2022-01-19
«Favori a Onorato». Indagati Beppe Grillo e il patron di Moby
Dall’armatore fondi al comico che avrebbe girato le richieste ai parlamentari M5s. Scoppia il caos per la corsa al Quirinale.Beppe Grillo e l’armatore napoletano Vincenzo Onorato sono stati iscritti sul registro degli indagati della Procura di Milano per traffico di influenze illecite. Gli uomini del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, coordinati dal pm Cristiana Roveda e dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, ieri hanno perquisito gli uffici della Beppe Grillo Srl di Genova e le abitazioni di altre cinque persone non indagate.Onorato, nella sua carriera, ha distribuito soldi a destra e a manca: è stato piddino tendenza Rottamatore, grillino e sovranista. Ha pagato tutti. Tanto da meritarsi una bella segnalazione all’Antiriciclaggio nel 2019 per i soldi dati a Casaleggio, Grillo e al lobbista Roberto Mercuri. Ufficialmente il nuovo procedimento che lo vede indagato insieme con l’ex comico è una costola di quello sui finanziamenti alla fondazione Open, la cassaforte del renzismo: infatti nel novembre 2019 l’armatore venne perquisito su ordine dei pm di Firenze e nell’occasione sarebbero state trovate le carte successivamente trasmesse a Milano.Il fondatore e garante del Movimento avrebbe incassato tra marzo 2018 e febbraio 2020 240.000 euro (120.000 annui) «apparentemente come corrispettivo di “un accordo di partnership” tra Moby Spa e Beppe Grillo Srl avente a oggetto la diffusione su canali virtuali, quali il sito beppegrillo.it, di “contenuti redazionali” per il marchio Moby». Ma in quel lasso di tempo, avvertono i pm, Grillo avrebbe ricevuto da Onorato «richieste di interventi in favore di Moby Spa che» l’ex comico «ha veicolato a parlamentari in carica appartenenti a quel movimento politico, trasferendo quindi al privato le risposte della parte politica o i contatti diretti con quest’ultima». Triangolazioni di cui si sarebbe trovata traccia nei dispositivi elettronici e negli appunti di Onorato.«Sono amici di vecchia data, da circa 45 anni. È facile che qualcosa possa essere stato equivocato. Ma bisogna leggere gli atti» ha dichiarato Pasquale Pantano, difensore di Onorato. Lui e Grillo al momento sono accusati solo di traffico di influenze, il che esclude, quindi, che i parlamentari contattati fossero consapevoli e partecipi dell’accordo economico. In questo caso sarebbe stata contestata a tutti la corruzione. Nel decreto di perquisizione i pm evidenziano anche il contratto da 600.000 euro (più Iva oltre a fee aggiuntivi al raggiungimento anticipato di particolari obiettivi) tra la Moby Onorato e la Casaleggio & associati «quale corrispettivo per la stesura di un piano strategico e per l’attuazione di strategie per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana e gli stakeholders alla tematica della limitazione dei benefici fiscali alle sole navi che imbarcano personale italiano e comunitario (campagna pubblicitaria denominata “io navigo italiano”)».Per gli inquirenti «appare ipotizzabile il delitto» di traffico di influenze «in considerazione dell’entità degli importi versati o promessi da Onorato, della genericità delle cause dei contratti, delle relazioni effettivamente esistenti e utilizzate da Grillo su espresse richieste di Onorato, nell’interesse del gruppo Moby, con pubblici ufficiali, elementi tutti che fanno ritenere illecita la mediazione operata da Grillo in quanto finalizzata a orientare l’azione dei pubblici ufficiali in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby». Per questo sono state perquisite le sedi della Grillo Srl e della Casaleggio & associati, oltre alle abitazioni dell’ad della Moby Achille Onorato (figlio di Vincenzo), della responsabile delle relazioni esterne e dei rapporti istituzionali dell’epoca, Anna Maria Barrile, del chief information officer Giovanni Savarese, di un dipendente della Casaleggio e di una disegnatrice grafica della Grillo Srl, tutti non indagati.Come detto, già nel maggio 2019 i risk manager della banca che gestiva i conti della Moby aveva segnalato all’antiriciclaggio come sospetti gli affari di Onorato con Grillo e la Casaleggio & associati. Nella Sos erano ben specificati i servizi messi a disposizione dell’armatore dal blog del garante dei 5 stelle: skybanner per inserimenti pubblicitari, contenuti redazionali «sino al massimo di uno al mese consistenti a titolo esemplificativo in interviste a testimonial Moby», pubblicazione su Facebook, Twitter, Instagram dei medesimi contenuti. Invece il contratto di fornitura della Casaleggio si proponeva due obiettivi: sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimi e raggiungere una community di riferimento di almeno un milione di persone. Il contratto prevedeva goal fee legate al raggiungimento anticipato dei predetti obiettivi: 250.000 euro se entro 12 mesi (con la possibilità di rimodulare la formula dell’accordo al raggiungimento di entrambi), 150.000 se tra i 12 e i 24 mesi (con ulteriore possibilità di ridiscussione). I risk manager hanno appuntato: «Nell’ambito delle attività di revisione il team ha più volte richiesto di acquisire le evidenze documentali che sono comunemente fornite a comprova dei diversi servizi resi senza tuttavia ottenere soddisfazione». Pochi mesi dopo le carte sono state sequestrate dai finanzieri.La Sos evidenzia anche che la Moby ha ingaggiato come lobbista pure Mercuri, ex braccio destro dell’ex vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona e già noto per i rapporti d’amicizia e affari con il dalemiano Roberto De Santis. In data 2 gennaio 2017 Moby ha sottoscritto un contratto di durata annuale del valore di 180.000 euro oltre a un massimo di 10.000 euro di spese «il cui oggetto è l’attività di supporto tecnico-specialistico finalizzato al monitoraggio delle attività legislative del Parlamento italiano, del governo italiano e della Commissione europea». Il contratto è stato rinnovato, «alle medesime condizioni» nel 2018 e probabilmente anche nel 2019, visto che nella relazione tecnica, allegata al concordato preventivo della Moby e al successivo procedimento per bancarotta, si faceva riferimento ai contratti con la Grillo Srl, la Casaleggio associati e a 550.000 euro destinati a Mercuri. Venivano citati anche 300.000 euro alla Fondazione Open, 100.000 al comitato Change legato al presidente della Liguria Giovanni Toti, 90 mila al Partito Democratico, 50 mila all’associazione garantista «Fino a prova contraria» (nel cui board c’era anche uno degli indagati di Open) e 10 mila a Fratelli d’Italia.Allo stato, comunque, fatta eccezione per Beppe Grillo, gli altri nomi indicati nella relazione non risultano iscritti nel registro degli indagati.Ieri subito dopo la diffusione della notizia dell’inchiesta nel mondo grillino è iniziata la caccia ai parlamentari tirati in mezzo nei rapporti con Onorato. Diversi grillini hanno rivendicato proposte di legge tutt’altro che favorevoli all’armatore e negato pressioni. Ma c’è stato anche chi, come la senatrice Elvira Evangelista, ha annunciato di passare al gruppo Misto denunciando «una situazione di caos» e annunciando l’intenzione di votare per il Quirinale secondo coscienza e non secondo diktat di partito. È evidente che la decisione della Procura di Milano di perquisire Grillo a pochi giorni dalle votazioni per il Colle non potrà non avere ripercussioni politiche, soprattutto in considerazione della confusione che regna nei gruppi parlamentari grillini.