2022-09-29
Il nuovo allestimento della Galleria Nazionale dell’Umbria: un ponte fra passato e futuro
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Dopo più di un anno di lavori, ha da pochi mesi riaperto al pubblico con un nuovo allestimento, nuovi spazi espositivi e nuove metodologie di fruizione la Galleria Nazionale dell’Umbria, uno dei più importanti e ricchi musei italiani, con sede nel monumentale Palazzo dei Priori di Perugia. Tra le novità, due sale interamente dedicate al Perugino (del quale il museo conserva il maggior numero di opere al mondo) e l’inaugurazione della sezione riservata all’arte contemporanea, con lavori di maestri umbri quali Gerardo Dottori e Alberto Burri. Un museo proiettato veso il futuro, senza dimenticare la grande cultura figurativa del Medioevo e del Rinascimento.Città ricca di storia e di cultura, sede universitaria, capoluogo umbro incastonato nel cuore dell’Italia, a Perugia non puoi «andarci per caso» o dedicarle una visita veloce, magari una breve tappa tra Assisi e Siena. Un po’ (e ingiustamente) fuori dai circuiti delle grandi città d’arte italiane, Perugia è ricca di bellezze artistiche e architettoniche e per questo va vista con calma, scoperta e assaporata in ogni suo dettaglio, magari partendo dalla parte sotterranea (l’affascinante acropoli etrusca e romana ) per arrivare sino all’Oratorio di San Bernardino, con la splendida facciata policroma opera di Agostino di Duccio. Nel mezzo, meritano una vista la Cattedrale di San Lorenzo (con il suo portale barocco e l’interno di impronta tardogotica), la Fontana Maggiore, l’acquedotto, la Rocca Paolina e, su tutto, il Palazzo dei Priori, sede del Comune e, soprattutto, della prestigiosa Galleria Nazionale dell’Umbria, custode di capolavori artistici di eccezionale bellezza.La rinnovata Galleria Nazionale dell’UmbriaGià qualche anno fa ho avuto la fortuna di assistere - da «dietro le quinte» - ai lavori di allestimento di una mostra e di godermi, sala dopo sala, capolavoro dopo capolavoro, l’immenso patrimonio artistico esposto alla Galleria. Ed è stata un’emozione grandissima, davvero da sindrome di Stendhal. Ci sono ritornata di recente, e l’emozione è stata altrettanto grande. Ad accogliermi, un nuovo percorso espositivo che si snoda tra due poli: tradizione ed innovazione. Si parte dall’arte umbra del Duecento , con una visione di fortissimo impatto ( la croce dipinta del Maestro di San Francesco) e si arriva, dopo ben 39 sale che si susseguono secondo un preciso ordine cronologico, ad una panoramica sul Novecento , con opere rappresentative di autori umbri o che in Umbria hanno a lungo operato. In dialogo con pittura e scultura, per rappresentare l’evoluzione dei linguaggi figurativi e l’interazione fra tecniche diverse attraverso i secoli, le arti applicate: oreficeria, medaglie, avori, tessutiParallelamente al «percorso classico», quello multimediale, nuova e importante esperienza di fruizione non solo per i giovani, ma per tutte le tipologie di pubblico: novità assoluta le didascalie animate, uno spazio non fisico dove riunire i pezzi mancanti di alcune opere oggi smembrate e disseminate per il mondo, in un percorso conoscitivo senza limiti fisici e geografici.Per godere appieno di quanto la Galleria Nazionale offre, ci vorrebbe un giorno intero, o forse anche di più. Molte opere vanno ammirate e poi riguardate, non puoi passarci frettolosamente e distrattamente davanti, senza soffermarti per tutto il tempo che meritano... Per esempio, dalla sala num. 16, tutta dedicata (come anche la sala num 23) a Pietro Vannucci, detto il Perugino (1446/1523), fai davvero fatica ad uscire… Definito «il meglio maestro d’Italia», conteso dai principali mecenati del suo tempo, questo luogo conserva la sintesi della sua sublime arte, grazie alle opere che ne hanno segnato gli esordi e i primi clamorosi successi: mi riferisco ai celebri Miracoli di San Bernardino, alla Pietà del Farneto, l’Adorazione dei Magi, la cimasa della Pala dei Decemviri, i gonfaloni della Giustizia e della Consolazione e la lirica Annunciazione Ranieri. Dal Perugino a Bernardino di Betto, detto Pinturicchio (1454/1513) per la bassa statura, il passo è breve : entrambi protagonisti del panorama artistico rinascimentale