2020-01-10
Paura di cadere: il governo rinvia tutto, anche il voto su Salvini
Ci vuole del talento a fingere di governare l'Italia. Provate a immaginare la difficoltà di passare i vostri giorni a Palazzo Chigi simulando di essere chini sui dossier più importanti e impegnati in decisivi vertici di maggioranza, quando poi in realtà sia lo sfoglio delle pratiche che le riunioni delle componenti servono non a decidere come cambiare il Paese, ma solo a tirare a campare e conservare la poltrona.C'è l'Alitalia che sta fallendo, anzi è già fallita e occorre decidere in fretta se chiuderla, venderla a pezzetti a un'altra compagnia oppure regalarla a qualcuno pur di levarsi il problema? Beh, pur essendo urgente una soluzione, il governo decide di soprassedere, in attesa di sapere come andranno le elezioni in Emilia Romagna. Bisogna discutere dell'Ilva, la più grande acciaieria europea che rischia la chiusura perché senza lo scudo penale e i licenziamenti gli indiani se la vogliono dare a gambe ritenendoci un Paese di pazzi? Anche qui, invece di stabilire il da farsi, a Palazzo Chigi impongono di non fare niente in attesa di sapere quale sarà il loro destino. È urgente stabilire se l'abolizione della prescrizione c'è oppure è rinviata di qualche mese? Pure in questo caso l'indecisione regna sovrana, perché decretare che i processi possano durare in eterno è un atto che rischia di far cadere il governo e dunque è meglio soprassedere.L'elenco dei provvedimenti sospesi nel limbo del governo giallorosso può continuare, perché da settimane a questa parte, cioè da prima di Natale, il motto in vigore nella maggioranza è rinviare a domani ciò che può essere fatto oggi. In pratica, perfino la manovra finanziaria è stata rimandata a settembre: approvata, ma lasciata in sospeso. La plastic tax, quella che doveva scoraggiare i produttori di bottigliette e involucri che inquinano e avvelenano il mondo come dice Greta Thunberg? Differita di sei mesi, in attesa che emiliani e romagnoli decidano da chi farsi governare. E l'imposta sulle bibite zuccherate, quella che doveva servire a curare la salute degli italiani e non certo le casse dello Stato? Anche per quella ci dobbiamo aggiornare a dopo l'estate, quando il ballottaggio fra Stefano Bonaccini (Pd) e Lucia Borgonzoni (Lega) avrà deciso chi governerà la regione rossa per antonomasia. E il Mes, il meccanismo europeo di stabilità, ossia il salva Stati, fondo che l'Italia rischia di dover pagare ma senza poterne per legge usufruire a causa dei conti sballati? Nonostante fino all'altroieri l'approvazione sembrasse urgente, all'improvviso anche quella è stata messa in soffitta per cose più necessarie.Sì, da settimane l'Italia vive in una condizione di attesa, perché tutto quello che dovrebbe essere deciso rischia di influire sulle già precarie sorti del governo Conte e dunque, per evitare rischi che possano far pendere in Emilia la bilancia elettorale da un lato o dall'altro, meglio rimanere fermi e zitti. La situazione di precarietà ha anche degli aspetti grotteschi, come nel caso della società Autostrade. È passato un anno e mezzo dal crollo del Ponte Morandi e dalla strage provocata dall'incuria di una delle più importanti e frequentate arterie della Liguria. Eppure, nonostante le promesse del governo precedente, ma ancor più di quello attuale, nulla è accaduto. Nel frattempo, un'altra autostrada ha perso un pezzo e in una galleria addirittura è caduta una parte della volta, fortunosamente non in testa agli automobilisti. Tuttavia, nonostante ciò che è emerso anche dalle intercettazioni, il governo traccheggia. L'ultima idea per decidere di non decidere è appioppare all'azienda dei Benetton una bella multa. Ma alla sola idea, partorita dalla ministra del Partito democratico, i 5 stelle sono insorti, ritenendola troppo poco. Dunque, anche in questo caso non si farà niente, congelando la decisione a quando calerà la temperatura. La faccenda più comica è però quella che riguarda Matteo Salvini. Non so se ricordate, ma il Tribunale dei ministri di Catania lo vuole processare con l'accusa di sequestro di persona per aver tenuto un pugno di migranti per cinque giorni su una barca della Guardia costiera. Fino a ieri 5 stelle e Pd non vedevano l'ora di consegnare l'ex ministro dell'Interno nelle mani dei giudici, forse nella speranza di levarselo di torno. Ora però, temendo che un voto a favore del processo faccia il gioco del leghista, grillini e compagni rinculano, facendo a gara per rimandare tutto a dopo il voto in Emilia. Dopo aver accusato Salvini di scappare dalla giustizia, adesso sono loro che se la danno a gambe levate per evitare una decisione che aggiunga anche un solo voto in più alla candidata di centrodestra.Eh sì, ci vuole talento a fingere di governare. Anzi, per ingannare il tempo, fossi il premier, invece di fare le parole crociate, scriverei un saggio: l'arte del non governo. Ma forse l'ha già scritto qualcuno, per spiegare la prima Repubblica a guida democristiana.
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