2019-05-28
Fca convola a nozze con lo Stato francese
Il gruppo della famiglia Agnelli manda a Renault la propria proposta di matrimonio. Proprietà al 50% e quasi 9 milioni di veicoli all'anno con 5 miliardi di risparmi. John Elkann: «Gli stabilimenti e gli operai italiani saranno garantiti». Ma diventeranno anche parigini.Sergio Marchionne non è qui a godersi il momento. Non sarà presente nemmeno quando Renault accetterà la proposta (appare quasi scontato che lo faccia) di matrimonio da parte di Fca. Non sarà presente perché la riconoscenza non è nel Dna degli uomini. Eppure c'è così tanto di suo nella fusione che si sta perfezionando che il futuro logo del gruppo dovrebbe essere a forma di maglioncino. Non sarà così. Però, se dovesse tutto andare in porto il progetto, il conglomerato varrà 8,7 milioni di veicoli all'anno, praticamente i volumi prodotti da Volkswagen. Se poi nella partita dovessero entrare a tutti gli effetti anche Nissan e Mitsubishi si arriverebbe a 15 milioni di veicoli prodotti: il più grande gruppo al mondo. Al netto delle alleanze strategiche, «la proposta di Fca fa seguito a iniziali dialoghi operativi tra le due società per identificare prodotti e ambiti geografici in cui si potrebbe collaborare», spiega il Lingotto, «in particolar modo nello sviluppo e nella commercializzazione di nuove tecnologie. Tali dialoghi hanno chiarito che una più ampia collaborazione tramite una aggregazione migliorerebbe sostanzialmente l'efficienza del capitale e la velocità nello sviluppo dei prodotti. Il razionale dell'aggregazione (ben 5 miliardi di sinergie) è anche rafforzato dal bisogno di prendere decisioni coraggiose per cogliere su larga scala le opportunità che si sono create nel settore automobilistico in campi come la connettività, l'elettrico e i veicoli a guida autonoma». In poche parole, lo scambio sarebbe tra quote geografiche di forza, nuovi capitali da iniettare nelle tecnologie in fase di sviluppo. Renault ha infatti una enorme dote da immettere nello sviluppo dell'elettrico, mentre a livello di gruppo sarà più facile concorrere con la Silicon Valley nella corsa alla guida autonoma. Senza dimenticare che nei marchi premium, nei Suv, nei pickup e nei veicoli commerciali il nuovo gruppo avrebbe una più ampia e più bilanciata presenza globale rispetto a quella che ciascuna società ha da sola.«I benefici dell'operazione proposta non si otterrebbero con la chiusura di stabilimenti», ha spiegato ieri Fca, «ma deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme globali dei veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e in tecnologie». «Nessun impatto, non ci sono chiusure di stabilimento», ha ribadito il presidente John Elkann. «Siamo molto incoraggiati da quello che si potrà fare insieme: il settore dell'automobile è in fortissimo mutamento, Fiat è nata 120 anni fa, la mia famiglia è legata ad essa da allora», ha concluso Elkann e come con Chrysler «abbiamo voluto partire con coraggio. Esattamente come abbiamo fatto nel 2009».In effetti bisogna ammettere che Fca ha una storia di aggregazioni di successo con culture diverse. Quindi, «il consiglio crede fermamente che l'aggregazione, che avrebbe la dimensione, l'esperienza e le risorse per destreggiarsi con successo nell'industria automobilistica in rapida evoluzione, creerebbe nuove opportunità per i dipendenti di entrambe le società e per i principali stakeholder», si legge nella nota. Il principale dei quali, non va scordato, è lo Stato francese. Non certo un dettaglio irrilevante. In mezzo alle battaglie commerciali prodotte dalla nuova strategia di Donald Trump la mossa di Fca è qualcosa di trasversale. Spezza l'asse franco-tedesco e al tempo stesso sposta Parigi più vicino all'Atlantico favorendo a sua volta la morsa antitedesca della Casa Bianca. Le nozze proposte a Renault non sembrano solo una chicca industriale e finanziaria, ma anche geopolitica. Non a caso, il governo francese si è detto «favorevole» e «incoraggia la fusione, anche se aspetta di conoscerne tutte le condizioni». Le parole sono del portavoce del governo francese Sibeth Ndiaye, che spiega apertamente: «la fusione promuoverebbe la sovranità economica dell'Europa, dove abbiamo bisogno di giganti». Ndiaye ha ricordato che la scorsa settimana il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, ha incontrato il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, per parlare dell'operazione. Il quale avrebbe dato il via libera. In questo modo si aprono nuovi possibili ibridi industriali tra pubblico e privato. Il prossimo potrebbe essere Alitalia. In questo caso la lotta è tra Delta e Lufthansa. Rotto il ghiaccio dell'atlantismo è più facile immaginare che i tedeschi restino in panchina pure nella partita dei cieli. Mentre in Italia avremo dunque hangar per metà a stelle e strisce e stabilimenti d'auto per metà francesi e con un pizzico d'Olanda, visto che la sede legale di Fca resterà dalle parti di Amsterdam.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)