2024-11-21
Il Csm difende la toga pro invasione ma il governo va avanti con la stretta
Il giudice Marco Gattuso (Ansa)
Approvata la pratica a tutela di Gattuso, che ha inviato il decreto Paesi sicuri alla Corte europea. Mentre slitta lo stop alle correnti. Sì in commissione alla Camera per la norma che conferisce all’Appello i trattenimenti.In vista della riforma che prevede la separazione delle carriere e la conversione del decreto che reintroduce il reclamo in Corte d’appello dei provvedimenti in materia di protezione internazionale, la Casta con la toga tenta di ricompattarsi al plenum del Csm. Ieri durante le fasi che hanno portato all’approvazione della risoluzione per la tutela «dell’indipendenza e del prestigio dei magistrati e della funzione giudiziaria» rispetto alle «dichiarazioni di alte cariche istituzionali e di organi di stampa su un’ordinanza del Tribunale di Bologna (quella che riguarda l’invio alla Corte di giustizia europea del decreto legge sui Paesi sicuri, ndr)» e per la «tutela del giudice Marco Gattuso su due questioni pregiudiziali concernenti l’interpretazione della direttiva sulla protezione internazionale», è andato in scena un teatrino da commedia napoletana. Con Magistratura indipendente, la corrente considerata di destra, che prima non firma la richiesta di apertura della pratica e poi vota a favore. Alla fine il documento è stato approvato con 25 voti pro (il vicepresidente Fabio Pinelli non ha votato, mentre il consigliere Rosanna Natoli è sospesa) e cinque contrari, quelli dei consiglieri laici di centrodestra Enrico Aimi di Forza Italia, Isabella Bertolini della Lega, Daniela Bianchini, Claudia Eccher e Felice Giuffrè di Fdi. La risoluzione è arrivata sul tavolo del plenum dopo essere passata, giovedì scorso, in prima commissione (l’unico «no» era arrivato da Aimi). È la prima pratica a tutela che sfocia in una risoluzione del plenum negli ultimi 15 anni. Quella precedente risale al 2009 e riguarda il caso di Raimondo Mesiano, estensore della sentenza sul lodo Mondadori. Dopo altre due pratiche erano giunte al plenum, nel 2019 e nel 2021, ma non riguardavano i rapporti con la politica ed erano invece legate a servizi televisivi per fatti di cronaca. La tutela non produce alcun effetto giuridico, ma rappresenta una posizione ufficiale del Csm. E quindi le toghe si sono strette a coorte. Su questi principi che, secondo il plenum, respingerebbero le critiche giunte da esponenti del governo e dalla stampa: «Viene adombrata un’assenza di imparzialità priva di riscontri obiettivi e fondata su elementi personali. Conseguentemente, esse (le dichiarazioni, ndr) appaiono lesive del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione e tali da turbare il regolare svolgimento e la credibilità della funzione giudiziaria». Per queste ragioni, il Consiglio «ritiene di dover affermare che, nel caso in esame, sono stati travalicati i limiti di cronaca e di critica dei provvedimenti giudiziari». Gattuso avrebbe potuto agire in Tribunale contro quelle che ritiene delle diffamazioni. Ma il suo caso, trattato alla velocità della luce, è servito strategicamente. Critici i laici di centrodestra. Il professor Giuffrè è stato molto duro: «La richiesta di tutela a favore di Gattuso mi sembra affetta da un vero e proprio strabismo, se non da un totale travisamento della realtà, finalizzato ad alimentare la falsa narrazione di una magistratura assediata». Giuffrè aggiunge: «Si tratta di un messaggio rivolto all’interno dell’ordine giudiziario, per evidenti fini di competizione elettorale. Ma si tratta anche di un messaggio rivolto all’esterno. Infatti, attraverso i congegni di innesco rappresentati dai provvedimenti in materia di trattenimento dei richiedenti asilo, una parte della magistratura associata e aggiungo minoritaria (almeno così mi piace credere), intende, con tutta evidenza, mobilitare l’intera categoria in una battaglia (evidentemente politica) contro le riforme che il Parlamento si appresta a votare». Ma Giuffrè ricorda: «Al magistrato non compete il ruolo di pretoriano dei suoi intimi seppur nobili convincimenti o stabilire se una legge è adeguata o meno, perché è il Parlamento a esercitare la funzione legislativa». E conclude: «Dall’insediamento dell’attuale esecutivo abbiamo assistito all’esposizione mediatica di alcuni magistrati che hanno ritenuto di poter apertamente esternare la loro ostilità alle scelte governative. Casi rispetto ai quali non ho ascoltato alcuna parola da parte dell’Anm o di una qualsiasi delle componenti associative. Come se partecipare a manifestazioni pubbliche contro provvedimenti di altre autorità dello Stato, intervenire in dibattiti di movimenti che si autodefiniscono “antagonisti”, chiamare a raccolta i colleghi attraverso una chat contro il pericolo rappresentato dal legittimo governo della Repubblica ovvero anticipare con interviste alla stampa gli esiti di provvedimenti che dopo qualche mese sarebbero stati oggetto di cognizione, non costituiscano gravi “lesioni del prestigio del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione”». Bertolini, invece, ha sottolineato che «bisogna accettare le critiche e che la magistratura non deve entrare nella partita». La discussione ha fatto slittare il voto sul sistema delle nomine anti correnti per le figure apicali degli uffici giudiziari. Il caso Palamara non ha insegnato nulla.Intano il governo tira dritto: approvato alla commissione Affari costituzionali della Camera l’emendamento al decreto Flussi che prevede che, per i «procedimenti» di «convalida» o di proroga del «trattenimento» di chi chiede la «protezione internazionale», sarà competente la Corte d’appello in composizione monocratica. Non più la sezione specializzata in materia di immigrazione, alla quale resta la competenza per le controversie «aventi ad oggetto l’impugnazione dei provvedimenti» per il «mancato riconoscimento dei presupposti per la protezione speciale».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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