
«Tedeschi vincenti grazie allo ius soli», aveva predetto. Non ne imbrocca una: dava per perdenti Beppe Grillo e Chiara Appendino.Piero colpisce ancora. A novembre, commentando l'esclusione azzurra dai mondiali, aveva detto: «Nel calcio il modello vincente è quello della Germania». E infatti, come volevasi dimostrare, la Germania si è rivelata un modello così vincente che ora se ne sta mestamente tornando a casa. Per la prima volta nella sua storia non ha superato il girone eliminatorio. Poveri tedeschi: in passato era stata capace di battere tutti, ma proprio tutti, dall'Olanda di Johan Crujff all'Argentina di Lionel Messi. Si sono dovuti arrendere di fronte all'avversario più insidioso di sempre: le profezie di Piero Fassino. Ve lo ricordate l'ex segretario Ds? Nel luglio 2009 sfidò Beppe Grillo: se vuole fare politica, fondi un partito e vediamo quanti voti prende. Perché non lo fa, neh?». Grillo, che non lo conosceva bene, lo prese sul serio. «Bella idea, quasi quasi lo faccio». Risultato: il Movimento 5 Stelle oggi sta al governo, il Pd è in via di estinzione. Non contento, nel maggio 2015, quando era sindaco di Torino, Fassino sfidò un'oscura consigliera d'opposizione: «Chiara Appendino, se vuole sedersi su questa sedia, si candidi e vediamo quanti voti prende. Perché non lo fa, neh?». La Appendino, che non lo conosceva bene, lo prese sul serio. «Bella idea, quasi quasi lo faccio». Risultato: alle elezioni comunali Fassino fu battuto dalla candidata 5 Stelle. «Primo caso, chiosò Marco Travaglio, di un'Appendino che prende il posto di un attaccapanni». Persa la poltrona, Fassino ne guadagnò comunque immediatamente in popolarità, diventando una specie di mago delle cause perse, un vate all'incontrario, cassandra a sua insaputa. Infatti su Facebook, da allora, esiste un apposito gruppo che sottolinea come questa sua capacità divinatoria affondi nella notte dei tempi. «Se questo Cesare è così bravo a guadare i fiumi, tiri due dadi e varchi il Rubicone. Perché non lo fa, neh?» (Piero Fassino, 10 gennaio 49 avanti Cristo). «Se questo Marco Polo vuole esplorare l'Oriente, si metta in cammino e vediamo dove arriva. Perché non lo fa neh?» (Piero Fassino, 1270). «Se questo Robespierre pensa di abbattere la monarchia, si presenti sotto la Bastiglia e vediamo che cosa succede. Perché non lo fa, neh?» (Piero Fassino, 14 luglio 1789). «Se questo Shakespeare pensa di saper scrivere delle opere, trovi una compagnia teatrale e vediamo se qualcuno va ad assistere ai suoi spettacoli. Perché non lo fa, neh?». (Piero Fassino, 1590). «Se questo Mark Zuckerberg pensa di essere tanto bravo, crei un social network e vediamo chi si iscrive.» (Piero Fassino, 2003). Anche l'origine stessa dell'universo, in qualche modo, è ascrivibile all'ormai mitologico personaggio politico: «Se questo Big bang crede di essere così esplosivo, che scoppi e poi vediamo se ne viene fuori qualcosa» (Piero Fassino, 15 miliardi di anni fa). Ora le universalmente riconosciute capacità divinatorie dell'ex segretario dei Ds si sono abbattute, per l'appunto, sulla nazionale tedesca. La cui forza, sempre secondo il profeta Fassino, non poggiava su buoni centravanti o arcigni difensori, di cui in effetti si è dimostrata piuttosto povera. Ma sullo ius soli. Proprio così: «Una delle cose che ha favorito il rinnovo del calcio tedesco è stata la legge sullo ius soli», ha sentenziato a novembre il vate Piero, dando così dimostrazione, non solo delle sue sopraffine conoscenze calcistiche, ma anche della sua capacità di mettersi in sintonia con il Paese. «Se l'Africa vuole venire in Italia, ci provi e vediamo se ci riesce, neh?», pare abbia detto una volta il nostro eroe. Il quale, peraltro, è da sempre notoriamente vicino agli immigrati. Come se gli immigrati non avessero già abbastanza sfighe per conto loro. Il multiculturalismo applicato al football, d'altra parte, è un'arma pericolosa: se la Germania vinceva in virtù dello ius soli, adesso si può dire che è in virtù dello ius soli che s'è presa questa storica bastonata? Cioè è Ius Soli che ha giocato male? E in che ruolo giocava? Terzino? Stopper? Centravanti? Ha sbagliato il passaggio? Non ha fatto gol? E perché non l'hanno sostituito? Per altro, se la forza di una nazionale fosse davvero determinata dal numero di rifugiati, la finale mondiale sarebbe probabilmente Stati Uniti-Giordania, le quali invece inspiegabilmente non si sono nemmeno qualificate. Urge rapidamente profezia di Fassino: «La Giordania? Provi a fare una squadra di calcio e partecipare ai mondiali, vediamo che cosa succede, neh?». Noi siamo pronti a scommettere sul risultato clamoroso. Potremmo diventare ricchi. Nel frattempo, il vate Piero non potrebbe elogiare un po' le virtù della Francia? A pensarci, infatti, Fassino potrebbe tornare assai utile. Se lo conosci, anziché evitarlo, lo puoi sfruttare per questa sua dote straordinaria e unica al mondo. Per esempio, visto che attualmente non ci sembra particolarmente occupato, gli potremmo chiedere di mettersi a disposizione del Paese con alcune uscite studiate all'abbisogna. Tipo: «L'Alitalia vuole tornare in utile e diventare una grande compagnia internazionale? Ci provi, se ci riesce e vediamo che cosa succede, neh?». Oppure: «La Salerno-Reggio Calabria vuole essere completata? Ci provi, se ci riesce e vediamo che cosa succede, neh?». Oppure anche: «La Raggi vuole coprire le buche di Roma? Ci provi, se ci riesce e vediamo che cosa succede, neh?». A me pare un'idea intelligente: con la collaborazione del profeta Fassino tutte le imprese, anche quelle che sembrano impossibili, sono alla portata di mano. Ogni sogno è realizzabile. È meglio della fata Turchina, della lampada di Aladino, vale tre volte Maga Magò. A proposito, caro Piero, anch'io avrei bisogno di un aiuto. Potresti, per cortesia, mandarmi un sms con scritto: «Mario, se proprio vuoi uscire con Belen, invitala a cena e vediamo cosa succede, neh?». Io comincio a prenotare il ristorante.
        Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)
    
Contratti in stallo dopo la decisione della Corte dei Conti. Salvini deciso: «Replicheremo alle motivazioni, l’opera si fa».
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Marcello Degni ha rinverdito i suoi post social contro l’esecutivo, difendendo la bocciatura del progetto del Ponte sullo Stretto e invitando a votare «no» al referendum sulla riforma Nordio. La collega Franchi è stata consulente di Bellanova e Patuanelli.
        Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni (Ansa)
    
Sulla sentenza con cui la Corte dei Conti ha bocciato il Ponte sullo Stretto ci sono le impronte digitali di quella parte della magistratura che si oppone a qualsiasi riforma, in particolare a quella della giustizia, ma anche a quella che coinvolge proprio i giudici contabili.






