2022-01-06
I film sulla generazione Greta: quando i ragazzi vendicatori processano gli adulti
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È da ieri nelle sale la pellicola francese La crociata, diretta da Louis Garrel e con Laetitia Casta, che racconta lo smarrimento di una coppia che scopre che il figlio tredicenne ha rubato i loro oggetti di valore per rivenderli e finanziare così un progetto misterioso in Africa, mirato a salvare il pianeta dalla crisi ecologica. Ma non solo. Vengono in mente altri due film del passato, come L'ultima ora di Sébastien Marnier del 2018 oppure Grano rosso sangue del 1984 diretto da Fritz Kiersch.Che Greta Thunberg possa cambiare il mondo, lo crede ormai solo qualche ingenuo. Al massimo sta cambiando – non lei, ma le politiche che ha ispirato - le nostre bollette e mandando in rovina qualche famiglia, ma il mondo, quanto a lui, prosegue sereno il suo cammino. Di sicuro, tuttavia, Greta ha inciso sull'immaginario di questi anni, grazie anche all'efficiente holding creata attorno al suo brand e al relativo ufficio stampa. Se nei cinema sono sbarcati documentari agiografici come I Am Greta - Una forza della natura, del 2020, è tuttavia più interessante osservare il modo in cui l'ideologia gretina è penetrata indirettamente. Pensiamo solo a film come il francese La crociata, in uscita in questi giorni. Il film, diretto da Louis Garrel e con Laetitia Casta, racconta lo smarrimento di una coppia che scopre che il figlio tredicenne Joseph ha rubato i loro oggetti di valore per rivenderli e finanziare così un progetto misterioso in Africa, mirato a salvare il pianeta dalla crisi ecologica. L'azione non sarebbe isolata, ma frutto di un piano più ampio, a cui partecipano centinaia di altri ragazzi in tutto il mondo. Intervistato da Coming soon, Garrel ha rilanciato la questione ambientale come tema generazionale: «Questa nuova generazione è maggiormente in grado di capire i problemi di oggi e agire. Non fanno dimostrazioni solamente, si danno da fare da soli. Fanno gruppo facilmente con i social. Ho incontrato dei tredicenni organizzati. Negli ultimi anni ho visto molte persone giovani più aperte, anche sulle questioni del femminismo, dell’identità sessuale e del genere». L'idea dei giovani più impegnati, consapevoli, decisi degli adulti è un tema centrale della retorica gretina: i vecchi che stanno rubando il futuro dei ragazzi, i forum sul clima come inutili generatori di blabla di vecchi parrucconi e così via. Lo vediamo anche nelle pubblicità, profondamente segnate dal green washing d'ordinanza: la scenetta del papà che lascia il rubinetto aperto, fulminato con lo sguardo dal figlio accigliato è ormai ricorrente. Curiosamente, questo tema è presente – ma declinato in modo ben più straniante – anche in un altro film, sempre francese: L'ultima ora, di Sébastien Marnier (2018). Il titolo del film gioca volutamente sull'equivoco: l'ultima ora prima della campanella, a scuola, ma anche l'ultima ora del pianeta prima della catastrofe ambientale. La pellicola parla di un insegnante mandato a fare il supplente, dopo il suicidio di un suo collega, in una scuola d'élite. Qui trova una classe di alunni preparatissimi, ben oltre i limiti del programma scolastico, ma anche saccenti, seriosi, vagamente inquietanti. Sin da subito tra gli alunni e il prof si instaura una dinamica conlittuale, come se ogni lezione fosse un processo degli studenti all'insegnante, ma anche dei ragazzi agli adulti. Il professore, inoltre, scopre che i ragazzi sono impegnati fuori da scuola in una serie di prove vagamente iniziatiche, come se dovessero imparare a soffrire e prepararsi a morire. La cosa angoscia l'insegnante fin quasi alla follia (e ben presto si capisce cos'è che abbia portato il suo predecessore ad uccidersi). La cosa interessante del film è che il tema ambientale tutto sommato resta sullo sfondo, mentre a emergere è «l'impegno» dei giovani visto come nuova religione millenarista che predica sobrietà, penitenza, seriosità e dolore. La «purezza» che da sempre si attribuisce ai bambini diventa qui purezza morale, aggressiva però verso gli impuri. Viene in mente, a tal proposito, un film horror di qualche anno fa, non centrato sulle tematiche verdi ma appunto sulla religione: Grano rosso sangue, pellicola del 1984 diretta da Fritz Kiersch, tratto dal racconto I figli del grano, di Stephen King (nel 2009 è stato realizzato un remake televisivo dal titolo Campi insanguinati). Nei film, e nel racconto, una coppia si perde negli sterminati campi di granturco del Nebraska, finendo in una cittadina apparentemente disabitata. I due scopriranno, a loro spese, che il paese è finito in mano a una setta di bambini esaltati, che, sulla scorta di una lettura distorta dell'Antico Testamento, ha maturato ostilità verso gli adulti peccatori, tanto da decidere di sterminare tutti. Non solo: nella nuova comunità tutti i ragazzi, al compimento del diciannovesimo anno di età, vengono mandati alla morte, come se l'età adulta fosse ritenuta intrinsecamente peccaminosa. Come detto, la tematica ambientale qui non c'entra (racconto e film sono nati nel mondo pre-Greta), anche se è emblematico come i bambini-vendicatori sviluppino una sorta di inquietante culto del grano, mescolando suggestioni giudaico-cristiane a una sorta di tetro e minaccioso paganesimo agreste. Come se i campi di granturco che accerchiano e proteggono la cittadina prendessero la loro rivincita sulla civiltà corrotta. Come si vede, non siamo lontanissimi dal mondo di Greta. Sacrifici umani a parte.