2022-07-22
In cdm cade il tabù del premier. Fuori i tassisti dal dl Concorrenza
Mario Draghi: «Avanti su virus, guerra e Pnrr». Intesa Gdf-Palazzo Chigi sul golden power.«Ci sarà ancora tempo per i saluti. Ora rimettiamoci al lavoro». Si è concluso con queste parole l’intervento introduttivo di Mario Draghi al Consiglio dei ministri, riunito ieri sera attorno alle 18 e terminato dopo circa un’ora e un quarto. Prima, un appello a «mantenere la stessa determinazione nell’attività che potremo svolgere nelle prossime settimane, nei limiti del perimetro che è stato disegnato». In particolare, ha aggiunto Draghi, in linea con il discorso fatto nel primo pomeriggio dal presidente Sergio Mattarella, «dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia. Dobbiamo portare avanti l’implementazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza anche per favorire il lavoro del governo che ci succederà». Con le sue dimissioni e la decisione di sciogliere le Camere da parte del capo dello Stato, il governo resta in carica per i cosiddetti affari correnti mentre la Camere, per prassi, interrompono le loro attività, salvo per adempimenti dovuti e urgenti. E lo stesso Mattarella, ieri, aveva sottolineato che il periodo che attraversiamo «non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione». In sostanza, un ampio mandato a Draghi per la gestione appunto degli «affari correnti» il cui perimetro è stato appunto definito nella riunione di ieri sera. Il governo dovrebbe proseguire nella gestione delle conversioni dei decreti legge e delle norme necessarie a blindare le riforme legate a doppio filo con il Pnrr, compreso il ddl Concorrenza, che si vuole chiudere entro il prossimo 5 agosto, approvato stralciando l’articolo 10, con la contestata norma sui taxi, che ha visto le auto bianche sul piede di guerra nelle ultime settimane. Tra le riforme che il governo punta a chiudere, c’è poi quella della giustizia tributaria, mentre non rientra nel pacchetto il dl Delega fiscale, perché non è direttamente riconducibile al Pnrr. Tra gli appuntamenti già fissati ci sono anche i summit internazionali, dall’annuale assemblea dell’Onu a settembre al Consiglio europeo di fine ottobre. Anche se a questo appuntamento e, a maggior ragione al G20 di metà novembre, potrebbe partecipare il nuovo premier. Nel frattempo, il governo sarebbe già al lavoro per mettere a punto il nuovo decreto Aiuti - che dovrebbe valere attorno a 10 miliardi - da varare tra fine luglio e inizio agosto. In parallelo potrebbero proseguire i confronti con le parti sociali, con l’obiettivo di individuare alcune misure per proteggere i salari, ma non è ancora certo che, ad «affari correnti», si riesca a portare avanti la proposta sul salario minimo. In manovra il premier aveva assicurato che sarebbe arrivato poi un nuovo taglio del cuneo: con ogni probabilità la stesura della legge di bilancio sarà lasciata al prossimo governo. A settembre, invece, l’appuntamento sarà con la Nadef, che aggiornerà il quadro macroeconomico, ma senza dare indicazioni delle nuove politiche: il documento potrebbe non avere il quadro programmatico, ma solo quello tendenziale a legislazione vigente. Nota a margine: ieri, la Guardia di finanza e Palazzo Chigi hanno siglato il nuovo protocollo d’intesa sull’uso del golden power, per regolare i poteri speciali del governo nei settori di energia, trasporti, Difesa e telecomunicazioni. L’agenda resta fitta e i prossimi mesi saranno comunque complicati: il cdm ha ufficializzato che gli italiani andranno alle urne domenica 25 settembre. E la campagna elettorale di fatto è già partita.
Mario Draghi e Ursula von der Leyen (Ansa)
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