2024-06-27
Francesco scomoda il «motu proprio» per imporre il dogma dell’energia verde
Papa Francesco (Getty Images)
Il Pontefice usa la lettera apostolica per ordinare la costruzione di un parco agrivoltaico. Strizzando l’occhio agli «atei devoti».Il Santo Padre ha battezzato il santo parco. La svolta green del Vaticano continua e non si ferma alla beatificazione della natura, degli alberi, dei ruscelli e di tutti gli animali, secondo i dettami di un Papa che si chiama non a caso Francesco. Poiché la transizione ecologica passa anche dalle infrastrutture (dal Vangelo secondo Frans Timmermans), ecco che verrà realizzato sul suolo italiano, in concessione extraterritoriale, un gigantesco impianto agrivoltaico su 400 ettari di territorio, che permetterà l’alimentazione della stazione radio e, allo Stato pontificio, di diventare energeticamente autonomo. Questa è l’intenzione del Pontefice, esplicitata ieri attraverso una lettera in forma di «motu proprio» dal titolo evocativo Fratello Sole, con la quale vengono poste le basi organizzative della struttura, che occuperà la tenuta di Santa Maria di Galeria, a Nord Ovest di Roma, al confine con il comune di Fiumicino, dove nel 1957 fu costruito il Centro Trasmittente (inaugurato da Pio XII) e le antenne di Radio Vaticana trasmettevano in onde medie. Lo facevano peraltro fra le proteste non sempre rispettose da parte degli abitanti del quartiere, arrivati anche a denunciare i porporati per gli effetti collaterali dell’elettrosmog. Per dipanare la faccenda era stata istituita una commissione bilaterale fra Italia e Santa Sede. Il passo è ritenuto importante dal Papa, che sottolinea come la Città del Vaticano voglia far sapere al mondo che sta applicando la Convenzione delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici. Spiega Francesco in questa nuova e sorprendente funzione da termotecnico: «Con tale strumento ho inteso contribuire agli sforzi di tutti gli Stati per offrire, in conformità con le rispettive responsabilità e capacità, una risposta adeguata alle sfide poste all’umanità e alla nostra casa comune dal cambiamento climatico. Occorre operare una transizione verso un modello di sviluppo sostenibile che riduca le emissioni di gas serra in atmosfera, ponendosi l’obiettivo della neutralità climatica». L’evangelista Luca (Mercalli) non avrebbe saputo dire meglio.Dopo le affermazioni chiare contro la «cultura della morte» (aborto ed eutanasia) e le sbandate lessicali riguardo alle lobby gay nei seminari («l’eccesso di frociaggine»), il Papa aveva necessità di rientrare nell’alveo della cultura mainstream, di rassicurare la maggioranza progressista che lo sostiene. Ed ecco la carezza fotovoltaica, il massaggio cardiaco a bassa intensità, l’adesione alla causa green non più solo con le parole, ma con i fatti. Il tema è molto caro al Santo Padre per due motivi: non è altamente divisivo e gli consente di coprire con successo la sponda dell’ateo devoto, che va in chiesa non per avvicinarsi a Dio ma per «meditare». Uno dei dogmi più ipocriti della modernità. Rimane singolare l’uso del motu proprio - una lettera apostolica che il codice di diritto canonico prevede soprattutto per disposizioni su fede e morale - per regolare una materia tutt’altro che dogmatica. In passato Francesco l’aveva utilizzato per prevenire e contrastare gli abusi dei sacerdoti sui minori (Vos estis lux mundi), per l’uso dei messali antichi (Traditionis custodes) e anche per codificare questioni amministrative come la trasparenza nelle procedure. Oggi l’orizzonte dello strumento si allarga, con lo scopo di dare più peso specifico alla religione verde.«Con la lettera enciclica Laudato Si’ del 2015 sulla cura della casa comune», comincia il motu proprio, «ho invitato l’umanità intera a prendere coscienza della necessità di apportare cambiamenti ai propri stili di vita, di produzione e di consumo, al fine di contrastare il riscaldamento globale che vede, tra le sue principali cause, l’uso pervasivo dei combustibili fossili». Dopo l’introduzione ideologica, il pontefice assegna pubblicamente i compiti per la realizzazione del mega-impianto, con l’apertura del cantiere per l’installazione dei pannelli, al cardinale spagnolo Fernando Vergez Alzaga e all’arcivescovo bresciano Giordano Piccinotti quali «commissari straordinari in deroga alla normativa vigente e senza richiedere autorizzazione alcuna, con piena capacità di compiere i necessari atti di ordinaria e straordinaria amministrazione». Praticamente con pieni poteri.Il passo è necessario perché, essendo il luogo fisicamente in territorio italiano, sarà indispensabile relazionarsi con le autorità civili. Così nel documento il Papa tuttofare dà anche indicazioni da responsabile dei lavori: «Stabilisco che detti commissari possano comunicare all’Autorità italiana, ai sensi del Trattato lateranense, la sistemazione in detta area di strutture e sedi di enti facenti capo alla Santa Sede e al governatorato della Città del Vaticano». Il super parco agrivoltaico sarà tutt’altro che invisibile. Ora la palla passa al Comune di Roma e ai comitati, che in passato non fecero sconti neppure alle antenne sante.