2024-12-09
Giro d'affari di 120 miliardi di euro per lo sport italiano
True
Il report pubblicato pochi giorni fa da Banca Ifis evidenzia come il settore sport in Italia continui a rappresentare una fetta importante del Pil, con un giro d'affari di 120 miliardi di euro nel 2023 (+17% sul 2022). In aumento turismo sportivo (+38%) e scommesse legali (+22%).Che lo sport, sia praticato che sotto forma di contenuti fruibili tramite i media, fosse un elemento quasi imprescindibile per la maggior parte degli italiani è cosa saputa e risaputa. Così come è altrettanto evidente che questo settore rappresenti sempre più una fetta importante dell'intero Prodotto interno lordo nazionale, considerando il grandissimo valore a livello di fatturato e indotto, e sia sempre più un motore economico e sociale per il Paese.A certificare tutto questo è stato il report pubblicato la settimana scorsa da Banca Ifis in collaborazione con il Coni in occasione della terza edizione dell’Osservatorio sullo Sport System che ha analizzato un ecosistema composto da 115.000 società sportive, 10.000 imprese e più di 400.000 lavoratori. Tra i numeri più significativi emersi dallo studio c'è sicuramente quello che riguarda il valore del giro d'affari raggiunto dal settore sportivo italiano nel 2023, pari a oltre 120 miliardi di euro, il 17% in più rispetto all'anno precedente. Tale risultato si riferisce all'intera filiera che include la gestione delle strutture sportive, le attività di tutte le società dilettantistiche, la produzione e la vendita di abbigliamento sportivo, così come di attrezzatura e veicoli, con le aziende produttrici di beni per lo sport che hanno generato ricavi pari a 23,1 miliardi di euro, garantendo occupazione a 159.000 lavoratori. Ma anche tutto ciò che ruota attorno all'editoria sportiva (in calo del 12% rispetto al 2022 a causa di una consistente riduzione degli investimenti dei broadcaster nella trasmissione degli eventi sportivi), all'organizzazione di eventi e agli introiti derivati dalle scommesse legali ha contribuito in gran parte al giro d'affari miliardario raggiunto dallo sport in Italia. In particolar modo, dall'analisi elaborata da Banca Ifis emerge come queste ultime due voci abbiano trainato in maniera significativa la spinta e la crescita complessiva dello sport, facendo registrare un +38% per quanto riguarda il turismo sportivo rispetto al 2022 e un +22% per quanto riguarda le scommesse legate a eventi sportivi, soprattutto calcio e tennis. Nei dodici mesi dello scorso anno, periodo preso in esame dallo studio, il settore delle scommesse sportive ha raccolto in totale 20,1 miliardi di euro, pari al 13,5% del totale del gioco legale. In merito al turismo sportivo, invece, la tendenza suggerisce che dal periodo post Covid, in. cui molti eventi sono stati annullati e molti altri sono stati disputati a porte chiuse, è aumentato vertiginosamente negli appassionati il desiderio di esserci, di rendersi in qualche modo parte dell'evento, contribuendo così al boom del turismo sportivo con una spesa complessiva aumentata del 65% rispetto all'anno precedente, con un +30% di soldi spesi in più per gli alloggi, un +54% per la ristorazione, un +64% per i trasporti e un +35% per lo shopping di oggetti o abbigliamento legati agli eventi sportivi. Altro dato interessante è quello relativo al moltiplicatore degli investimenti, sia pubblici che privati, passato dai 21 milioni di euro del 2022 ai 23,5 del 2023, in base al quale ogni milione d euro investito nello sport ha generato quasi 24 milioni di ricavi.
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
Continua a leggereRiduci