2023-05-21
Squadracce femministe cacciano la Roccella
Al Salone di Torino una violenta contestazione impedisce la presentazione del libro del ministro della Famiglia. A guidare la protesta anche il plotone urlante dell’estremismo ambientalista. Il direttore del Salone, Nicola Lagioia, legittima la cagnara e si defila. Insulti ad Alain De Benoist.Attacchi, calunnie, chiassose contestazioni. Al Salone internazionale del libro, a Torino, l’establishment di quella sinistra che considera la cultura di sua proprietà non si è fatto mancare nulla, anche a costo di inanellare contraddizioni e paradossi. Un primo assaggio in tal senso lo si è avuto nella surreale intervista, pubblicata ieri da Repubblica, di Fabio Tonacci a Zerocalcare, al secolo Michele Rech, il fumettista vate del giro dei centri sociali, il quale si è messo a dare pagelle sprezzanti su tutto ciò che non gli va a genio. Le parole più dure le ha riservate al filosofo Alain De Benoist, dipinto come un pericoloso estremista esaltato dal centrodestra. «Il nome di punta che sono riusciti a tirare fuori per la loro riscossa culturale al Salone di Torino», sono state le sue esatte parole, «è Alain De Benoist, considerato un faro dai neonazisti europei». Un faro dei neonazisti? E perché mai? Come si può dire una cosa del genere? Tonacci non chiede e Zerocalcare non spiega, ovvio. La sinistra e i suoi corifei - gli stessi che si dicono contro i pregiudizi - non hanno bisogno di provare nulla, neppure le accuse più infamanti. Per loro vale la licenza di diffamare e attaccare pesantemente, anche a costo di contraddirsi. Prova ne sono paradossi come quelli de La Stampa, quotidiano anch’esso critico con De Benoist - tanto da definirlo nei giorni scorsi «putiniano» solo perché contrario alla guerra in Ucraina - eppure capace, in un surreale testacoda, di pubblicarne ieri, sul suo inserto Tuttolibri, un estratto di La scomparsa dell’identità. Che è proprio il saggio che De Benoist è stato invitato a presentare a Torino, il cui Salone ieri è stato teatro pure di un altro assaggio di quella singolare idea di democrazia a sinistra si vantano di custodire. Il riferimento è alle feroci contestazioni che, al padiglione della Regione Piemonte, hanno impedito la presentazione di Una famiglia radicale (Rubbettino) il libro del ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, la quale - prima di allontanarsi (anche perché era il turno, sullo stand, di un’associazione che assiste bambini malati) - si è trovata davanti le crema della sinistra militante A guidare la protesta, infatti, c’era tutto il plotone urlante delle sigle che spaziano dall’ambiente al femminismo 2.0, vale a dire Extinction Rebellion, Non una di meno e Fridays For Future. Il tocco di teatro, all’arrivo della Roccella, è venuto da una manifestante che si è bendata gli occhi, mentre tutte le altre si alzavano in piedi, intonando cori («fuori i fascisti dal salone») e reggendo dei fogli con vari slogan tipo: «Né le terre né i nostri corpi sono territori di conquista».«Siamo di fronte alla cecità di un governo che continua a investire in combustibili fossili e in politiche volte a restringere il diritto all’aborto», hanno dichiarato le attiviste, confermando il temerario tentativo, pur di contestare una esponente del governo Meloni, di saldare l’estremismo ambientalista con quello femminista. Dimostrando nervi saldi, il ministro ha comunque provato a dialogare con alcuni manifestanti, rilanciando loro la palla: «Se è vero che siete contro il controllo dei corpi della donna, allora battetevi contro l’utero in affitto». L’invito al raziocinio, manco a dirlo, è caduto nel vuoto.In teoria a provare a migliorare, nei fatti solo a peggiorare la situazione ci ha allora pensato, lo scrittore Nicola Lagioia, il direttore editoriale uscente dell’evento il quale, su invito di alcuni funzionari della Regione, ha provato a placare gli animi dei contestatori, senza però riuscirci. Non solo. Lagioia - lo stesso che qualche hanno fa aveva già consentito l’inaudita espulsione dalla rassegna di un editore reo di non essere abbastanza antifascista (Altaforte) - anziché richiamare tutti all’ordine ha finito solo col legittimare la cagnara. «Perché non trasformare questa occasione in un dialogo anche acceso?», ha infatti provato a chiedere, aggiungendo rivolto ai manifestanti: «La vostra è una contestazione legittima, pacifica però a un certo punto ci deve stare il dialogo». Dove fosse «pacifica» la rabbiosa baraonda è un mistero che Lagioia si è tenuto per sé, prima di accingersi ad andare. Accanto alla Roccella c’era l’assessore regionale del Piemonte, Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, che ha provato ad esortare il direttore del salone a chiedere il ripristino d’un clima civile: «Un appello a far svolgere la presentazione del libro sarebbe molto gradito». Niente da fare, il tentativo di Marrone è fallito miseramente. Lagioia, legittimata una contestazione che solo lui ha registrato come «pacifica», ha pensato bene di dileguarsi non prima, però, d’esser stato ripreso a voce alta da Augusta Montaruli, deputata sempre di Fdi: «Sei stato vergognoso: la contestazione era legittima?».Nella ricostruzione data dell’accaduto sul Facebook, Lagioia ha attribuito agli accesi rimproveri della Montaruli il suo essersene andato: «Sono sceso da un palco dove tra un po' dovevo evitare che la deputata mi si scagliasse addosso». In realtà, ci sono dei video che mostrano come Lagioia si stesse già accomiatando dallo stand quando la deputata Fdi ha iniziato a redarguirlo, tanto da doversi girare per risponderle. «Inaccettabile e gravissimo» è stato il giudizio dato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sull’accaduto, per comprendere il quale - se si preferisce una fonte politicamente terza - bastano le parole di Annamaria Bernardini de Pace, che doveva presentare il libro con la Roccella: «Siamo state sequestrate da una squadra di violenti che hanno impedito l’evento. Il direttore Nicola Lagioia è arrivato ed è letteralmente scappato, dicendo che è un problema della Regione e non del salone. Siamo andate via scortate dalla polizia». Altro che protesta «pacifica».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.