
La compravendita finisce nell’informativa per il sequestro dei 140.000 euro. Ed emerge un altro dato: chi ha osato toccare il contratto Isg è stato «allontanato».Tra le attività investigative svolte dal Nucleo valutario della Guardia di finanza su Gabriele Gravina, oltre agli accertamenti sulle presunte simulazioni di vendita di una collezione di libri antichi facendo ricorso a quelli che gli investigatori definiscono «contratti d’opzione a titolo oneroso» per «giustificare formalmente la retrocessione di parte delle somme pagate annualmente dalla Lega Pro in favore della Isg Ltd», c’è un capitolo dedicato a una compravendita immobiliare. Una storia che La Verità aveva già ricostruito. E che ora è impressa in uno dei capitoli di un’informativa depositata dal pm di Roma Maria Sabina Calabretta al Riesame a sostegno della richiesta di sequestro da 140.000 euro che il gip aveva respinto. La compravendita della casa risale al 2019 e sebbene, valutano i finanzieri, «apparentemente scollegata» dalla cessione dei libri antichi, «sembrerebbe confermare il fatto che Gravina ricorra sistematicamente a contratti d’opzione a titolo oneroso per giustificare formalmente i propri introiti». Si tratta di un immobile milanese per la figlia Lorenza da 650.000 euro. In quello stesso periodo l’imprenditore Marco Bogarelli, presidente fino al 2016 della Infront, società che si occupa di diritti televisivi, si propone per l’acquisto dei libri. Il costo dell’esercizio di opzione è di 350.000 euro. Gravina, ricostruiscono i finanzieri, «in considerazione dell’imminente acquisto immobiliare [...] chiede a Bogarelli di eseguire il versamento sul conto della figlia». Coincidenza: due mesi dopo l’affare dei libri salta. In modo simile la Mizar, società che per Gravina si è occupata di promuovere la vendita dei libri, avrebbe ricevuto un pagamento da un’altra società, la Wallector Ltd, per un’opzione di acquisto da 180.000 sterline. La Wallector avrebbe ottenuto i fondi dalla Ginkgo di Gianni Prandi, «in rapporti personali e commerciali con la Figc e Gravina». La Ginkgo sarebbe infine collegata, ma gli investigatori non spiegano come, «alla Isg». Nonostante l’opzione di acquisto, la vendita della collezione non è mai avvenuta, ma le transazioni sembrano aver contribuito a generare liquidità per l’acquisto dell’immobile e per coprire le rate del mutuo. Ma c’è un altro dato che emerge: chi tocca il contratto Isg rimane scottato. Come l’ex presidente Francesco Ghirelli che nel 2022 fu costretto a lasciare l’incarico proprio dopo aver rimodulato nel bilancio 2021 quel contratto, risparmiando alla fine «oltre 500.000 euro». A chiedere informazioni su Isg fu anche il presidente reggente Marcel Vulpis, che poi fu sconfitto alle elezioni da un allora sconosciuto Matteo Marani portato alla vittoria proprio da Gravina. Lo stesso Salvatore Caiata (Fdi) finì messo in un angolo dalla Federazione. Nel 2021 Cosimo Sibilia fu costretto a lasciare la Lega Dilettanti. Il cambio fu deciso negli uffici di Giancarlo Viglione con la presenza di altre figure come Nicchi, Ulivieri e Abete. L’attuale presidente della Lega Pro Marani non ha mai avviato una verifica interna sul contratto in questione né ha rilasciato dichiarazioni in merito. Cosa che ieri, invece, hanno fatto i difensori di Gravina, Leo Mercurio e Fabio Viglione, per respingere la nostra ricostruzione sull’inesistenza del complotto. Secondo gli avvocati la trasmissione a Roma degli atti su Gravina da parte del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo non basterebbe a smentire l’esistenza del dossieraggio. «L’inchiesta di Perugia», secondo Mercurio e Viglione, «ha accertato che il dossieraggio ebbe luogo e fu falsamente giustificato da una inesistente richiesta ai pm di Salerno e alla Dna». Inoltre, sottolineano che il gip ha rigettato la richiesta di sequestro, ritenendo inattendibile il teste Emanuele Floridi. Ma pende la decisione del Riesame. Nel frattempo Gravina manda messaggi alla politica su temi come il tax credit e l’1% sulle scommesse. Il ministro dello Sport Andrea Abodi ieri ha commentato: «Gravina ha fatto un elenco che è l’agenda del governo, mi fa piacere che la conosca». E poi: «La candidatura di Gravina è importante, ma per qualificarla serve l’agenda» e che «la differenza lo farà il metterla in pratica».
Emanuele Orsini (Ansa)
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