fa, è fuori legge.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)