2018-09-05
Dal rosario di pietre al cerotto d'argento, il made in Italy dei gioielli vale 4,5 miliardi
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Nel 2017 il settore dei gioielli e della bigiotteria ha registrato in Italia un fatturato di 4,5 miliardi di euro. È il potere dell'artigianalità nostrana che riesce ancora ad avere la meglio sui grandi colossi del settore. Indossare un prezioso non è semplice: esistono regole ben precise, dettate dal galateo, per essere sempre perfette e mai fuori luogo. Un esempio? Mai portare anelli e collane quando si va in piscina. E se non sapete cosa abbinare al vostro look, scegliete i diamanti. Parla Marica Abate, creative director del brand di gioielli e bijoux Parure Collection: «Oggi Instagram non è una scelta, è un obbligo. O ci sei o ci sei. È una fetta di mercato ampia ed in costante crescita che nessuno può permettersi di perdere. Eppure a me manca il contatto con il cliente». L'ultima moda: finti cerotti in argento da portare al polso, alle dita o sui lobi. E gli immancabili rosari, declinati in ogni forma e colore. Lo speciale contiene 5 articoli. Anche se non sempre allo stesso ritmo il settore orafo e della bigiotteria in Italia ha registrato una crescita costante dal 2010 al 2017. Come spiega uno studio di Confcommercio sul settore, nel 2017 quello dei gioielli e della bigiotteria ha registrato un fatturato in Italia di 4,5 miliardi di euro, con un incremento notevole rispetto al 2010 quando il giro d'affari era minore del 30% circa. A livello mondiale, le vendite di gioielleria sono arrivate a 290 miliardi di euro, ma la peculiarità è che la parte legata a un marchio vale poco più del 10%, 37,3 miliardi di euro.In parole povere, si tratta ancora di un settore in cui l'artigianalità (e l'artigiano) la fanno da padrone rendendo i dati sul settore di difficile reperibilità. Anche se ciò non toglie che si tratti di un mondo in ottima salute. Il 2017 è stato un anno buono per il mercato italiano: il merito è tutto della ripresa mondiale dei gioielli in oro (+4%) monitorata dal World Gold Council, grazie soprattutto al recupero del mercato indiano (+11,5%), principale responsabile insieme alla Cina della significativa contrazione che ha interessato la domanda mondiale di gioielleria in oro nel 2016. La buona performance del 2017 è confermata dalla crescita delle esportazioni: il complesso dell'oreficeria e bigiotteria ha visto l'export aumentare del 12%, un risultato decisamente migliore rispetto al dato, comunque molto positivo, del totale delle esportazioni italiane e in ripresa rispetto ad un 2016 molto deludente sui mercati esteri.I dati relativi alla sola componente in metalli preziosi (argento e oro e altri metalli) sono addirittura leggermente migliori: +12,7% i valori esportati, frutto della diminuzione del 3,3% della componente in argento e della forte crescita (+14,7%) di quella in oro e altri metalli (che pesa per il 90% sull'aggregato dei gioielli in preziosi e per l'80% circa sull'aggregato che include anche la bigiotteria). Positivo anche il trend delle quantità inviate all'estero, con un +6% e risultati simili per l'argento e per l'oro e gli altri preziosi.Ma dove sono più richiesti i gioielli prodotti in Italia? Nel corso del 2017, la Cina, dal 2013 il primo Paese per domanda di gioielli in oro, ha registrato un aumento (+2,6%), grazie al recupero nella seconda parte dell'anno. Una dinamica simile è registrata anche dagli Stati Uniti (+2,8%), al terzo posto del ranking con un peso sulla domanda di gioielli del 5,7%.Anche la Svizzera ha evidenziato un andamento nettamente favorevole (+24,4% per la componente in oro), così come Hong Kong (+16%) e gli Stati Uniti (+23,5%). Spicca poi il risultato molto positivo delle vendite verso la Turchia (+30,7%), altro player importante nel mondo del gioiello e possibile ponte verso le destinazioni centro asiatiche. Recupera terreno la Germania (+22,8%), mercato che ha progressivamente perso peso come destinazione del gioiello italiano, dove sono diretti negli ultimi anni gioielli in oro dal valore medio unitario molto ridotto.Rimane, invece, in territorio negativo l'export verso gli Emirati Arabi Uniti (-4,5% per la componente in oro e -3,4% per il complesso della gioielleria e bigiotteria). I flussi di gioielli e bigiotteria italiani diretti agli Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto un record storico nel 2013 (anno di picco della domanda mondiale del settore), per poi successivamente declinare in modo costante, perdendo quasi il 30% cumulato nell'ultimo quadriennio.Il mercato dei gioielli non sembra, quindi, quasi aver risentito della crisi: secondo uno studio