2024-12-27
Giovanni Gasparro: «Il mio pennello è controrivoluzionario»
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L’artista celebre per i soggetti religiosi: «Mi lascio ispirare dalle iconografie sacre perché il loro valore catechetico è un balsamo contro le derive moderne, che ribaltano i valori fondativi dell’Occidente. Però io vivo il presente e la mia opera lo rispecchia».Giovanni Gasparro è senza dubbio uno dei più straordinari artisti europei. Le sue opere sembrano provenire da un’altra epoca, eppure sono di una attualità disarmante. Nonostante l’evidente grandezza del suo lavoro, non è certo tra gli artisti più celebrati dei media. E, incredibilmente, nessuno si è scandalizzato quando - poco tempo fa - è stato portato in tribunale da alcune associazioni ebraiche per un dipinto dedicato a San Simonino da Trento, assurdamente accusato di antisemitismo. In ogni caso, Gasparro coraggiosamente porta avanti la sua poetica con granitica convinzione: il suo talento non ha certo bisogno delle lusinghe del mondo. Che cosa la spinge a scegliere soggetti religiosi per le sue opere?«Sin dagli anni di studio, le iconografie sacre costituivano la mia principale fonte ispirativa. Queste narrazioni figurate non sono lettera morta, sono incredibilmente vive nel mio sentimento religioso personale e ne permeano la tessitura cromatica, nelle visioni partorite dalla mia immaginazione. Le commissioni di pale d’altare o di interi cicli pittorici sono giunte quando i committenti hanno avuto modo di toccare con mano le mie proposte, persino in gallerie e musei d’arte contemporanea, ovvero in contesti radicalmente distanti da un qualsivoglia sentimento spirituale o tantomeno devozionale. Questo mio interesse si è riversato sia in soggetti tante volte proposti nelle immagini d’arte del Cattolicesimo, sedimentate nella memoria collettiva, sia nelle nuove iconografie ideate per Santi canonizzati di recente o poco indagati dalla pittura antica e moderna. Per me il territorio visionario cattolico è ancora parzialmente inesplorato». Quanto è importante dunque la fede per la sua produzione artistica?«Fondamentale. Sono cattolico e per me il carattere catechetico della pittura figurativa è congeniale all’articolazione di un immaginario iconografico legato alle Sacre Scritture. Anche quando ricevo commissioni, accetto solo quelle che sono congeniali alla mia poetica e alle mie prerogative di fede. Essendo una propensione molto intima e sentita non potrei forzarla in alcun modo». Sembra quasi che lei voglia collocarsi non tanto fuori da questo tempo, ma addirittura contro di esso: è così?«Ho cercato sempre di pormi sul terreno artistico dell’eterno. Non mi interessa innestarmi nel contingente e quindi, per certi versi, rifuggo il mio tempo. Lo percepisco come contrario ai miei principi ispirativi. Il sovvertimento valoriale mi costringe non tanto a rifugiarmi comodamente in un altrove mistico e spirituale, per codardia o per non prendere posizione ma esclusivamente per mostrare un’altra via. Che oltretutto è quella che ho scelto per me, nella mia vita, oltre che in arte. I soggetti che scelgo per le mie opere sono essi stessi una sorta di contrapposizione netta al nostro triste tempo. Ciò nonostante, credo che la mia pittura sia espressione della contemporaneità, sebbene elaborata in netta antinomia». Si sente antimoderno? «Mi sento controrivoluzionario. Se la modernità è percepita nell’accezione rivoluzionaria, ovvero come generatrice di un processo di sovvertimento dei valori che hanno fondato la civiltà e la cultura occidentale, figlia del Cattolicesimo, allora posso certamente definirmi antimoderno. Resto sulla linea di pensiero di Monaldo Leopardi, il cui alto pensiero è stato messo in ombra da quello del figlio Giacomo. Lui aveva inteso, con lungimirante acume ed ironica sagacia, tutti i limiti ed i pericoli generati dal pensiero rivoluzionario dell’epoca dei “lumi”, contro ogni gerarchia familiare e sociale, contro la Chiesa, contro la morale, in nome di un