2019-02-22
Fratelli d’Europa: Meloni e i conservatori Ue
Fdi entra ufficialmente nell'Ecr, la famiglia dei sovranisti europei, la terza per forza elettorale e seggi. Con uno scopo: salvare l'Unione costruendo un'alleanza tra popolari e populisti. «Siamo saldamente presenti nel gruppo della vera destra».Ma cosa ci vengono a fare, oggi, a Roma, nella cornice di Villa Miani, trenta delegazioni internazionali di partiti conservatori? Dietro uno dei cerimoniali più antichi e barocchi della politica internazionale si nasconde un piccolo grande fatto politico. È partito infatti il grande gioco del riposizionamento nelle famiglie europee in vista delle elezioni per il nuovo Parlamento di Strasburgo. E Fratelli d'Italia ne ha approfittato per fare una mossa politica, guardando sia alla collocazione di Forza Italia che della Lega. Le delegazioni dei partiti conservatori, infatti, arrivano in Italia formalmente per celebrare l'ingresso di Fratelli d'Italia nella terza famiglia europea per forza elettorale e seggi. E i conservatori nel prossimo voto hanno un obiettivo: diventare indispensabili per qualunque maggioranza si debba costituire nel lato destro dell'emiciclo. Questa formazione - ovviamente - nasce intorno a Farage e al famigerato gruppo di Visegrad. Ma dopo la Brexit i Conservatori avevano perso una gamba importante, proprio quella dell'Ukip. Entrando in questo gruppo Giorgia Meloni e i suoi Fratelli portano il loro rinforzo e lanciano un messaggio politico agli alleati e agli elettori. Si sono trovati una casa più grande e sfidano Forza Italia con un interrogativo sottinteso: in Europa volete stare «a destra» (con i conservatori), o in mezzo al guado (con il Ppe)?. Ma anche per Matteo Salvini c'è un messaggio in bottiglia. Nel prossimo Parlamento europeo i Conservatori vogliono essere l'anello di congiunzione nella costruzione di una grande alleanza che possa andare dai popolari ai populisti. In mezzo ci sono i conservatori, e all'ala più radicale e connotata sotto l'identità «populista» c'è Marine Le Pen. Che fino a ieri aveva rapporti politici (celebrati persino nei selfie di rito) sia con la Meloni che con Salvini, ma che in questa famiglia non è entrata. In primo luogo per un motivo storico: in passato il Front national aveva fatto da cardine del Dvd, il gruppo delle destre estreme, molto distante per posizioni e composizione. Mentre Salvini oggi è considerato molto filorusso e si proclama orgogliosamente «putiniano», cosa che al partito leader del gruppo quello dei polacchi di Kaczynski - non accende particolare entusiasmo, per antiche motivazioni geopolitiche. Insomma, i tre partiti di centrodestra hanno tutti un alleato forte. Ecco perché grazie alla nuova famiglia la Meloni conta di sfruttare l'occasione per acquisire un potenziale attrattivo su una parte importante degli elettori del Cavaliere. L'ingresso formale di Fratelli d'Italia nell'Ecr (i conservatori e riformisti europei) era avvenuto nel novembre 2018: ma è solo oggi che il partito dei fratelli Kaczynski (cioè il principale governo dell'area di Visegrad) conferisce una dimensione pubblica all'adozione del nuovo adepto. Si tratta di una alleanza apertamente critica nei confronti di Bruxelles e degli attuali assetti europei. Dopo il meeting della mattina, a Villa Miani si svolge un evento pubblico che celebrerà l'intesa con gli interventi di esponenti politici internazionali e la chiusura della Meloni. Nell'Ecr ci sono partiti con storie e origini diverse: si va da movimenti come Forum for democracy (Olanda 12%), all'altro nascente di Vox (Spagna 7%) e Debout la France (7%). Spiega la Meloni: «Noi siamo saldamente presenti nel gruppo della vera destra in Parlamento europeo ed entriamo in una delle famiglie politiche europee ed internazionali più importanti». Al partito da cui nasce l'Ecr (si chiama Acre) sono affiliati tra gli altri, i Repubblicani americani, il partito Conservatore canadese, il partito Liberale australiano. Il sogno della Meloni, dunque, è quello di chiudere il cerchio aperto nella primavera scorsa con la visita a Viktor Orbán di questa estate e con la serata dedicata a Steve Bannon, e posizionarsi rispetto ai suoi due alleati. Il fatto che il duo «europopulista» Salvini-Le Pen costituisca una storia politica a sé un tempo - forse - per la Meloni sarebbe stato una ferita. Oggi, nella sfida senza quartiere tra i tre competitore italiani del centrodestra, diventa una possibilità di marketing politico in più. Difficile dire - da ora - quale sarà il padrino che avrà più appeal sugli elettori italiani.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)