Fantozzi torna nei cinema. La maschera di Villaggio è ormai diventata un classico

Fantozzi torna nei cinema. La maschera di Villaggio è ormai diventata un classico
  • Per i 50 anni dalla prima proiezione, la pellicola capostipite della saga di nuovo in sala il 27 marzo. Dalla signorina Silvani a Filini, da Calboni al cinefilo Riccardelli: alcuni personaggi sono eterni.
  • Gli italiani dovrebbero odiarlo e invece lo amano, come se non li riguardasse. Eppure lo sappiamo che mostra il peggio di noi. Si salvano solo i megadirettori: hanno potere e non possono far altro che usarlo per opprimere.
  • L’attore ed erede Gianni Fantoni: «Paolo era geloso del suo Ugo, ha messo nero su bianco che potevo interpretarlo solo io. In Russia è amato. Lo porto a teatro ma in un universo parallelo».

Lo speciale contiene tre articoli.

Al produttore di Ford 4 milioni: un film girato
Giuseppe Conte e Dario Franceschini (Ansa)
  • La Coevolution di Roma ha incassato 13 finanziamenti pubblici per 12 film tra il 2022 e il 2024, ma uno solo di questi è stato davvero girato. E prima ancora durante la pandemia con il governo giallorosso il sistema ha disertato tutti i controlli.
  • Il presunto autore delle musiche di «Stelle della notte» di Rexal Ford nega di averci mai lavorato.

Lo speciale contiene due articoli.

L’allegro bancomat dei film targati Pd
Dario Franceschini (Imagoeconomica)

L’Italia non ha finanziato solo progetti che nessuno vede, ma anche finti registi come il killer di Villa Pamphili. Il pentolone ora è stato scoperchiato, ma i dem rigirano la frittata. Accusano il governo e nascondono la vera causa: il sistema Franceschini.

Sotto la Pergola non ci sono più soldi. Dem colpevoli, ma fanno la commedia
Stefano Massini (Ansa)
Il teatro fiorentino rischia di perdere la qualifica «nazionale». Il direttore artistico Massini, sindaco e stampa progressista se la prendono coi «fascisti» al governo. La realtà è fatta, però, di spese pazze e cattiva gestione.
L’Ue molla un pezzo di Green deal
Ursula von der Leyen (Ansa)
Ppe e Ecr costringono la Von der Leyen a fare un passo indietro sulla direttiva che imponeva la censura alle dichiarazioni ambientali fasulle. Ribera messa all’angolo.
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