
In occasione della presentazione del nuovo Gillette Labs, l'azienda fondata a inizio Novecento da King Camp Gillette, attraverso la narrazione della saggista Chiara Alessi, ricostruisce 121 anni di storia di un prodotto divenuto icona nel tempo.«Smetteremo di produrre rasoi quando non riusciremo più a migliorarci». In queste parole pronunciate da King Camp Gillette, colui che nel 1903 inventò il primo modello di rasoio, risiede tutta la filosofia vincente che Gillette ha portato avanti negli anni.121 anni di una storia di successo, modello dopo modello, che hanno accompagnato l'uomo, e progressivamente anche le donne, attraverso il tempo. Una storia cominciata nei primi anni del Novecento con l’invenzione e la successiva brevettazione del primo rasoio di sicurezza di King Camp Gillette. Un'innovazione che nasce dal contesto socioculturale dell’epoca, in cui le tendenze della barba e della cura del viso stavano cambiando rapidamente e si avvertiva sempre di più il bisogno di ottenere un look pulito, senza recarsi dal barbiere più volte a settimana. Dal 1903, anno in cui fu venduto il primo rasoio Gillette - brevettato nel 1904 - si sono susseguiti oltre dieci diversi modelli, che hanno portato continui miglioramenti e innovazioni nel modo in cui era possibile radersi quotidianamente: dal rasoio regolabile negli anni Cinquanta al primo rasoio a cartuccia a cavallo tra il Sessanta e l’Ottanta; dal rasoio Sensor con lame indipendenti montate su molle, al celebre e iconico Gillette Fusion del 2006, anno della vittoria ai mondiali di calcio della nazionale italiana.A narrare questa storia, in occasione del lancio dell'ultimissimo modello Gillette Labs, è stata la voce di Chiara Alessi, saggista e curatrice, famosa per i suoi podcast dedicati a storie, aneddoti e curiosità legate alle cose e agli oggetti che, in un modo o in un altro, hanno fatto la storia. «L'uomo ha da sempre un rapporto diretto con la cura del proprio corpo» - afferma Alessi riflettendo sul modo in cui Gillette è stato e continua a essere parte della quotidianità di ognuno di noi - «il rituale della rasatura è nella storia una metafora che ha assorbito e restituito un insieme di valori che vanno oltre la semplice questione estetica. Gillette ha segnato una vera e propria rivoluzione, mettendo a disposizione degli uomini non soltanto gli strumenti per poter radersi con semplicità ed efficienza, in sicurezza, ma anche un insieme di gesti e comportamenti che hanno radicalmente cambiato usi e costumi, dal Novecento fino a oggi». Il nuovo Gillette LabsE, tornando alla celebre frase pronunciata da King Camp Gillette, si può tranquillamente affermare che non è ancora giunto il momento di interrompere questa storia lunga oltre un secolo. L'ultimo capitolo si chiama Gillette Labs ed è stato presentato per l'Italia a Milano nella suggestiva cornice del The Dome. Un nuovo rasoio definito «rivoluzionario» che porterà l'esperienza di rasatura a un nuovo livello di comfort, stile e performance superiori. «Dopo oltre dieci anni portiamo sul mercato italiano un prodotto nuovo e innovato, che eleva la rasatura a un livello superiore: vogliamo lasciare il segno nella vita di ogni uomo che ama prendersi cura di sé» - spiega Marco Centanni, Brand Director di Gillette Italia - «grazie alle sue caratteristiche uniche, Gillette Labs rappresenta molto più di un rasoio: è un invito a unirsi alla rivoluzione della rasatura. Un oggetto iconico per coloro che cercano l'eccellenza e per chi rifiuta di accontentarsi».Si tratta di un rasoio che, grazie a nuove caratteristiche, tecnologie all’avanguardia e innovazioni, come per esempio la barra integrata ad azione esfoliante dotata di smerli rialzati che attraverso uno scrub aiutano a rimuovere e pulire la pelle da detriti e impurità prima del passaggio delle lame, fanno passare la rasatura da funzionale a una vera e propria esperienza da vivere. Le lame, in acciaio anti-frizione, sono cinque e seguono il contorno della pelle del viso grazie a un disco flessibile. Altra novità, rispetto ai rasoi precedenti, consiste nella base magnetica che fa sì che una volta finita la rasatura si possa riporre il rasoio in posizione verticale e farlo diventare a tutti gli effetti un oggetto di arredamento del bagno.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