umbro, del Pinturicchio la sala num 24 delle Gallerie ospita un suo celebre capolavoro, La pala di Santa Maria dei Fossi, qui esposta insieme a un’installazione multimediale di grande impatto, che permette di apprezzare in una visione caleidoscopica gli infiniti dettagli dell’opera, altrimenti impossibili da cogliere. Senza nulla togliere ad altri artisti di fama, le sale dedicate al Perugino e al Pinturicchio sono sicuramente quelle a più alto tasso di phatos fra le raccolte monografiche. (ndr: gli spazi a tema sono un’altra novità nella seconda vita della Galleria)Passando dal Rinascimento al Barocco, impossibile non citare Pietro da Cortona (1596/ 1669), cui è dedicata la sala num 35, che custodisce la grande pala con la Natività della Vergine e due delle molte opere dedicate dall’artista a santa Martina, per la quale nutriva una particolare venerazione, avendo rinvenuto il corpo della santa martire durante i lavori di rifacimento della chiesa dei santi Luca e Martina a Roma: il modello in terracotta per l’Apparizione della Madonna a santa Martina, proveniente dalla collezione Martinelli e la bellissima tavola con la Madonna col Bambino e santa Martina.Un discorso a parte merita la Cappella dei Priori (sala num 3), che con il riallestimento della Galleria aggiunge un tassello importantissimo alla sua storia. La parete di fondo – la più penalizzata dalle vicissitudini storiche che hanno riguardato questo spazio emblematico – è stata ripensata dall’ artista Vittorio Corsini, che ha reinterpretato in chiave contemporanea le distrutte vetrate, eseguite su disegno di Benedetto Bonfigli, e ha plasmato nell’altare ligneo (disegnato prendendo a modello le montagne di Giotto) il nuovo fulcro sacro di Palazzo dei Priori. Qui, dove i colori accesi del vetro si sposano perfettamente con le pallide tinte degli affreschi alle pareti , è ancora più evidente l’incontro fra passato e presente. E lo sguardo dritto sul futuro.«Ripensare daccapo il museo – ha sottolineato Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria – ha voluto dire, innanzitutto, saper tenere fermo lo sguardo sulla storia e sulla tradizione, per crescere, svilupparsi, migliorare, sapendo bene chi siamo e cosa vogliamo diventare. La scommessa che abbiamo voluto correre è stata quella di trasformare un museo accessibile in un museo accogliente. In primo luogo, per le opere, per la cui conservazione e per la cui fruizione si è avuta cura particolare; in secondo luogo, per il visitatore che può attraversare le sale scegliendo di godere della vista delle opere, di approfondire la propria conoscenza attraverso gli apparati testuali o digitali, oppure riposare gambe e occhi ammirando dalle vetrate la città dai cui monumenti la gran parte delle testimonianze artistiche proviene».La Galleria e l’ambienteNel nuovo allestmento, firmato da Daria Ripa di Meana e Bruno Salvatici, anche l’aspetto «green» non è stato tralasciato. Il sistema d’illuminazione, ad alto contenuto tecnologico, è dotato di rilevatori di presenza che permettono di tarare automaticamente l’intensità luminosa. In assenza di visitatori le luci sono regolate al minimo, permettendo così un notevole risparmio energetico. Scelta indispensabile, soprattutto di quest tempi...Il sito della GalleriaAnche il sito ufficiale della Galleria (www.gallerianazionaledellumbria.it) ha avuto un restyling e funziona come contenitore e strumento per la visita in presenza, quindi anche come web app. Più intuitivo, dinamico e versatile rispetto al precedente, è stato sviluppato per essere accessibile, con le tracce audio delle descrizioni delle opere del percorso espositivo (in italiano e inglese), i video, i contenuti multimediali e di approfondimento, i percorsi tematici. Le nuove pagine dedicate alla collezione offrono poi la straordinaria possibilità di penetrare nella profondità della superficie e di percepire ogni singolo dettaglio delle opere grazie alle scansioni in gigapixel. Al nuovo sito si affianca il progetto di Galleria digitale, sistematizzazione di circa 100.000 documenti liberamente accessibili che consentono di perlustrare l’archivio storico, l’archivio restauri e la gran quantità di materiale fotografico.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)