2024-11-14
Cosa pensa dei gay (e dell’accoglienza) il nuovo predicatore scelto da Francesco
Papa Francesco. Nel riquadro, frate Roberto Pasolini (Ansa)
Fra Roberto Pasolini ha sostituito padre Raniero Cantalamessa: «San Paolo li giudicava male perché non conosceva cristiani omosessuali».Nelle sue Lettere, San Paolo apostolo definiva gli atti omosessuali come atti «tendenzialmente negativi», in quanto «non aveva davanti i gruppi di cristiani omosessuali in ricerca» e disciplinava «solo situazioni come le orge». Non è l’interpretazione del Nuovo Testamento di un portale gay, bensì l’affermazione di fra Roberto Pasolini, il nuovo predicatore di Casa pontificia scelto da papa Bergoglio.Francescano cappuccino, 53 anni, docente di esegesi biblica presso la facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano, ha preso il posto del cardinale Raniero Cantalamessa, che ricopriva questo ruolo dal 1980. «Collabora con l’arcidiocesi ambrosiana nella formazione dei docenti di religione e con la Conferenza italiana dei superiori maggiori (Cism)», faceva sapere Avvenire qualche giorno fa, sottolineando che «è apprezzato anche tra i giovani».Famiglia Cristiana ha scritto: «Ora il Pontefice lo ha scelto per proseguire la tradizione delle catechesi rivolte alla Curia e al Papa, affidandogli così il compito di continuare l’eredità di Cantalamessa in un nuovo capitolo di spiritualità». E aggiungeva: «Pasolini continua a seguire i novizi e ad animare incontri spirituali, esercizi di ritiro e momenti di accompagnamento pastorale, intrecciando fede e carità per offrire alla società e alla Chiesa una visione viva e attuale della spiritualità cristiana».Se questo è il modo di predicare di fra Pasolini, la Chiesa è davvero messa male. L’intervento sul tema «Omosessualità e vita cristiana», affrontando la questione dal «punto di vista biblico», aveva avuto luogo lo scorso 9 febbraio nel convento dei frati cappuccini di Varese ed era stato tramesso dall’emittente televisiva Prima free di Rovigo. Il video è ancora disponibile su Youtube.Citando San Paolo e l’elenco «degli ingiusti che non erediteranno il regno di Dio», il francescano cappuccino ricordava che, assieme ai depravati e ai sodomiti, erano inclusi i calunniatori, gli adulteri, i rapinatori, gli ubriaconi e molti altri. «Non solo omosessuali attivi e passivi», sottolineava il frate. Era come se Paolo facesse l’elenco «di atti che segnalano un certo disordine […] anche tra gli eterosessuali».Però, aggiungeva, «mi chiedo come mai questa sera, nel 2024, noi siamo qui a parlare di omosessuali e non di altre persone di quell’elenco. Perché non parliamo dei ladri o di quelli che bevono, che commettono adulterio? Perché queste categorie di persone non sono diventate quelle che non possono fare la comunione o quelle per le quali il Papa deve scrivere una lettera per permetterci di benedirli? Come mai solo alcuni sono diventati il capro espiatorio dell’ingiustizia in generale, della vita che si allontana da Dio?». Il chiaro riferimento era alla benedizione, in contesti «non ufficiali», delle coppie dello stesso sesso contenuta in Fiducia supplicans dello scorso dicembre, a firma del cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del dicastero per la Dottrina della fede e approvata dal Papa.L’oggi predicatore insisteva dicendo che San Paolo non faceva discorsi contro le persone omosessuali. C’era «la valutazione che alcuni atti omosessuali possono esprimere un certo disordine». Le categorie della Bibbia vanno riviste, sosteneva Pasolini, perché «è molto comodo mettere qualcuno nella nicchia dei colpevoli e noi sentirci dalla parte dei giusti». Nei testi sacri, «non c’è un’etichetta contro le persone omosessuali, contro chi ha uno stabile orientamento di affezione verso persone dello stesso sesso, si stigmatizzano atti lussuriosi tra cui ci sono anche quelli di natura omosessuale», dichiarava durante quell’intervento.Paolo, dunque, avrebbe denunciato solo atti sessuali «tendenzialmente negativi […] condannati perché non c’è amore», non persone che vivono una attrazione unica verso persone dello stesso sesso. «Aveva di fronte persone che si ripiegavano sul sesso fine a sé stesso, orge, situazioni di ricerca del piacere», scriveva due mesi dopo il frate in un articolo a sigla pRP uscito su Silere non possum, il portale di informazione che dichiara di offrire «uno sguardo privilegiato sull’attività del Santo Padre, della Santa Sede e della Chiesa cattolica», e nel quale riportava le medesime argomentazioni. Ma non è che il mondo gay sia fatto solo di coppie che si giurano fedeltà anche sessuale, semmai è vero il contrario.A proposito del Centurione romano e il suo schiavo, su Silere non possum scrive che l’uomo «smuove tutti per poter arrivare a Gesù» e far guarire il suo servo. «Possiamo chiederci: “Lavorava bene? Lavorava più degli altri?” Può essere. Oppure c’era una relazione fra loro due. Non è sconveniente pensarlo. Pensate se fosse davvero così, dovremmo spiegare ai blog psico repressi che Gesù ha fatto l’elogio più grande proprio ad un omosessuale».Prima di analizzare le Lettere dell’apostolo, durante l’incontro nel convento di Varese Pasolini aveva citato la narrazione degli Angeli e la distruzione di Sodoma, in cui gli abitanti reclamavano il diritto di abusare dei forestieri accolti nella casa di Lot; e l’episodio noto come Il delitto di Gàbaa, dove gli uomini del villaggio volevano abusare di un levita, che invece offre loro la concubina. La sua spiegazione è che questi episodi, più che «di che cosa Dio pensi sull’omosessualità», rivelerebbero «un problema di non accoglienza del forestiero, dello straniero che deve essere in qualche modo abusato». C’è, dunque, «un grande giudizio negativo da parte di Dio nei confronti della mancanza assoluta di ospitalità», del «non essere capaci di accogliere», concludeva il docente di esegesi biblica.Parola di predicatore: è più grave respingere gli stranieri.