2024-06-04
Israele: «Tregua a tempo per gli ostaggi»
Anche Hamas dà il via libera al piano americano, ma chiede garanzie tramite i mediatori di Qatar ed Egitto. I Paesi del G7: «Approviamo pienamente l’accordo». Nel frattempo l’Idf conferma la morte di altre quattro persone rapite dai miliziani.«Hamas ha accolto favorevolmente la proposta di cessate il fuoco a Gaza e ora siamo in attesa della risposta di Israele». A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry durante una visita a Madrid. «La proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di scambio di prigionieri e detenuti deve essere accettata. Le prime dichiarazioni di Hamas indicano un’accoglienza positiva della proposta e ora aspettiamo la risposta israeliana», ha continuato Shoukry. Anche il G7, in una nota, saluta con favore l’accordo. In realtà la situazione è più complessa perché come scrive Haaretz , che cita fonti di Hamas, i vertici del movimento hanno informato i mediatori di Qatar ed Egitto di aver chiesto «una garanzia ufficiale da parte degli Stati Uniti sul fatto che Israele applicherà tutte le condizioni dell’accordo, con particolare enfasi sulla richiesta di cessate il fuoco». C’è invece chi dice che gli Usa avrebbero già dato questa garanzia a Hamas. E Israele che ne pensa? Il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Channel 12 ha affermato che «la guerra finirà (temporaneamente) per riportare indietro gli ostaggi e poi si discuterà. Ci sono altri dettagli che il presidente degli Stati Uniti non ha presentato al pubblico». Netanyahu ha anche precisato che «ci sono lacune tra la versione israeliana e la proposta presentata da Joe Biden, che è incompleta». Il premier israeliano ha detto che Israele può sospendere la guerra per sei settimane, ma non può porvi fine in modo permanente: «L’Iran e tutti i nostri nemici stanno a guardare per vedere se capitoleremo, e gran parte delle notizie che circolano sulla nostra posizione riguardo all’accordo sono false». Difficile orientarsi tra tutte le dichiarazioni di queste ore. Tuttavia visti i precedenti occorre fare molta attenzione anche a quanto dichiarano gli egiziani, che con Hamas hanno un rapporto non certo conflittuale. Il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant, nel corso di una telefonata, ha detto al segretario di Stato americano Antony Blinken, che Israele è determinato a smantellare Hamas e a trovare un’alternativa per governare la Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un briefing con alcuni giornalisti ritiene che «Hamas deve accettare l’accordo proposto da Israele: è buono per la popolazione a Gaza, è buono per gli israeliani. È un accordo molto serio, il migliore per mettere fine a questo conflitto». A questo proposito il presidente americano ha in programma una telefonata con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, riguardo agli sforzi in corso per far accettare a Israele e Hamas la proposta di pace. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante un’intervista a Sky News 24 ha parlato della possibile intesa: «Appoggiamo questa mediazione e auspichiamo che Israele e Hamas possano concordare almeno su questo primo passo per mettere fine alla guerra».Il possibile accordo atteso in Israele dalle famiglie degli ostaggi e da centinaia di persone che manifestano quasi ogni giorno contro il gabinetto di guerra, sta mandando in fibrillazione anche l’esecutivo. Ieri Benjamin Netanyahu ha invitato il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir a un incontro in seguito alla sua minaccia di far cadere il governo riguardo alla nuova proposta di accordo sul rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco. Il premier, secondo il quotidiano Israel Hayom che cita fonti dell’ufficio di Netanyahu, intende mostrargli la bozza della proposta che è stata resa pubblica da Biden venerdì scorso. Attenzione, perché secondo questa fonte la bozza non contiene una clausola che obblighi Israele a porre fine ai combattimenti. Netanyahu vuole dimostrare al ministro che non si tratta di «un accordo irresponsabile». Ben Gvir e il collega Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze - che ieri ha parlato di «proposta di pace pericolosa, il gabinetto di guerra si sta arrendendo a Sinwar» - hanno dichiarato che lasceranno la coalizione se si procederà con l’accordo. Fin qui «la guerra delle parole», mentre sul campo si muore. L’esercito israeliano ha fatto sapere che oltre al cittadino israelo-britannico Nadav Popplewell, anche gli ostaggi Haim Perry, Yoram Netzger e Amiran Cooper, rapiti da Hamas il 7 ottobre scorso «non sono più vivi, i loro corpi sono trattenuti da Hamas a Gaza». Almeno 16 combattenti jihadisti sono stati uccisi domenica notte in un attacco israeliano che ha preso di mira una fabbrica vicino ad Aleppo, nel Nord della Siria. Tra loro, secondo l’agenzia iraniana di notizie Snn, c’era anche un consigliere militare iraniano. Durante la giornata di ieri, le sirene di allarme sono risuonate nel Nord di Israele, nella zona di Hurfeish, al confine con il Libano da dove sono stati lanciati 30 razzi. Questo è stato annunciato dal portavoce militare, il quale ha aggiunto che gli aerei israeliani hanno colpito obiettivi Hezbollah, tra cui «un lanciatore di razzi e strutture militari». Sempre ieri, le Idf hanno reso noto di aver intercettato e abbattuto, grazie al sistema Arrow, un razzo diretto verso la città meridionale israeliana di Eilat, lanciato dai ribelli Huthi dello Yemen. E proseguono i raid sulla Striscia di Gaza, tanto che sono stati circa 50 gli obiettivi militari colpiti dall’esercito di Israele nelle ultime ore. Questa informazione è stata comunicata dal portavoce dell’Idf, il quale ha specificato che «gli obiettivi hanno incluso infrastrutture terroristiche dei gruppi armati e depositi di armi». L’esercito, ha proseguito, «sta continuando a operare nella zona di Rafah, nel Sud dell’enclave palestinese, e anche al centro della Striscia».
Jeffrey Epstein (Getty Images)
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
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