2025-09-29
La Flotilla tira dritto verso Gaza. Crosetto: rischio effetti drammatici
Il ministro della Difesa riceve gli attivisti: «Li ho avvertiti, se forzano il blocco i pericoli sono elevatissimi senza alcun risultato umanitario». La replica secca: «Qui solo in ascolto, avanti verso la Striscia».Se le barche avanzano, la reazione ci sarà. È una certezza per i servizi. Il livello della tensione è troppo alto, il controllo, se mai c’è stato, è perso. Nonostante questo, «la missione va avanti verso Gaza». Per questo la Global Sumund Flotilla continua a perdere pezzi con diverse defezioni durante la sosta a Creta, dovute a differenza di vedute o semplice timore. «Siamo in acque internazionali. La situazione è rischiosa ma speriamo che le pressioni di questi giorni ci tutelino dagli attacchi», ha commentato Maria Elena Delia, portavoce italiana del Global Movement to Gaza, tornata come noto in Italia per trattare con il governo. «È stata una notte difficile per le condizioni del mare molto mosso. Le imbarcazioni sono state monitorate da droni che, questa volta, si sono mantenuti alti. Non ci sono stati attacchi. Sono seguite a distanza dalla fregata della Marina. L’idea è di proseguire verso la Striscia». La reazione severa di Israele sui social: «La flottiglia ha respinto la proposta del governo italiano e del Vaticano di scaricare tutti gli aiuti che potevano avere a Cipro e di trasferirli pacificamente a Gaza, dopo aver respinto altre due proposte israeliane di scaricare gli aiuti. Più chiaro di così non si può: questo non ha nulla a che vedere con gli aiuti, si tratta solo di provocazione e di servire Hamas».Insomma, il rischio c’è ed è concreto. Lo ribadisce anche il ministro della Difesa Guido Crosetto incontrando la portavoce Delia. «L’obiettivo dichiarato della Flotilla è quello di aiutare il popolo di Gaza, ma è fondamentale che questo impegno non si traduca in atti che non porterebbero ad alcun risultato concreto, ma che, al contrario, rischierebbero di avere effetti drammatici con rischi elevati ed irrazionali». Per Crosetto «qualora la Sumud Flotilla decidesse di intraprendere azioni per forzare un blocco navale si esporrebbe a pericoli elevatissimi e non gestibili, visto che parliamo di barche civili che si pongono l’obiettivo di “forzare” un dispositivo militare». E ancora: «Le istituzioni italiane, a partire dal presidente della Repubblica, dal presidente del Consiglio e da tutte le principali cariche dello Stato, stanno profondendo ogni sforzo diplomatico e operativo affinché prevalga il senso di responsabilità». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ieri pomeriggio a Roma ha incontrato una delegazione della Flotilla. «Ho ribadito loro tutte le mie preoccupazioni, ma anche l’importanza del dialogo e la necessità di evitare azioni che possano mettere a rischio qualunque vita, in primis degli attivisti italiani». La replica ostinata: «La missione va avanti e continua verso Gaza. Noi navighiamo in acque internazionali nella piena legalità. Questa è la nostra responsabilità» chiarisce Delia precisando: «Oggi siamo solo in ascolto». Delia sempre ieri ha incontrato anche i leader di opposizione. Difficile capire cosa possano essersi detti, dal momento che non è chiaro quali siano le posizioni. Da un lato si sostiene l’azione della spedizione, dall’altro si invita a mediare, mentre si continua ad attaccare Israele in un momento così delicato. Elly Schlein in un’intervista a Repubblica ha pensato bene di sfruttare la cosa per attaccare nuovamente il premier Giorgia Meloni dicendo: «Qualcuno prima o poi ci dovrà spiegare perché nel momento in cui Crosetto manda una nave in soccorso, la nostra premier prende la clava per attaccare la Flotilla più duramente di quanto abbia mai fatto con i massacri di Netanyahu. È più impegnata a cercare lo scontro che a trovare una soluzione. Purtroppo, Meloni dimostra ancora una volta la sua subalternità a Trump e quindi a Netanyahu», aggiunge Schlein che ribadisce le sue richieste al governo e al ministro Tajani: «Deve usare parole di chiarezza. Le nostre richieste sono ferme: sanzioni, cessate il fuoco immediato, liberazione degli ostaggi, apertura di canali permanenti per aiuti, embargo armi. E riconoscere, subito, lo Stato di Palestina». Poi ancora confusione e scarico di responsabilità: «Ci auguriamo che il dialogo tra Flotilla e Pizzaballa continui, ci stiamo spendendo per questo, ma non decidiamo noi, non siamo gli organizzatori e a bordo ci sono delegazioni di 44 Paesi. Resta il nostro invito a sperimentare tutte le strade per raggiungere l’obiettivo: portare viveri e medicinali nella Striscia».Tanto è confusa che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani si chiede che intenzioni abbia Schlein che «dovrebbe guidare l’opposizione e non subire le spinte estreme degli attivisti a bordo della Flotilla, di Landini che minaccia di “scatenare” uno sciopero generale o di Fratoianni che vorrebbe che le navi da guerra italiane forzassero il blocco navale di Israele».Angelo Bonelli (Avs) invece insiste: «Le imbarcazioni della Flotilla sono pacifiche, trasportano aiuti umanitari e in alcun modo rappresentano una minaccia per nessuno». Riccardo Magi di +Europa: «Fermo restando che la decisione finale spetta all’equipaggio, ogni tentativo di mediazione deve essere raccolto, viste le reiterate minacce di Israele a Flotilla che segnalano la situazione di estremo pericolo». «La paura è abbastanza presente, ma fa parte delle emozioni che viviamo in questi giorni», confessa l’europarlamentare del Pd Annalisa Corrado a bordo di una delle imbarcazioni lanciando una diretta social: «Andiamo avanti, siamo a 350 miglia da Gaza, a tre-quattro quattro giorni di navigazione da Gaza». Con lei gli altri due esponenti dem Arturo Scotto e Paolo Romano e, in collegamento da casa, i colleghi Alessandro Zan e Cecilia Strada.
La sociologa Chiara Saraceno (Ansa)
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