2024-06-04
Federico Garolla: l'Italia del dopoguerra in mostra a Villa Pisani
True
Federico Garolla, Istituto Don Bosco, Napoli, 1959, [dal reportage Infanzia abbandonata] © Archivio Federico Garolla
Si intitola «Gente d’Italia. Fotografie 1948 -1968» la straordinaria monografica che Stra dedica a Federico Garolla (1925-2012), fra i maestri della fotografia italiana del XIX secolo. Nella cornice di Villa Pisani, sontuosamente affrescata dal Tiepolo, in mostra (sino al 27 ottobre 2024) oltre 100 scatti del celebre fotografo napoletano, spaccato di un Italia che si riaffaccia alla vita dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale. Napoletano, classe 1925, giornalista - in giovcntù - per i principali quotidiani della sua città (dal Mattino al Quotidiano di Napoli), è il soggiorno a Milano che segna il «passaggio» di Federico Garolla al fotogiornalismo. Un passaggio quasi inevitabile e scontato, vista la sua grande e precoce passione per la fotografia ( ovunque andasse, per lavoro o per diletto, portava sempre con se una macchina Ferrandia Condor regalatagli dal padre…). Sono gli anni ’50, e Garolla firma importanti reportage per Epoca, fonda Foto Italia dell'Agenzia Italia (di cui diventa il primo direttore), documenta la nascita dell’alta moda italiana, ritrae artisti, scrittori, pittori e divi del cinema, ma, con un occhio sempre attento alle tematiche a sfondo sociale, anche la gente comune, quella che sta attraversando gli anni del dopoguerra e «firmando» la rinascita di un Paese uscito a pezzi dal secondo, sanguinoso conflitto mondiale. Di questo Paese, con la sensibilità e la raffinatezza che contraddistinguono la sua fotografia, Garolla ne coglie l’essenza, va oltre la semplice documentazione visiva e ne rivela l’anima. I suoi modelli sono i grandi maestri francesi, Cartier- Bresson e Avedon in primis, ma la sensibilità e l’occhio sono solo suoi.A Federico Garolla spetta, di diritto, un posto fra i Grandi della fotografia: e la bellisima monografica in corso a Villa Pisani, lungo la riviera del fiume Brenta (luoghi, tra l’altro, molto cari a Garolla ), ne è la dimostrazone…La MostraCurata da di Uliano Lucas (altro, straordinario, fotoreporter italiano) e Tatiana Agliani, l’esposizione ha il suo focus proprio in un reportage di Garolla realizzato nel 1956 nei pressi di Villa Pisani e che - riprodotto in grandi immagini - popola di ricordi il parco della Villa, nello spazio delle scuderie. Sono scatti di un’intensità incredibile, forti e nello stesso tempo discreti, mai crudi o invadenti, immagini di gente comune, di un popolo di operai e contadini, di donne e di bambini, di una massa misera -ma dignitosa- che cerca di sottrarsi, con fatica, ad una stentata sopravvivenza, con la speranza , forse remota, di un futuro migliore.A fare da contraltare a questa raccolta di foto, dimostrazione palese di come Garolla abbia saputo cogliere tutte le sfumature di una società in evoluzione - spaziando dal popolo misero e semianalfabeta all’èlite colta, raffinata e mondana - i suoi reportage dedicati al cinema; il suo innovativo lavoro sul mondo della sartoria romana (da Valentino a Capucci passando per le Sorelle Fontana); i ritratti di artisti (Guttuso e De Chirico, per citarne un paio) ripresi nei loro atelier, di musicisti (da Stravinsky a Rubinstein) e di scrittori: Elsa Morante e Ungaretti, per esempio, a cui addirittura si prestò di fare da autista pur di godere della sua vicinanza… Testimone di un’epoca cruciale della nostra storia, come ha sottolineato Daniele Ferrara, titolare della Direzione regionale Musei Veneti del Ministero della Cultura «Garolla fotografa la gente, quella che sta insieme, riappacificata e riunita, la gente che partecipa ai riti collettivi del divertimento, della gioia dell’essere sopravvissuti. Il suo lavoro è attento ai fatti e di esso ci consegna l’anima e l’essenza»