concetto di libertà inteso in modo erroneo. L’epoca in cui noi viviamo, non fa che dargli ragione in modo, purtroppo, evidentissimo». Pensa che queste sue scelte l’abbiano danneggiata in qualche modo? Spesso gli artisti finiscono sui giornali perché «impegnati», lei no. «No, la scelta di dipingere prevalentemente arte sacra mi ha preservato da un certo terreno di scontro, tipico delle correnti artistiche contemporanee che sfruttano il clamore mediatico per generare processi di autopromozione. Eppure, mio malgrado, almeno in un caso, anch’io sono stato travolto da un certo clamore per una mia opera pittorica e purtroppo non per i virtuosismi del mio pennello! Per indole personale rifuggo qualsiasi controversia e polemica. Sono lontanissimo da quel genere d’arte concettuale che fa della provocazione, della blasfemia o del vituperio la sua ragion d’essere. Mi interessa esclusivamente indagare l’animo dell’uomo d’oggi e farlo attraverso codici visivi ed iconografici mutuati dalla grande tradizione dell’arte figurativa occidentale, come detto, derivante dai testi vetero e neo testamentari o dalle vite dei Santi. Talvolta anche con soggetti profani. Ovviamente la mia pittura esplicita anche il mio pensiero. Non sono un pittore “d’arte d’arredamento”. Le mie opere sottendono la mia visione del mondo e sono ben cosciente che possano veicolare massaggi che talvolta provo ed esplicitare. Valga a paradigma il dipinto Casti connubii ispirato all’omonima enciclica di Pio XI sul matrimonio cristiano e contro le pratiche eugenetiche ed abortive. Opera che mi è valsa la vittoria del Bioethic Art Competition della Cattedra di Bioetica e diritti umani dell’Unesco. Vivo nel presente e la mia arte è espressione del mio pensiero». La libertà è la grande promessa dei nostri tempi. Che cosa significa per un artista essere davvero libero? «Chi conosce bene le dinamiche dell’arte moderna e contemporanea, sa bene che la promessa liberale, soprattutto in campo artistico, è totalmente fallace. Un artista non dovrebbe curarsi dell’accoglienza del suo messaggio poetico o intellettuale, così come del suo linguaggio sul piano estetico e formale. La libertà è reale solo nella misura in cui non conosce compromessi di sorta con ciò che vorrebbero imporre critica, mercato e “pensiero unico dominante”. L’artista deve avere il coraggio di credere per primo alle proprie capacità “profetiche” ed osare proporle, anche quando possono andare a detrimento del proprio patrimonio, della fama e della popolarità. Il problema resta l’isolamento a cui ci si espone per l’incapacità altrui di difendere questa libertà. Parlo con una certa cognizione di causa».Che cosa significa concretamente isolamento? Che non si viene invitati a premi e esposizioni? Che non si lavora abbastanza?«In termini artistici, l’isolamento è la condizione dell’artista negletto. Premi, esposizioni in musei e biennali, affidamento di commissioni pubbliche importanti, siano esse laiche o ecclesiali, sono di sovente appannaggio di una cerchia ristretta di artisti e delle gallerie che li promuovono. Il sistema del contemporaneo, soprattutto in Italia, predilige linguaggi ancora legati alle avanguardie e alle mode degli anni Sessanta e Settanta, nonostante oggi appaiano forme stanche e manierate d’arte ed abbiano perso il carattere provocatorio che avevano in quei decenni. Installazioni, video arte, astrattismo, arte concettuale la fanno ancora da padroni. All’estero questo pregiudizio critico è meno marcato e si stanno creando molte opportunità per la valorizzazione della pittura, persino figurativa e sacra. Ovviamente anche i soggetti delle opere e le tematiche proposte dagli artisti possono determinare la diffidenza e quindi, ancora l’isolamento, da parte di chi dirige musei, fondazioni, teatri. La vita degli artisti di genio non è mai stata semplice. La storia lo insegna. Oggi subentrano ulteriori meccanismi e logiche di potere a tratti incomprensibili. Per lo meno per me».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.