2018-06-18
Fra poco partirà la fatturazione elettronica e le Entrate si sono scordate degli anziani senza mail
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La sbandierata innovazione tecnologica prevista per gennaio 2019 rischia di complicare la vita a quei soggetti che non hanno competenze digitali sufficienti. In vista dell'obbligo di e-fattura, l'ente non ha ancora chiarito, per esempio, come conservare le ricevute dell'idraulico o del muratore. Per gli anziani senza mail sarà un guaio e al momento non ci sono disposizioni. Caos sui rimborsi 730 per chi ha cambiato datore di lavoro tra giugno e luglio: quale azienda fa da sostituto d'imposta? Così sul dipendente ricadono oneri e ritardi. Un Comune del Leccese dopo dieci anni rifà i conteggi degli oneri di costruzione. Un dipendente al lavoro e una busta spedita per soli 40 centesimi di arretrati. Lo speciale contiene tre articoli INFOGRAFICA !function(e,t,n,s){var i="InfogramEmbeds",o=e.getElementsByTagName(t)[0],d=/^http:/.test(e.location)?"http:":"https:";if(/^\/{2}/.test(s)&&(s=d+s),window[i]&&window[i].initialized)window[i].process&&window[i].process();else if(!e.getElementById(n)){var a=e.createElement(t);a.async=1,a.id=n,a.src=s,o.parentNode.insertBefore(a,o)}}(document,"script","infogram-async","https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js"); L'Agenzia delle entrate si è dimenticata dei contribuenti nella questione fattura elettronica. Il primo gennaio 2019, infatti, si sarà obbligati a fatturare elettronicamente. Nei giorni scorsi l'Agenzia delle entrate ha pubblicato una circolare dove spiegava alle partita Iva chi delegare per gestire la situazione fiscale e che dati fornire al professionista. Si sa, invece, poco o niente su come i contribuenti dovranno gestire questa innovazione tecnologica. Da gennaio, però, tutti avranno a che fare con la fattura elettronica. Se viene, infatti, l'idraulico, il tecnico della televisione, della lavastoviglie o se si va dal veterinario, tutti avranno l'obbligo di emettere una e-fattura. Come si riceveranno dunque le fatture elettroniche? Come si dovranno conservare? Si dovrà scaricare un'app sul telefonino o un programma sul pc? Insomma, come si dovrà gestire questa innovazione? Quello che per ora si sa è che tutte le fatture elettroniche verranno inviate al Sistema di interscambio (Sdi) dell'Agenzia delle entrate. Il contribuente dunque per scaricare la copia digitale della fattura dovrà accedere, con le sue credenziali alla piattaforma online dell'ente diretto da Ernesto Maria Ruffini, andare nella sezione dedicata e scaricare tutte le fatture che vuole. È anche previsto un modo alternativo. Si può infatti chiedere di ricevere le fatture tramite mail. In questo secondo caso si dovrà però anche pensare a un modo per conservarle. Quindi nella compilazione del 730 il contribuente dovrà: accedere al Sdi, scaricarsi in formato digitale tutte le fatture e portarle al commercialista per il match finale. Un aspetto che sembra essere stato trascurato, in questa innovazione tecnologica, è la presenza di soggetti non particolarmente avvezzi alla tecnologia. Le persone più anziane, per esempio, che già non usano le mail e internet, saranno lasciate sole? O si dovranno rivolgere a un professionista? E in questo caso è da ricordare che l'intermediare scelto dovrà essere pagato per i servizi offerti. La fattura elettronica, però, per sua stessa natura dovrebbe andare a semplificare il sistema fiscale non a complicarlo. Gli stessi commercialisti non sono contrari alla fattura elettronica, ma temono che un appesantimento burocratico possa snaturale lo strumento. Gilberto Gelosa, consigliere nazionale dei commercialisti con delega alla fiscalità, ha sottolineato come bisogna fare attenzione a non inserire «adempimenti non necessari». «Non siamo contro la digitalizzazione», spiega Gelosa. «Ma il passaggio alla fattura elettronica deve essere graduale». Si spera dunque di avere per i primi mesi un sistema ibrido, e l'esclusione delle sanzioni. Attualmente sono infatti previste sanzioni amministrative tra il tra il 90 e il 180% dell'Iva addebitata per il soggetto emittente e per il ricevente di una sanzione del 100% dell'Iva addebitata. Inoltre, sarebbe auspicabile l'introduzione «di premialità in termini di controlli», sostiene Gelosa. Questo significa che chi si adegua correttamente alla fattura elettronica e comunica tutti i dati secondo gli standard previsti dovrebbe goder di vantaggi in termini di accertamenti. Si potrebbe, per esempio, pensare di diminuire il periodo durante il quale è possibile subire un controllo fiscale. Per ora il governo sta riflettendo sull'architettura della fattura elettronica, e dunque non ha dato certezze in merito a una possibile proroga o periodo di interregno. Si spera, che con la fattura elettronica non si ripeta il collasso del sistema come accadde con l'introduzione dello spesometro. Giorgia Pacione Di Bello <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/fattura-elettronica-luglio-2578615198.