2020-06-22
Giuseppi chiude il circo Stati generali e per coprire il flop prova il taglia Iva
La kermesse di Villa Pamphili giunge al capolinea con una sfilata di Vip. Ricevute per ultime le professioni sanitarie, tra un brano di Elisa e un monologo di Baricco. Infine la sparata fiscale: «Ne stiamo discutendo».Le ultime 36 ore dei cosiddetti Stati generali hanno portato con sé la tristezza cupa del tendone da circo che sta per essere smontato. Non prima, però, degli ultimi numeri, dei figuranti aggiunti in extremis, più qualche vecchio trapezista convocato per i minuti finali dello spettacolo. Eppure il premier ha continuato fino alla fine a vendere fumo: «Dobbiamo reinventare il Paese». Non solo: ha pure sollecitato un intermezzo canoro, come vedremo. Sabato, in un'alternanza surreale, il palcoscenico era toccato ad animalisti e ambientalisti («per progettare il rilancio», recitava il programma), a un musicista dei Castelli romani, a un ristoratore della Romagna, all'Alleanza contro la povertà (qualcuno a Villa Pamphili si è perfidamente domandato: «Ma la povertà non l'aveva già sconfitta Luigi Di Maio sul balcone di Palazzo Chigi un anno e mezzo fa?»), e poi ancora a una coppia di commercianti di scarpe. Ieri Giuseppe Conte ha sintetizzato in un video autocelebrativo su Facebook quello che ha definito «il dialogo che stiamo coltivando»: «Alessandra e Fabio mi hanno parlato del loro negozio di calzature a Firenze; Romina e Daniela delle loro attività dedicate ai servizi alla persona; Bartolomeo, Maria e Cristina delle difficoltà del settore turistico dove lavorano tra Puglia, Lazio e Abruzzo; Roberto, romagnolo, dei problemi della ristorazione; Stefano, musicista dei Castelli romani, del mondo degli artisti. Ci siamo confrontati in modo franco e diretto». In questo stesso video, rispondendo a uno dei cittadini intervenuti, Conte ha inserito un accenno vago (con il solito gerundio) a un eventuale futuro abbassamento dell'Iva: «Stiamo discutendo in questi giorni un po' sull'Iva. Ritoccare l'Iva potrebbe dare una spinta alla ripresa dei consumi». La Germania lo ha fatto davvero (senza gerundio né Stati generali): per i consumatori tedeschi l'Iva scenderà per un semestre dal 19% al 16%, e l'aliquota più bassa (quella che riguarda essenzialmente i prodotti alimentari) sarà tagliata dal 7% al 5%: solo questa operazione decisa da Berlino vale 20 miliardi. Sta di fatto che Palazzo Chigi ha costruito l'intero pomeriggio mediatico di ieri (e ha determinato l'impostazione e i titoli dei tg della sera) su questa pura e semplice eventualità, su un annuncio del tutto ipotetico eppure trasformato in notizia.Ma torniamo agli Stati generali. Ieri, giornata conclusiva della kermesse, il baraccone ha visto un vorticoso succedersi di altri convocati. Al mattino manager e imprese, saltando letteralmente di palo in frasca: da Lavinia Biagiotti Cigna (Biagiotti group) a Daniele Ferrero, (Venchi), da Betta Maggio (U-earth biotechnologies) ad Andrea Pontremoli (Dallara automobili), da Catia Bastioli (Novamont) ad Alberto Vacchi (Ima), da Vito Pertosa (Angel) a Giordano Riello (Riello), passando per Renzo Rosso (Otb), Fabrizio Di Amato (Maire Tecnimont) e Chiara Burberi (Redooc). Nel pomeriggio, con un programma quasi tratto dal palinsesto di Rai 3 o di La 7, sfilata finale con i protagonisti della cultura, secondo la tendenza più facile da immaginare: gli archistar Massimiliano Fuksas e Stefano Boeri (il primo avrebbe parlato delle periferie, il secondo della «forestazione»), gli scrittori e monologanti televisivi Alessandro Baricco e Stefano Massini (Baricco avrebbe chiesto «non riformismo, ma cambiamento vero», qualunque cosa ciò possa significare), l'attrice e pasionaria Monica Guerritore (che ha citato Dante: «E quindi uscimmo a riveder le stelle», fa sapere Palazzo Chigi), la cantante Elisa (che, a richiesta del premier, avrebbe eseguito a cappella, sempre in videoconferenza, Luce, il brano con cui vinse Sanremo), il regista Giuseppe Tornatore. Elisa, intermezzo canoro a parte, avrebbe parlato di musica, la Guerritore di teatro, Tornatore di cinema. Banalissimo e scontato lo spin di Palazzo Chigi: «Un settore, quello della cultura, vero punto di forza del Paese, di fondamentale importanza, e a cui questo governo vuole dare la dovuta attenzione». Per dimenticare tutto con un bicchiere di vino, è poi intervenuto il sommelier Franco Maria Ricci. Ultimo giro per la consulta delle professioni sanitarie: giusto per ricordare, a un minuto dalla fine, che tutto era partito da un'emergenza sanitaria. Dopo questa spossante processione, l'ultima tappa della via crucis di Villa Pamphili è stata la conferenza stampa conclusiva di Giuseppe Conte, inizialmente prevista per le 18 e poi slittata verso le 20. A fornire un cattivo presagio ci si è messo anche il meteo: per tutta la giornata il tempo era stato bellissimo, una domenica di estate piena. Ma poco prima dello speech del premier il cielo si è fatto buio, si è alzato un vento minaccioso, e quindi è arrivata una pioggia fitta e insistente, costringendo la macchina casaliniana ad attendere a lungo il ritorno del sereno. E alla fine Conte è apparso («Abbiamo lavorato in modo concreto e intenso. Ci è stata restituita tanta energia, tanta resilienza, tanto genio italico»). E per presentare il senso del suo piano, il premier ha fatto ricorso alla fuffa di Baricco: «Abbiamo aperto all'impossibile il panorama della nostra mente». Ma c'è da dubitare che lo spettacolo, canzoncine incluse, sia servito a rassicurare imprese e lavoratori.
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Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)