2025-07-20
Il vero modello green di Sala e Boeri: una valanga di soldi per alberi morti
Il flop di Forestami racconta il sistema meneghino. La Fondazione incassava 5 milioni per piantare verde, con obiettivi sbandierati (3 milioni di arbusti), ma non rendicontati. E in molte zone l’80% è senza vita.«Alla grandissima! Sei stato proprio bravo a sostenere Forestami». Il sindaco Beppe Sala esulta così, in un messaggio Whatsapp del 13 luglio 2021, rispondendo all’archistar Stefano Boeri che poco prima gli aveva scritto trionfante: «Con Forestami abbiamo vinto tutti e cinque i bandi Costa!». Due frasi, emerse dall’informativa della Guardia di finanza sull’ultima inchiesta sull’urbanistica milanese, che raccontano molto più di un semplice scambio di complimenti. Sono la fotografia nitida di un progetto - Forestami - nato per riforestare la città con milioni di alberi e diventato invece il manifesto perfetto di una narrazione verde, tra passerelle mediatiche, foto Instagram e retorica istituzionale, con l’architetto simbolo dell’urbanistica sostenibile e il sindaco più green d’Italia a spartirsi meriti e like. Insomma, Forestami non è altro che una foglia di fico verde a copertura delle politiche di cementificazione portate avanti dal Comune di Milano. Mentre si promettevano milioni di alberi, la città continuava a riempirsi di grattacieli. Un contrasto evidente che emerge nell’ultima inchiesta sull’urbanistica milanese. Boeri ne è il massimo esempio. Propone più alberi in città, anche per combattere il caldo, ma dall’altro lato si adopera per costruire progetti immobiliari e torri in mezzo alla città. Dietro i numeri ufficiali, infatti, si nasconde una realtà diversa: quella di un’iniziativa che ha incontrato problemi fin dall’inizio. Gli obiettivi sono stati riformulati più volte (inizialmente 3 milioni di alberi solo a Milano, poi estesi all’area metropolitana), mentre a oggi solo il 20% di quelli piantati risulta collocato nel territorio comunale. Il resto? Sono in periferia o nei Comuni limitrofi, con una concentrazione nulla all’interno della circonvallazione. La piantumazione in centro città resta ancora un miraggio. A complicare il quadro ci sono anche i dati poco trasparenti sulla sopravvivenza delle piante. Forestami dichiara oltre 611.000 alberi messi a dimora, ma non specifica quanti siano morti per le siccità del 2022 o i nubifragi del 2023. Dati parziali e numeri che mancano, mentre nel frattempo continuano le raccolte fondi. Come si legge sul sito, alla voce rendicontazione, finora sono stati raccolti 5.241.051,80 euro. Di questi, 2,29 milioni provengono dai Bandi Costa, fondi ministeriali destinati a cinque interventi tra Milano e hinterland: Rho, Settimo Milanese, Corsico, Pioltello e Parco Forlanini. Il resto arriva da donazioni e sponsor. Ma resta poca chiarezza: quanti alberi sono sopravvissuti? Chi li ha messi a dimora? In alcuni interventi, come a Canegrate, si parla apertamente dell’80% di piantine morte in due anni per carenze progettuali e manutentive: irrigazione assente, reti distrutte, alberi piantati in zolle sollevate a mano. A cosa sono serviti quindi i quasi 5 milioni e mezzo di euro raccolti dalla Fondazione Forestami?Intanto i cittadini si organizzano: nasce #BagnaMi, iniziativa spontanea per salvare gli alberi. Sul gruppo Facebook «Forestami e poi dimenticami?», si raccolgono segnalazioni e foto. A Porta Nuova restano cespugli secchi, documentati anche da Urbanfile. In Municipio 8 un albero segnalato e lasciato un mese è stato salvato da cittadini con 7,50 euro e mezz’ora di lavoro. Secondo Boeri (presidente del comitato scientifico di Forestami), il costo medio per albero - comprensivo di cinque anni di manutenzione - sarebbe di appena 30 euro (intervista a Repubblica, maggio 2022). Una cifra che appare surreale rispetto ai 150-250 euro stimati dagli esperti del settore, o ai 200-300 euro previsti nei bandi pubblici di altre città come Torino e Bologna. A Milano, dunque, con la cifra dichiarata, si sarebbe riusciti a fare dieci volte tanto con dieci volte meno. Un’illusione? O una sottovalutazione profonda delle competenze richieste? Per di più a Milano il caldo è insopportabile, con fino a 15 gradi di differenza tra strade alberate e non. Il Comune risponde con pergole di legno sull’asfalto: una scenografia al posto di soluzioni. I cittadini si domandano: che fine hanno fatto i 3 milioni di alberi promessi da Forestami? Si perdono esemplari storici, la manutenzione è assente. Nel luglio 2023 cadono 4.776 alberi in poche ore. Non esiste un censimento aggiornato né una «cartella clinica» per monitorarli. Ogni temporale è un disastro. L’azienda Avr (che si occupa del verde), travolta da scandali e polemiche, sarà sostituita da Mm a ottobre. E la stagione di Sala e Boeri sul verde pubblico non è ancora finita.Non si tratta poi solo di alberi piantati male. Forestami è stato anche teatro di tensioni politiche interne, come mostrano conversazioni tra Boeri e Sala. «Mi ha chiamato Michela dicendomi di tua incazzatura. Beppe, mi sono limitato a proporle un’opportunità importante, per lei e per Forestami (non avrei dovuto farlo???)», scrive Boeri, riferendosi a Michela Palestra, consigliera all’Ambiente appena nominata vicesindaco della Città metropolitana. Sala replica: «Ok ma io non sto ad aspettare le decisioni degli altri perché devo tutelare gli enti per cui lavoro. Tutto qui. Ciao». Il tono si irrigidisce: «Ripeto che non c’è nulla al momento se non un’opportunità da valutare...», insiste Boeri. Sala risponde: «Io no. Non so tu. Ma ho lavorato con fedeltà per Pirelli-Telecom 23 anni. Ho preso in mano Expo e l’ho portato fino alla fine. Se prendo un impegno lo porto a termine. Non pretendo che tutti siano come me. Ma ho il diritto di circondarmi di persone che capiscano che non si molla dopo 15 giorni». Boeri chiude con un paragone: «Se ti chiamassero a fare il premier cosa faresti? Rifiuteresti perché hai appena preso incarico da sindaco?». Sala: «Probabilmente sì. Ma c’è cosa e cosa. Se è disponibile per un’opportunità del genere lo sarà per molte altre (senza nulla togliere a Forestami)». Uno scambio che svela come Forestami fosse anche questione di equilibri politici e occasioni economiche: Palestra fa parte della commissione speciale Pnrr sui fondi e bandi europei.