2024-10-17
Gas e carburanti, altra stangata Ue
Pubblicata la direttiva Ets2 che farà lievitare i costi di bollette e rifornimenti alla pompa Decreto. Accise, Rixi: «Sul diesel aumento di 1 centesimo, pari al calo sulla benzina».L’Unione europea non dorme mai. Mentre il ministro Giancarlo Giorgetti è impegnato a rintuzzare le critiche sul futuro allineamento delle accise sui carburanti, ecco che tra pochi mesi farà la sua comparsa il nuovo sistema europeo Ets2, che tasserà le emissioni legate ai consumi di benzina, diesel e gas metano.Chiariamo innanzitutto la questione accise. Ieri il ministro Giorgetti ha detto che il tema sarà trattato nel decreto legislativo sul riordino delle accise pre approvato due giorni fa in Consiglio dei ministri: «È un obbligo europeo e non è quotata nessuna copertura […]. Noi abbiamo parlato di allineamenti, potrebbero essere anche a somma zero. Abbiamo già deciso che alcune categorie non saranno toccate». Nei giorni precedenti era stato il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi a chiarire che l’idea del governo è di aumentare l’accisa sul diesel di un centesimo all’anno per i prossimi cinque anni, ma abbassando dello stesso importo e per lo stesso periodo l’accisa sulla benzina. Se i consumi dei due carburanti fossero uguali, dunque, si avrebbe un’invarianza di gettito per lo Stato. Nella realtà, nel 2023 in Italia sono stati consumati 27,9 miliardi di litri di gasolio auto e 11,3 miliardi di litri di benzina (dati Unem), dunque il gettito per lo Stato dovrebbe aumentare. Ma è da valutare quale sarà l’effetto delle esenzioni che il governo adotterà per il trasporto merci e altre categorie, che potrebbe portare effettivamente all’invarianza di gettito.Finito il balletto sulle accise, ecco il nuovo costoso giocattolo europeo: la tassa sulle emissioni. Non soddisfatta del sistema Ets, che già grava sulle aziende manifatturiere e sulla produzione di energia elettrica con gas e carbone, Bruxelles impone un nuovo onere ai consumi di carburanti e di gas per usi civili, che si aggiungerà alle attuali accise. La legge di recepimento della direttiva Ets2 è stata appena pubblicata in Gazzetta ufficiale, dopo che la Commissione aveva aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per il mancato recepimento entro il termine del 2023. I soggetti obbligati sono quelli che attualmente versano le accise sui consumi energetici, dunque distributori di carburanti e venditori di gas.Dal 2027, l’onere farà riferimento al prezzo dei permessi di emissione, che saranno quotati su un apposito nuovo mercato. Per i primi due anni il prezzo avrà un tetto massimo di 45 euro/tonnellata (ma il numero va adeguato all’inflazione), poi dal 2029 il prezzo sarà libero di fluttuare. Secondo le stime, questo significa una tassa sui carburanti di circa 11-13 centesimi al litro per i primi due anni, che salirà a 20-50 centesimi al litro successivamente (si prevede che il prezzo della CO2 schizzi a 150 euro/tonnellata nel 2035).Questa sì, una vera stangata. La strategia della Commissione europea è chiara: il bando delle auto con motore a benzina o diesel al 2035 non basta, prima di allora occorre spingere a forza i consumatori verso l’auto elettrica rendendo costosissimo il carburante, gravandolo di tasse.L’Ets2 ha il preciso scopo di far aumentare il costo dei carburanti, così da spingere verso l’auto elettrica. Ma non è tutto. L’Ets2 si applicherà anche ai consumi casalinghi di gas. I consumi di gas per riscaldamento, acqua calda, cucina, similmente ai carburanti, saranno gravati da un onere in più, stimabile in circa 9 centesimi al metro cubo, inizialmente, fino a 27 centesimi al 2035. Pure le imprese che consumano gas e non sono già comprese nell’Ets1 saranno soggette a Ets2. Anche nel caso del gas, dunque, si intende rendere costosa la materia prima per disincentivarne l’uso e spingere verso l’adozione dei sistemi con pompe di calore. Il sistema è già in marcia. Entro il 1° gennaio 2025 i soggetti regolamentati dovranno avere un’autorizzazione per poter immettere in consumo i combustibili. Ciò richiede un accreditamento presso il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Entro lo scorso 30 settembre, i venditori avrebbero dovuto accreditarsi presso il Mase, ma la procedura è risultata farraginosa e pressoché impraticabile. Tanto che dopo le vibrate proteste degli operatori c’è stato un rinvio per la presentazione delle domande al 21 ottobre. Ma i dubbi sulla procedura restano.Una volta ottenuta tale «autorizzazione» (il cui valore rispetto alle già esistenti autorizzazioni al commercio sarebbe interessante verificare), gli operatori dovranno monitorare le emissioni dei combustibili immessi in consumo e comunicarle al ministero entro il 30 aprile di ogni anno. Dal 2027 verrà attivata la fase di mercato con la messa all’asta delle quote di emissione, la cui restituzione è prevista entro il 31 maggio 2028, procedendo così per tutti gli anni successivi.Insomma, Mario Draghi, accolto da ossequiosi mea culpa e piagnistei in varie lingue, gira l’Europa lamentando la scarsa competitività dell’Europa, per via dei costi alti dell’energia, della eccessiva burocrazia e della bulimia normativa. E Bruxelles cosa fa? Piazza un’altra norma invasiva, con molta burocrazia, che alza a dismisura i costi dell’energia. Non c’è male per un continente sull’orlo di una crisi epocale, il cui costo sarà sostenuto dai soliti noti.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)