di Federpreziosi realizzato per Vicenzaoro, la maggiore manifestazione italiana del settore, in Italia ad oggi si sono 17372 punti vendita (3898 nel Nord Ovest, 2683 nel Nord Est, 3707 tra Sud e isole e 7084 nel Centro, l'8,1% solo nella capitale), solo 69 in meno al 2009, anno in cui si registravano 17441 gioiellerie. Un decremento che molti settori si sognano. In totale il settore della gioielleria dà lavoro a 39721 persone (2951, il 7,4%, a Roma).L'artigianalità italiana, insomma, riesce ancora ad avere la meglio in questo settore dominato perlopiù ancora da piccoli professionisti e non da grandi colossi del settore. Sarà così a lungo? Almeno fino a quando i grandi gruppi industriali non troveranno il modo di offrire prodotti di alta qualità, personalizzati e a prezzi bassi. INFOGRAFICA!function(e,t,n,s){var i="InfogramEmbeds",o=e.getElementsByTagName(t)[0],d=/^http:/.test(e.location)?"http:":"https:";if(/^\/{2}/.test(s)&&(s=d+s),window[i]&&window[i].initialized)window[i].process&&window[i].process();else if(!e.getElementById(n)){var a=e.createElement(t);a.async=1,a.id=n,a.src=s,o.parentNode.insertBefore(a,o)}}(document,"script","infogram-async","https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js");<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/gioielli-made-in-italy-2601895664.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="ogni-donna-possiede-in-media-cinque-anelli-solo-con-i-diamanti-il-look-e-perfetto" data-post-id="2601895664" data-published-at="1760337736" data-use-pagination="False"> Ogni donna possiede in media cinque anelli: solo con i diamanti il look è perfetto Orecchini e collane. Seguiti da anelli e bracciali. I gioielli sono una vera gioia per gli occhi per tutte le donne. Agghindarsi con catene dorate o portare brillanti qua e là, è una vera e propria ossessione al punto che, si stima, ogni donna possieda almeno cinque anelli differenti, oltre la fede nuziale. Per l'autunno inverno la moda sembra voler puntare all'eccesso, con orecchini extralarge che pesano sui lobi abbinati a maxi collane e ciondoli. Attenzione però. Un gioiello indossato nel modo errato, non solo non aggiunge un tocco di stile al proprio look ma addirittura rischia di far passare per cafona chi lo porta. Per questo motivo esiste un vero e proprio galateo che spiega alle donne come portare i propri preziosi. Innanzitutto partiamo dalla regola di base: i diamanti sono davvero i migliori amici di una donna. Quando si è in dubbio su cosa indossare, un brillante è la scelta migliore. Raramente si sbaglia con un paio di orecchini semplici, un punto luce o un tennis al polso. Se si decide si indossare qualcosa di molto prezioso, è inutile ostentarlo a casaccio. Secondo il galateo tradizionale, infatti, zaffiri, smeraldi e rubini non si dovrebbero indossare mai di giorno ma solo al calare della sera. Se proprio non potete far a meno di indossare un gioiello, scegliete le più classiche perle oppure pietre semi preziose come l'acquamarina, il topazio, la giada o l'ambra. Sempre secondo il galateo le perle non si dovrebbero però indossare con outfit casual. Che fare quindi? Meglio scegliere i semi preziosi, o semplici gioielli in oro e argento. Ma anche in questo caso, attenzione. Se si portano degli orecchini importanti bisognerà rinunciare alla collana, o viceversa. E se si indossa una parure bisognerà evitare di aggiungere ulteriori gioielli che non c'entrano nulla con quel set. La moda autunno inverno, però, sembra aver dimenticato totalmente le regole di bon ton. Se infatti il galateo ricorda di non occupare più di un dito per mano con anelli mantenendo sulla sinistra la fede e nella destra solo un anello piccolo e di non portare mai più di un orecchino per lobo, sulle passerelle e nei lookbook degli stilisti compaiono decine di anelli portati su ogni falange, decine di bracciali ai polsi e lobi bucati in ogni dove.La moda, si sa, passa molto in fretta. Quei lobi bucati in ogni dove, domani, potrebbero essere completamente out. E quei patacconi in oro da portare al collo, dal costo esagerato, rivelarsi un investimento davvero sbagliato. Per non correre rischi, il nostro consiglio è di optare sempre per acquisti «senza tempo». Esistono infatti gioielli ormai entrati nella storia, che non passano di moda, e che qualsiasi donna dovrebbe avere nel proprio portagioie. Al polso scegliete di indossare un tennis, un semplice bracciale flessibile composto da una fila di diamanti bianchi taglio brillante. Il suo nome è legato alla campionessa Chris Evert che nel 1987, durante gli Us Open, perse il suo portafortuna in campo. Se i diamanti al polso vi sembrano troppo, optate per il più semplice bracciale in argento di Tiffany. La catena con il cuore e la scritta «Please return to Tiffany» è un pezzo di storia della gioielleria nonché il gioiello più venduto di tutti i tempi.Marianna Baroli <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/gioielli-made-in-italy-2601895664.