2019-03-02
Fazio fa la telemarchetta a Macron che così potrà «educarci» da Rai 1
Domani sera, a Che tempo che fa, l'intervista al presidente che ha definito le politiche italiane «vomitevoli» e il nostro governo «lebbra». Un tappetino in regalo, a nostre spese, per ricucire tra i due Paesi dopo gli insulti.Per ricucire i rapporti con la Francia portiamo in dono uno zerbino. Dopo tutto non c'è niente di meglio di un bel regalo per riavvicinarsi al termine di un litigio, no? Ed è così che Fabio Fazio offrirà al presidente francese, Emmanuel Macron, il privilegio di una luminosa passerella sulla principale rete del servizio pubblico italiano. L'annuncio è arrivato ieri via Twitter tramite il profilo di Fazio medesimo: «Domenica Che Tempo Che Fa ha l'onore di intervistare il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron». A corredo, una commovente foto di Fabietto incravattato al cospetto del simpatico francese, all'interno di quello che sembra essere il palazzo dell'Eliseo. Già, i cittadini italiani avranno l'onore di pagare una piacevole (...)conversazione in cui Macron illustrerà le sue imperdibili idee in materia di immigrazione, economia, ambiente e problematiche sociali. Secondo il quotidiano Le Figarò, inoltre, Macron parlerà dei «legami di amicizia tra Francia e Italia», approfondendo «in particolare i suoi rapporti personali con l'Italia e la sua cultura». Chissà, visto che è così ben disposto, magari il caro Emmanuel si sentirà in dovere di pagare la trasferta a Fazio e ai suoi collaboratori: sarebbe senz'altro un gesto apprezzabile. Anche perché, come noto, il presentatore non è che ci costi pochino. Ogni anno, infatti, nelle sue tasche entrano circa 2,2 milioni di euro. Secondo Il Fatto Quotidiano, per altro, tutto il baraccone targato Fazio costerà alla Rai qualcosa come 73,3 milioni in quattro anni. Denari ben spesi, non c'è che dire. Tra l'altro, il contrattone firmato dal barbuto conduttore nel 2017 (e valido fino al 2021) gli consente la massima libertà. In sostanza, può invitare chi gli pare e piace. Non a caso la sensazione è che i vertici dell'emittente pubblica non fossero proprio informatissimi riguardo la chiacchierata con Macron. Ora, finché si tratta di chiamare Roberto Saviano a ripetizione o di organizzare qualche marchetta a beneficio degli amici del circolino intellettuale, non si gioisce ma ci si rassegna. Questa volta, però, si tratta di una questione un pochettino più delicata. Veniamo da mesi di rapporti piuttosto tesi con i nostri vicini. Il 7 febbraio scorso, Parigi ha richiamato in patria l'ambasciatore Christian Masset, senza per altro suscitare particolari scompensi dalle nostre parti. Dopo qualche giorno di manfrina, il 12 febbraio si è dovuto scomodare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale si è esibito in una affettuosa telefonata a Macron. In seguito, Masset è ritornato a Roma, e Mattarella è stato invitato in Francia per una visita ufficiale. Tutto risolto, dunque? Beh, mica tanto. Il fatto è che se i rapporti tra questo governo e l'Eliseo si sono intesiti qualche motivo c'è. Vogliamo fare il riepilogo degli insulti? Beh, potremmo cominciare ricordando le parole di Gabriel Attal, ovvero il portavoce di En Marche, il partito di Macron, che definì «vomitevole la politica italiana sul caso Aquarius». Non che la posizione di Emmanuel sul tema fosse molto diversa: nel giugno scorso, il nostro amico ha dichiarato che «l'Italia non sta vivendo una crisi migratoria, chi lo dice è un bugiardo». Chiaro, no? Siamo vomitevoli, bugiardi. E poi? Ah, già. Siamo come la lebbra. O, meglio, sono come la lebbra tutti coloro che appoggiano i populisti e le loro sciagurate politiche migratorie. Disse proprio così, Macron: «I sovranismi li vedete crescere come una lebbra un po' ovunque in Europa, in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire, tra i nostri vicini. Dicono le cose peggiori e noi ci abituiamo, si prodigano nelle provocazioni e nessuno si scandalizza di questo». Il riferimento, ovviamente, era a Salvini e soci. Peccato che poi, pochi giorni fa, la Corte dei diritti umani di Strasburgo abbia condannato la Francia per il trattamento disumano riservato a un migrante minorenne, ma sono dettagli. Del resto quali siano le maniere transalpine nei confronti degli stranieri lo sappiamo bene. Ne abbiamo avuto le prove quando - ripetutamente - ci hanno scaricato oltre confine i migranti sgraditi, nemmeno fossero scorie radioattive. Anche per questo siamo molto curiosi di sentire che cosa dirà Emmanuel Macron da Fazio. Se davvero parlerà di immigrazione (e sarebbe clamoroso se non lo facesse), che cosa dirà? Ripeterà che siamo vomitevoli? Citerà ancora la lebbra oppure tirerà in ballo qualche altra orrenda malattia? Chissà, magari potrebbe prendere spunto dalla nuova copertina del Nouvel Observateur: c'è una bella foto di Salvini con il titolo «Il veleno populista». A quanto pare, i giornalisti francesi non sono teneri come certi presentatori italiani... Da noi l'intervista a Macron è «un onore»; Oltralpe Salvini è «un veleno». Ognuno ha il suo stile, come no. Però sapere che a difendere l'orgoglio nazionale sarà Fabio Fazio non fa stare molto tranquilli. In pratica, uno dei principali oppositori mediatici di questo governo ne intervista il maggior oppositore straniero. Chissà che conversazione equilibrata verrà fuori... Immaginiamo già le domande ficcanti sul franco Cfa, sulla situazione libica, sulle partite finanziarie ed energetiche, sulle offese assortite che ci sono piovute addosso da Parigi. Sembra quasi una barzelletta: ci sono un italiano e un francese, e ad entrambi fa schifo il governo italiano... Di solito, queste storielle non vanno a finire molto bene, e viene da pensare che la mirabolante intervista continuerà la tradizione. Con una nota di sapore in più: per lo spettacolino paghiamo noi, con i nostri vomitevoli soldi pubblici.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)