2025-01-31
Il docufilm sull'operazione che svelò uno dei più grandi traffici di droga d'Europa
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«Fiumicino: Operazione Sex & Clean» (Sky)
Fiumicino: Operazione Sex & Clean, disponibile su NowTv da domenica 23 febbraio, riavvolge la matassa, per raccontare l'operato della polizia, i passi - piccoli e grandi - che le hanno permesso di svelare uno dei più vasti traffici di droga sintetica dell'intera Europa.Sul sito del Governo italiano, alla sezione Interno-Antidroga, si legge ancora quanto vasta e ramificata sia stata l'indagine avviata dalla Polaria di Fiumicino nel luglio del 2021. Allora, un pacco era stato intercettato al suo arrivo in Italia. Conteneva sostanze stupefacenti, acquistate, tramite web, all'estero e poi spedite nel Belpaese. Avrebbe potuto essere un caso isolato, l'iniziativa individuale di un essere qualsiasi. Ma alle forze dell'ordine è saltata la mosca al naso e, di lì, l'indagine. Sex and Clean, com'è stata denominata, si è configurata come un'operazione mastodontica che, in poco più di un anno, ha consentito di procedere agli arresti di quasi novanta individui. Nel mezzo, ci sono state perquisizioni, sequestri, il tentativo di portare allo scoperto una rete fino ad allora sommersa. Una rete che, oggi, un documentario ha cercato di ricostruire.Fiumicino: Operazione Sex & Clean, disponibile su NowTv da domenica 23 febbraio, riavvolge la matassa, per raccontare l'operato della polizia, i passi - piccoli e grandi - che le hanno permesso di svelare uno dei più vasti traffici di droga sintetica dell'intera Europa. L'orologio, dunque, torna indietro. Al 2021, al giorno in cui, all'interno dell'aeroporto Leonardo da Vinci, la polizia giudiziaria si è trovata a intercettare un pacco sospetto. Conteneva droga sintetica, comprata su Internet come uno dei tanti oggetti che le piattaforme sono abituate ad offrire. Quel che è seguito è un insieme di ricerche ramificate. Le forze dell'ordine hanno vivisezionato i traffici italiani, individuando una miriade di pacchi simili. Ordini pressoché identici, effettuati al Nord, al Sud, al Centro Italia. Così, è venuto a galla un mondo sommerso, fatto di traffici illeciti e droghe pericolose. Circa 200 chilogrammi di Gbl, sostanza stupefacente cui fa capo anche la cosiddetta droga dello stupro, sono stati sequestrati nel corso dell'operazione, che in Europa ha portato all'arresto di 87 narcotrafficanti. Non era solo l'Italia, infatti, a essere coinvolta, ma una serie di Paesi altri, estesi oltre i nostri confini nazionali. Paesi che il documentario Sky individua e racconta.Il film, andato in onda su Sky Crime nella seconda serata della scorsa domenica, è riuscito a coinvolgere alcuni protagonisti dell'indagine che fu: investigatori della Polizia di Stato, arrestati che hanno scelto di collaborare, medici esperti e pubblici ministeri. Sono loro, attraverso le proprie testimonianze, a far rivivere le fasi cruciali di un'operazione che ha permesso di spezzare il muro di omertà che proteggeva questo traffico internazionale, consegnando alla giustizia persone apparentemente insospettabili - professionisti affermati, personaggi dello spettacolo e figure istituzionali.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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