2024-01-08
La Ferragni in saldo fa ancora flop
Chiara Ferragni (Imagoeconomica)
L’influencer annuncia gli sconti su Instagram, ma il suo iconico negozio a Milano rimane deserto nonostante le offerte. Intanto avanzano le indagini della Finanza.Un pandoro così indigesto da bloccare anche lo shopping in tempo di saldi. Dopo le lacrime e le scuse sui social e la fine di alcuni contratti con importanti sponsor, Chiara Ferragni non riesce a riconquistare i follower delusi e i simpatizzanti del suo brand, nonostante il post su Instagram in cui annuncia l’inizio dei saldi e pubblica il link per gli acquisti. Lo dimostra il «deserto» nel suo store di Milano a due passi da corso Como e piazza Gae Aulenti. La sensazione è che la principale ragione di un flop così evidente sia l’eco dello scandalo Balocco che ha visto la Ferragni multata dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta. La mancata beneficenza per i bambini malati con il pandoro «Pink Christmas», e poi con le uova di Pasqua Dolci Preziosi ha colpito negativamente non solo i follower, in fuga a migliaia, ma anche chi in fondo riconosceva le capacità dell’influencer ed imprenditrice digitale moglie di Fedez con 29 milioni di follower prima del caso Balocco. Già il giorno di Capodanno la sua boutique in via del Babuino a Roma era stata presa d’assalto da alcuni vandali che avevano imbrattato le vetrine e la targa con il logo del brand, con scritte ingiuriose. La prima, sotto al famoso occhio con la scritta «Chiara Ferragni» era «bandita», la seconda invece, «truffatrice», era stata scritta sulla vetrina. Ora la desolazione nell’iconico negozio milanese nonostante i prezzi al ribasso conferma che il momento nero non è finito malgrado le scuse lacrimose e il commosso «mi siete mancati» sui social prima di Natale. Eppure, gli sconti che si scorgono dalle vetrine fino a qualche settimana fa avrebbero fatto la gioia delle appassionate della fashion blogger, dagli abiti zebrati o di paillette alle borsette Caia di strass all over scontate del 50%, al pigiama con l’iconico occhio azzurro del brand a un meno 60%, così come gli sconti su make-up, in particolare il rossetto trendy Kiss Fiercely, accessori, primi fra tutti gli occhiali da sole, cartoleria e parte della collezione jewelry. Insomma nessun sold out grazie al «metà prezzo» che non aiuta a risollevare le finanze dell’imprenditrice milanese che nel frattempo è stata abbandonata dalla Safilo che ha interrotto il contratto mentre un altro stop sarebbe arrivato da un altro celebre brand con cui la Ferragni aveva collaborato in passato, Coca Cola. L’azienda aveva infatti scritturato Chiara per uno spot da diffondere a fine gennaio, in concomitanza con il Festival di Sanremo. Ma, a quanto pare, il filmato non sarà trasmesso: «Abbiamo lavorato con Chiara in Italia nel 2023, anche per alcune riprese tenutesi lo scorso dicembre. Al momento non prevediamo di usare questi contenuti» spiega un comunicato stampa diffuso da Coca Cola. Inoltre anche Monnalisa, azienda aretina che produce vestiti per bambini, per il quale Ferragni firma una linea di abiti che vanno dalle tutine per neonati ai vestiti fino a 10 anni, starebbe valutando l’ipotesi di chiudere il rapporto. Nel frattempo la Gdf ha acquisito tutta la documentazione dell’Antitrust sul pandoro mentre il caso dell’uovo è ancora sotto esame e sembra chiarito quello della bambola Trudy. Le indagini però si stanno allargando anche sugli altri casi di beneficenza dichiarata ma «opaca» controllando se ogni volta che è stata usata la parola «beneficenza» lo si sia fatto correttamente. E in questo caso potrebbe rientrare il cachet di Sanremo dell’anno scorso. Ferragni decise di devolvere il suo compenso di centomila euro per la conduzione alla Di.Re. (Donne in Rete contro la violenza).
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.