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="vendere-via-instagram-oggi-e-il-futuro-ma-a-me-manca-il-contatto-con-il-cliente" data-post-id="2601895664" data-published-at="1760337736" data-use-pagination="False"> «Vendere via Instagram oggi è il futuro ma a me manca il contatto con il cliente» Dimenticate per un istante le cavigliere di conchiglie bianche. Perché questa estate non c'era donna che non portasse al collo una collanina minuscola con un'iniziale in oro abbinata a un cornetto colorato. Due accessori semplicissimi, certo, ma che hanno fatto la differenza in una stagione estiva dominata da conchiglioni bianchi piazzati un po' ovunque. Marica Abate è la creative director di Parure Collection, un brand tutto italiano, con sede a Caserta, che da qualche mese a questa parte spopola online sui social network perché il preferito di influencer e personaggi pubblici come Giulia De Lellis, Chiara Nasti o Nilufar Addati. Abbiamo chiacchierato con lei per scoprire come funziona lo «shopping social» e farci svelare qualche consiglio per l'autunno inverno.Marica, innanzitutto può raccontarci come nasce il brand Parure?«Si parte sempre da lontano, dal 2008 anno in cui a vent'anni aprii il mio primo spazio nel centro di Caserta, dove tuttora siamo presenti. Da sempre sono affascinata da questo luccicoso mondo e quell'anno ho realizzato il mio sogno, come per un'artista avevo una tela bianca dove poter esprimere la mia creatività e il mio pensiero». Chi è la cliente ideale del tuo brand? «Così come nella vita privata anche nel lavoro non amo affatto gli snobismi, noi ci rivolgiamo a tutti, abbiamo un'utenza che va dalla teenager alla manager ed è proprio questo che amo: riuscire ad accontentare chiunque abbia voglia di sfoggiare una creazione Parure, che sia un semplice bijoux o un vero e proprio gioiello prezioso». Qual è l'accessorio più amato dalle donne? Orecchini, collane, bracciali o anelli?«Dopo diversi anni in cui le collane sembravano aver perso appeal, sono tornate da diverse stagioni oramai ad essere un must irrinunciabile che definisce il proprio stile e che possono anche raccontare un po' di sé, del proprio carattere». Quali sono i trend della prossima stagione?«Allora senza mezze misure: macro o micro! Esempio: un bel cerchio grosso di spessore e diametro oppure un girocollo quasi invisibile...l'importante che sia oro». Quali sono i pezzi che ogni donna dovrebbe possedere? «Ci sono dei basic credo irrinunciabili: penso ai bracciali tennis o dei punti luce. Delle creazioni senza tempo capaci di superare trend e mode senza mai risultare "passati"». E parlando di Parure, quali sono i tuoi best seller? Cosa dovrebbe avere una donna Parure nel suo portagioie?« C'è una mia creazione a cui tengo in particolar modo ed è anche uno dei nostri best seller, la microiniziale: un girocollo corto 40 centimetri senza anelli di congiunzione, un'unica anima con al centro una piccola iniziale micro saldata, un gioiello interamente artigianale da personalizzare in diverse configurazioni».Instagram è uno dei principali canali su cui Parure fa pubblicità. Quanto è importante oggi avere una forte presenza social per un business?«Oggi Instagram non è una scelta, è un obbligo. O ci sei o ci sei. È una fetta di mercato ampia ed in costante crescita che nessuno può permettersi di perdere. Una finestra sul mondo che consente di dare un messaggio commerciale, sociale o idealistico a chiunque abbia voglia di farlo senza distinzioni o classismi». Sono tante le influencer che indossano le tue creazioni. Il loro è ancora un campo fondamentale per un brand?«È importante perché riescono a dare immediatezza ad un messaggio, però è anche vero che la cosa fondamentale è che ci sia un prodotto e/o un contenuto valido ed accattivante affinché un qualsivoglia brand possa riuscire ad avere un successo in termini di contatti e di vendite». La vendita via social sembra davvero il futuro. Ma quali sono i pro e i contro di questo mondo virtuale?«Penso che ci siano tanti tantissimi pro, quindi proprio per questo vi dico il grosso contro: manca, almeno a me, il contatto empatico col cliente. Un sorriso, una stretta di mano, un caffè al bar. Ho trent'anni e già mi manca il passato».Mariella Baroli <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/gioielli-made-in-italy-2601895664.