2021-10-07
E anche Franco getta la maschera
Il ministro in audizione sulla Nadef ammette i rischi delle modifiche alla mappatura: «In futuro, chi vorrà la userà». Poi boccia il superbonus. Gelo su pensioni e cartelle.La riforma del catasto per ora è un «esercizio di mappatura che sarà reso disponibile nel 2026, non ha alcun effetto immediato». Solo che, «nel 2026, verrà usato da chi vorrà utilizzarlo. Per ora è un esercizio per capire lo stato del nostro sistema immobiliare». Queste le parole che ieri, durante l'audizione sulla Nadef in commissione Bilancio di Camera e Senato, ha detto il ministro dell'economia, Daniele Franco. Dunque, la revisione del catasto non porterà nell'immediato un aumento della pressione fiscale, ma questo scenario potrebbe verificarsi dal 2026 in avanti, secondo quanto riterrà opportuno la maggioranza che governerà il Paese. L'obiettivo attuale, precisato anche martedì in conferenza stampa da Mario Draghi, è infatti quello di «accatastare tutto quello che non è accatastato», per riuscire ad avere un disegno più preciso dell'universo dei beni immobili in Italia. Questa mappa, come ricordato ieri da Franco, sarà pronta nel 2026, e potrà essere usata come meglio vorrà la maggioranza che governerà il Paese tra cinque anni. Il problema è proprio questo. C'è infatti una possibilità, e neanche tanto remota, che questa nuova mappatura venga usata per fare cassa. Come? Aumentando le imposte sugli immobili. Lo stesso Franco, nella sua audizione di ieri, ha infatti lasciato aperto uno spiraglio su come potrà essere impiegato il lavoro di revisione del catasto fra qualche anno. Oltre al tema degli immobili, il ministro dell'Economia si è focalizzato anche su altri argomenti. Tra questi troviamo la rottamazione delle cartelle fiscali, richiesta a gran voce dalla Lega, ma che non scalda molto il cuore del governo. «È una questione che stiamo valutando e stiamo vedendo se qualche ulteriore spalmatura degli oneri possa essere considerata. Possiamo smussare e diluire questa fase, però bisogna gradualmente tornare verso una situazione di normalità (dove) gradualmente tutte le famiglie e le imprese devono pagare le cartelle emesse dall'Agenzia delle entrate», spiega Franco. Poco accogliente, il ministro dell'Economia, anche sul superbonus e più in generale sulle varie agevolazioni che sono state concesse: «Il superbonus è molto importante per far ripartire il settore delle costruzioni, quindi nella legge di bilancio stiamo valutando in che modo tutti i bonus possano e debbano essere prorogati. Dobbiamo tenere a mente che sono uno strumento molto costoso, non sostenibile alla lunga», ha aggiunto. «Lo Stato non può sussidiare 50-100.000 euro di spese per 30 milioni di unità immobiliari, l'effetto sui conti è stratosferico». Inoltre il settore delle costruzioni «non può crescere a dismisura», altrimenti si formano «delle bolle, come successo in Cina». Altro strumento di cui si è discusso in audizione è stato il cashback. Secondo Franco è stato un dispositivo molto importante per far muovere verso i pagamenti elettronici le persone, ma non «la vedrei come una misura strutturale, nel momento in cui abbiamo spinto le persone verso i pagamenti digitali difficilmente tornano indietro». E infine si è parlato dall'aumento delle bollette e delle pensioni. Per quanto riguarda il primo aspetto, Franco ha spiegato come l'aumento è un argomento che va monitorato e bisogna valutare se fare qualcosa a livello nazionale ed europeo, per cercare di attenuare questa dinamica, dato che «per mitigare l'impatto degli aumenti dei prezzi essenzialmente del gas il governo è intervenuto due volte» ma «il problema si riproporrà il primo gennaio prossimo» (il decreto deciso vale infatti fino al 31 dicembre 2021). Mentre per quanto riguarda le pensioni, il ministro dell'Economia ha fatto sapere che questa è ancora una questione aperta, che sarà affrontata nella legge di bilancio.
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