2024-05-16
Felice Carena in mostra alle Gallerie d'Italia a Milano
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Oggi Intesa Sanpaolo ha presentato la mostra antologica su Felice Carena nella sede milanese delle Gallerie d'Italia. La retrospettiva, curata da Luca Massimo Barbero, Virginia Baradel, Luigi Cavallo ed Elena Pontiggia raccoglie oltre cento opere dell'artista torinese, provenienti da collezioni pubbliche e private, e sarà visitabile dal 17 maggio al 29 settembre 2024.Presenti alla conferenza stampa il presidente emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, l'assessore alla cultura del comune di Milano Tommaso Sacchi, i curatori Luca Massimo Barbero ed Elena Pontiggia.Felice Carena, uno degli artisti più importanti del Novecento europeo e molto apprezzato per la sua ricerca pittorica, esistenziale e spirituale, rischiava di finire dimenticato assieme all'arte degli anni Venti e Trenta. Con questa mostra la fondazione persegue l'obiettivo di restituire al pittore il suo posto nell'olimpo dell'arte, consentendo, secondo Bazoli, di riparare un'ingiustizia. Formatosi presso l'Accademia Albertina di Torino come allievo di Giacomo Grosso, Carena trascorre parte della sua vita a Roma, in cui ha una sala personale alla mostra degli Amatori e Cultori. Espone alla Biennale di Venezia, e fa parte della commissione ordinatrice della I Secessione romana. Dopo aver combattuto la Grande Guerra come ufficiale di artiglieria, si trasferisce ad Anticoli Corrado e inaugura a Roma una scuola d'arte con lo scultore Attilio Selva presso gli Orti Sallustiani. Dal 1924 al 1944 è insegnante e poi presidente all'Accademia delle Belle Arti di Firenze, che sotto di lui raggiunge l'apice del prestigio. Dopo la guerra si trasferisce a Venezia, in cui stringe una profonda amicizia con Vittorio Cini e il cardinale Roncalli (poi divenuto pontefice), e vi rimane fino alla sua scomparsa nel 1966.La mostra, come afferma Luca Massimo Barbero, è concepita come un primo incontro con il maestro e ripercorre la sua prolifica carriera ed evoluzione stilistica in sei spazi espositivi: tra Torino e Roma; il periodo romano; tra Roma e Firenze; teatro; il ritratto e la natura morta; dipinti e disegni sacri. L'artista aveva una profonda dimensione spirituale, ma la sua religiosità era libera e priva di taboo, come testimonia il nudo La perla (1908) e spesso si traduceva in un amore per gli altri.Soggetti ricorrenti nelle opere di Carena erano le persone comuni, evidenzia Elena Pontiggia, ricordando alcune frasi celebri dell'autore come: «Nella vita ho amato due cose: i poveri e la luce», e ancora: «L'arte deve essere immersa in un'umanità sempre maggiore», ma anche scene di vita quotidiana immerse nella serenità della natura come in Estate (L'amaca) (1933), l'immagine scelta per rappresentare la mostra, soggetti religiosi e nature morte.