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-must-have-dellinverno-il-cerotto-gioiello" data-post-id="2601895664" data-published-at="1760337736" data-use-pagination="False"> Il must have dell'inverno: il cerotto gioiello Maman et Sophie Da piccoli i cerotti si incollavano sulle ginocchia e suoi gomiti a coprire le sbucciature. In questo autunno inverno 2018, diventano gioielli preziosi in argento da portare alle dita, al collo, al polso e sui lobi.Maman et Sophie, il brand tutto italiano nato dall'estro di Elisabetta Carletti, propone nella sua nuova collezione Who Cares? (letteralmente «che importa?») oggetti e simboli della vita quotidiana declinati in una versione preziosa. A raccontare la storia dei gioielli cerotto è la stessa creatrice della linea che spiega come, Who Cares è dedicata a chi dà il giusto peso alle cose e ha imparato a non curarsi dell'apparenza, dei rumori di fondo. «Come quando, da piccole, bastava un cerotto per guarire, per sentirsi bene, per mostrarci come realmente siamo» raccontano da Maman et Sophie. Elisabetta, una vita da avvocato, dopo la nascita della piccola Sofia ha pensato di mollare tutto e dedicarsi alla sua passione: i gioielli. Da qui nasce il brand Maman et Sophie. Un nome francese per un marchio, italianissimo, e che è baluardo dell'artigianalità fiorentina. Da avere assolutamente è l'earcuff a forma di cerottino lungo 3 centimetri e smaltato di rosa chiaro che sembra un vero e proprio medicamento, da portare poco sopra il lobo e gli anelli, smaltati in argento, di molteplici forme e dimensioni, con cui riempirsi le dita come se si fosse reduci da decine di taglietti. Medicarsi le dita non è mai stato così chic.Marianna Baroli <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/gioielli-made-in-italy-2601895664.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="il-sempreverde-che-vale-tutte-le-mode-il-rosario" data-post-id="2601895664" data-published-at="1760337736" data-use-pagination="False"> Il sempreverde che vale tutte le mode: il rosario Pf Milano Jewels Non sembra passare mai di moda e, anzi, resiste a qualsiasi tipo di attacco mediatico. Il rosario rimane uno dei must have nel campo della gioielleria. Femminile e maschile. Semplice o vistosissimo, poco conta. La collanina a grani, la croce più o meno decorata e l'immaginetta sacra sono un vero e proprio simbolo che sopravvive all'andirivieni delle mode. Per questo inverno 2018, in cui l'imperativo sembra quello di dover mescolare accessori minimal a vistosissime pataccone dorate o in pietre preziose, ecco che questo simbolo di cristianità declinato nella sua variante minimal diventa il perfetto accessorio per smorzare il «troppo» dei maxi accessori. Patrizia Farinola è la fondatrice e creatrice di quelli che, a oggi, sono considerati tra i più bei rosari fatti a mano. Definiti dalle fashioniste «only chic» ovvero, solo chic, sono la variante perfetta per chi vuole portare il simbolo cristiano al collo senza dare nell'occhio. Completamente realizzati a mano in argento e cristalli, sono disponibili in molteplici varianti di colori, dai toni pastello a quelli fluo passando per i neutri che cambiano con la luce del sole. I rosari di Pf si sono guadagnati, negli ultimi anni, un posto di rilievo nel mondo della moda comparendo al collo abbinati ad outfit eleganti o semplicemente sovrapposti a decine su costumi da bagno e kaftani colorati sulle spiagge di Ibiza e Formentera. Il gioco con questo tipo di gioiello è semplicissimo: da solo, e a doppio giro intorno al collo, è perfetto per chi vuole indossare un gioiello ma senza esagerare. Abbinato nelle sue varianti lunghe, extra lunghe e girocollo, e in varie colorazioni è invece perfetto per chi vuole un look più sbarazzino e alla moda. Anche Tuum, nota per i suoi gioielli di stampo sacro, ha inserito il rosario nelle sue collezioni. I più belli sono senza dubbio i braccialetti, in argento, perle o onice. Oltre agli undici grani, Tuum inserisce nel suo gioiello la fede e la flore, ornamenti caratterizzanti che, in alcuni modelli, si arricchiscono con l'inserimento di pietre preziose. Amen, il rosario invece lo mette al dito. Le sue fedine, in argento e zirconi, sono il regalo perfetto per chi ama la gioielleria sacra ma vuole liberarsi dall'eccessiva sovraesposizione di ernomi croci portate al collo o alle orecchie. L'anello è semplice e sottile, disponibile nella variante argento o completamente rivestita da zirconi, è perfetta anche per chi vuole indossare la propria fede con uno stile riservato ma al contempo estremamente fashion. Mariella Baroli
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 13 ottobre con Flaminia Camilletti
Eugenia Roccella (Getty Images)