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="nel-730-precompilato-rimborsi-irpef-a-ostacoli-se-si-e-cambiato-lavoro" data-post-id="2578615198" data-published-at="1758169080" data-use-pagination="False"> Nel 730 precompilato rimborsi Irpef a ostacoli se si è cambiato lavoro Rimborsi 730 a ostacoli. Se si dovesse iniziare un nuovo lavoro a luglio lasciando la precedente azienda a fine giugno, i rimborsi Irpef previsti per luglio potrebbero non arrivare. Il problema deriva dal fatto che precedentemente non si sono avuti rapporti lavorativi con la nuova azienda, che dunque non può fare da sostituto di imposta. Va da sé che neanche la vecchia società potrà più ricevere i rimborsi, perché il rapporto lavorativo è terminato il 29 giugno.Per cercare dunque di vedersi riconosciuti i rimborsi Irpef, prima di inviare la dichiarazione dei redditi, si deve aprire il 730, andare nella sezione dove viene segnalata la presenza del sostituto di imposta e comunicare il fatto che si è sprovvisti di un'azienda che possa ricevere il rimborso e inserirlo nella busta paga di luglio. In questa situazione, se si vuole ricevere il rimborso Irpef, si deve scegliere cosa comunicare all'Agenzia delle entrate. Si daranno i dati Iban, se si vuole ricevere la somma sul conto corrente. Oppure, si potrà chiedere di ricevere un bonifico domiciliato presso le Poste italiane o se il rimborso Irpef è inferiore a 2.999 euro si potrà richiedere l'emissione di un vaglia cambiario della Banca d'Italia. In questo caso, però, il rimborso non sarà accreditato a luglio ma entro la fine dell'anno. Per ricevere i rimborsi ci si deve però ricordare di inviare la dichiarazione dei redditi nei termini prestabiliti. Il 23 luglio è la data per tutti i contribuenti che presentano il 730 tramite Caf o intermediari e il 9 luglio per chi invia il modello precompilato online, da solo. Attenzione però, perché i rimborsi potrebbero subire dei ritardi nel caso in cui si sia modificato il 730 precompilato e si siano superati i 4.000 euro di rimborso Irpef. In questo caso l'Agenzia delle entrate effettuerà dei controlli sulla correttezza dei dati inseriti. Il controllo può essere evitato se ci si è rivolti direttamente a un Caf o a un intermediario abilitato. In questo caso, anche se si dovesse superare la somma dei 4.000 euro di rimborsi, i controlli non andranno a ricadere sul contribuente ma sugli intermediari che hanno inviato la dichiarazione dei redditi all'Agenzia delle entrate.Giorgia Pacione Di Bello <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/fattura-elettronica-luglio-2578615198.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="il-comune-rifa-i-conti-dopo-dieci-anni-una-busta-spedita-per-soli-40-centesimi" data-post-id="2578615198" data-published-at="1758169080" data-use-pagination="False"> Il Comune rifà i conti dopo dieci anni. Una busta spedita per soli 40 centesimi Abbiamo ricevuto da un lettore della Verità una mail e abbiamo pensato che fosse da segnalare perchè purtroppo il caso denunciato non è unico. Non è un caso isolato. A distanza di ben dieci anni un piccolo Comune della provincia di Lecce ha inviato una cartella con tanto di richiesta di pagamento oneri accessori a seguito di adeguamento delle tabelle parametriche. In pratica il Comune si è accorto che il cittadino aveva versato non tanto meno del dovuto ma meno di quanto i nuovi valori per gli oneri accessori avrebbero richiesto. Le tariffe comunali per i contributi del costo di urbanizzazione sono cambiate e nessuno nel tempo ha pensato bene di chiedere la differenza dovuta. Così il Comune ha incaricato un proprio dipendente di calcolare la differenza. Ha poi pensato bene di compilare il ciclostaile indaicando l'importo dovuto. Il ciclostile è dovuto pure essere corretto perchè il codice Iban stampato era sbagliato (sono state inserite tre cifre a penna) e poi una volta compilato alla perfezione è stato imbustato e spedito al contribuente. Totale da versare dopo dieci anni addirittura 40 centesimi.Sì,0,4 euro. Ovvero quattro centesimi all'anno. Quanto sarà costato pagare il dipendnete per i calcoli, inviare il modulo precompilato (con le correzioni a penna) per posta? sicuramente molto più di 40 centesimi. Claudio Antonelli
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)