2025-05-17
La sinistra tedesca ci mette 24 ore per fare retromarcia sul «veto» all’Italia
Giorgia Meloni e Friedrich Merz a Tirana (Getty Images)
Spd smentisce di aver chiesto di escludere Roma dai partner strategici. Il passo indietro alla vigilia dell’incontro Meloni-Merz.In tedesco retromarcia si traduce con umkehren, ma si potrebbe anche dire Spd: i Socialdemocratici di Berlino ieri pomeriggio hanno smentito, dopo una giornata intera di polemiche e imbarazzi, l’articolo pubblicato da Die Welt, secondo il quale il partito alleato di governo della Cdu/Csu avrebbe chiesto di escludere l’Italia dai partner strategici della Germania nell’accordo della coalizione di governo. Secondo il quotidiano tedesco, la Spd avrebbe chiesto di non inserire l’Italia tra i partners privilegiati della Germania, nell’orizzonte dell’allargamento dell’asse tedesco-francese-polacco. Una notizia che ha suscitato la inevitabile indignazione del centrodestra italiano ma che non è stata in alcun modo commentata dal Pd, così che qualcuno ha anche ipotizzato che dietro la scelta della Spd ci fosse la manina del Nazareno. La smentita della stessa Spd è arrivata ieri pomeriggio, e del resto sarebbe stato assurdo non chiarire questa situazione mentre ieri a Tirana Giorgia Meloni era seduta accanto al cancelliere tedesco Friedrich Merz in occasione della prima sessione plenaria del vertice della Comunità Politica Europea. «L’Italia è un partner importante per la Germania e per la Spd», ha detto all’Agi un portavoce dell’Spd, in merito all’articolo, «c’è stato un consenso su questo tema tra i principali negoziatori e non ci sono stati ulteriori sviluppi». Ciascuno è libero di pensarla come vuole, magari la notizia era pure vera, ma sarebbe stata talmente paradossale che la smentita è stata inevitabile. Già ieri in mattinata, non a caso, da Berlino sono arrivate smentite a quanto pubblicato da Die Welt da parte dei massimi livelli del governo tedesco: «L’articolo è infondato. L’Italia», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri tedesco Christian Wagner, rispondendo a una domanda sull’argomento, «è un partner importate e fa parte del formato Weimar plus, del quale è un partner importante e indispensabile». Il formato Weimar plus, lo ricordiamo, comprende Francia, Germania, Polonia, Spagna, Regno Unito e Italia ed è allargato alla Commissione europea. «Il ruolo dell’Italia è assolutamente prioritario anche sulla questione ucraina», ha sottolineato il portavoce del governo tedesco Steffen Meyer, dopo aver smentito a sua volta l’articolo, «e il cancelliere Friedrich Merz è molto lieto di collaborare con il governo di Giorgia Merloni».La polpetta avvelenata dunque è stata immediatamente fatta sparire dal tavolo, e del resto a quella «notizia» non aveva dato gran peso neanche uno degli europarlamentari italiani più esperti, il capo delegazione di Fdi al Parlamento europeo Carlo Fidanza: «Abbiamo appena letto una nota del Ministero degli Esteri tedesco», ha detto ieri mattina Fidanza, a quanto riporta l’Ansa, «che ha chiarito che questo caso non è mai esistito: ci fa piacere, sarebbe stato naturalmente un segnale io direi più che da parte della Germania, da parte della sinistra tedesca rispetto a cui la sinistra italiana come sempre tace lavorando per una, per fortuna irrealizzabile, marginalizzazione dell’Italia. Domani (oggi, ndr) ci sarà un importante vertice Meloni-Merz improntato invece alla massima collaborazione su temi assolutamente fondamentali. Al centro del confronto», ha aggiunto Fidanza, «non solo la difesa naturalmente, ma anche l’economia, la competitività, il Green deal, l’immigrazione. Credo di poter dire che almeno dal punto di vista delle dichiarazioni programmatiche si evince già una certa sintonia tra i due governi. Del resto la linea Meloni sull’immigrazione oggi fa scuola, basta ascoltare Starmer sull’Albania. Ogni giorno conferma il fatto che la linea che Giorgia Meloni ha intrapreso e su cui ha condotto l’intera Unione Europea in questi mesi sta diventando la linea prevalente, riconosciuta, accettata e seguita anche dai governi di sinistra». Una lettura più complessa e maliziosa della vicenda è quella di Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia: «Grazie alla Cdu e agli ottimi rapporti tra il cancelliere Merz e Antonio Tajani», commenta Nevi, «la Spd non è riuscita nell’intento di imporre al governo tedesco di non collaborare con l’Italia. Quindi il silenzio, forse imbarazzato della Schlein, è stato risolto dai vertici del governo tedesco che hanno smentito categoricamente l’esclusione del nostro paese». Secondo Nevi, dunque, la Spd avrebbe provato a eliminare l’Italia dal gruppo di partners strategici della Germania, ma avrebbe fallito per la contrarietà della Cdu. Detto ciò, sul versante della grande finanza qualche attrito tra Italia e Germania non manca: rispondendo a una domanda sulle ambizioni di acquisizione da parte di Unicredit di Commerzbank, la seconda banca privata tedesca, ieri in conferenza stampa a Berlino una portavoce del ministero delle finanze tedesco Lars Klingbeil ha dichiarato: «Noi puntiamo sulla indipendenza di Commerzbank. Il governo ritiene inaccettabile una acquisizione non amichevole di una banca sistemicamente rilevante». Il portavoce del governo Stefan Meyer ha successivamente confermato che la posizione di Klingbeil è stata concordata con la cancelleria.
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