2025-11-17
Zelensky a zonzo in Europa
per chiedere i nostri soldi
Volodomyr Zelensky e Kyriakos Mitsotakis (Ansa)
Prima è stato in Grecia, oggi va a Parigi e domani in Spagna: il presidente ucraino ha la faccia tosta di pretendere gas, fondi e aerei dopo che i suoi hanno sperperato svariati miliardi per farsi i water d’oro.Non indossa il saio del pentimento anche se assomiglia sempre più a Fra Galdino impegnato in una questua perenne. È Volodymyr Zelensky che ieri è andato in Grecia, oggi sarà a Parigi e domani in Spagna a chiedere soldi, energia e armi. Come il frate cercatore del Manzoni dice: noi siam come il mare che riceve acqua da tutte le parti e la torna a distribuire ai fiumi. Solo che i suoi fiumi sono gli oligarchi e gli amici dello stesso Zelensky, che si sono spartiti tangenti miliardarie mentre gli ucraini continuano a morire di guerra e di freddo. Lo scandalo sulla corruzione – che l’Europa conosceva dal 2021 attraverso una denuncia della sua Corte dei conti, ma che Ursula von der Leyen ha scelto di ignorare – non si placa e il presidente ucraino, mentre va in giro a fare la questua, ha annunciato profonde modifiche negli assetti istituzionali a cominciare da un radicale cambiamento della e nella Commissione per l’energia e ai vertici delle aziende di Stato, che ha chiesto al governo di presentare con urgenza alla Verkovna Rada, il Parlamento.Non indossa il saio del pentimento anche se assomiglia sempre più a Fra Galdino impegnato in una questua perenne. È Volodymyr Zelensky che ieri è andato in Grecia, oggi sarà a Parigi e domani in Spagna a chiedere soldi, energia e armi. Come il frate cercatore del Manzoni dice: noi siam come il mare che riceve acqua da tutte le parti e la torna a distribuire ai fiumi. Solo che i suoi fiumi sono gli oligarchi e gli amici dello stesso Zelensky, che si sono spartiti tangenti miliardarie mentre gli ucraini continuano a morire di guerra e di freddo. Lo scandalo sulla corruzione – che l’Europa conosceva dal 2021 attraverso una denuncia della sua Corte dei conti, ma che Ursula von der Leyen ha scelto di ignorare – non si placa e il presidente ucraino, mentre va in giro a fare la questua, ha annunciato profonde modifiche negli assetti istituzionali a cominciare da un radicale cambiamento della e nella Commissione per l’energia e ai vertici delle aziende di Stato, che ha chiesto al governo di presentare con urgenza alla Verkovna Rada, il Parlamento. Proprio il gas è andato a chiedere in prestito ad Atene. Prima di partire da Kiev - dove ieri sono risuonati altri allarmi aerei; i russi bombardano anche Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk mentre gli ucraini hanno colpito la strada tra Selydove e Pokrovsk nel tentativo di fermare l’avanzata delle truppe di Vladimir Putin e hanno colpito alcune case a Volgograd, causando tre feriti, col governatore Andrey Bocharov che ha ammesso un massiccio attacco di droni – Volodymyr Zelensky ha affidato a X questo messaggio: «Diplomazia fruttuosa in vista. Domenica – visita in Grecia e importante accordo sulle importazioni di gas naturale. Lunedì – accordo storico con la Francia a Parigi per rafforzare la nostra aviazione da combattimento e la difesa aerea. Martedì – colloqui in Spagna sul rafforzamento della nostra difesa aerea e iniziative con i partner». Nonostante sia inseguito dall’ombra dell’operazione Midas – si chiama così la maxi inchiesta sul malaffare coordinata dalla Nabu (l’Ufficio nazionale anticorruzione) e dalla Procura speciale Sapu, che in estate il presidente voleva depotenziare e mettere ai suoi ordini, ma fu stoppato dalla rivolta di piazza – Volodymyr Zelensky in Grecia ha strappato un accordo di fornitura di gas da Atene per due miliardi di euro, che partirà a gennaio. Kiev ha bisogno di quel gas perché non importa più dalla Polonia. I soldi per pagare i greci arrivano di nuovo dall’Europa; tre giorni fa la Naftogaz, la compagnia nazionale coinvolta nell’inchiesta Midas, ha ottenuto 127 milioni di euro dalla Banca europea per lo sviluppo e ne avrà altri 300. Oggi a Parigi con Emanuel Macron l’Ucraina firmerà un accordo di fornitura per la difesa aerea: «È quello che ci serve adesso» ha detto Zelensky. Domani in Spagna a Pedro Sánchez strapperà sostegni economici e militari. Il presidente ucraino però in questo tour europeo ha evitato Berlino. Friederich Merz – il cancelliere tedesco – gli ha espressamente chiesto di fermare le diserzioni e spiegare le tangenti, anche se tre giorni fa il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius ha annunciato che Berlino comprerà altre armi dagli Usa per girarle a Kiev. Ha riunito anche il gruppo dei cinque (Polonia, Italia, Francia e Regno Unito) che però non è andato oltre una generica promessa di continuare negli aiuti. Zelensky non va neppure a Bruxelles perché l’imbarazzo si taglia col coltello anche se l’Alta rappresentante per la politica estera Kaja Kallas sabato a Roma ha di nuovo suonato la chiamata alle armi dell’Ue: «La verità è che se si inizia a investire nella difesa quando ne abbiamo veramente bisogno, è già troppo tardi, e lo è anche oggi. Se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra». Pina Picerno – vicepresidente dell’Eurocamera e oppositrice di Elly Schlein nel Pd – in aperta polemica con Matteo Salvini ha tuonato: «Chi utilizza episodi di corruzione per tessere la tela del disimpegno va isolato perché si dimostra più sensibile agli interessi del Cremlino che a quelli nazionali: l’Italia ribadisca il suo incondizionato sostegno all’Ucraina». Le ha fatto eco da Berlino, dov’è in visita, Sergio Mattarella: «La guerra di aggressione è un crimine. Oggi oltre il 90% delle vittime dei conflitti è tra i civili. Questo non può rimanere ignorato e impunito». All’Angelus papa Leone XIV ha affermato: «Seguo con dolore le notizie degli attacchi che continuano a colpire numerose città ucraine, compresa Kiev. Essi causano vittime e feriti, tra cui anche bambini, e ingenti danni alle infrastrutture civili lasciando le famiglie senza casa mentre il freddo avanza. Non possiamo abituarci alla guerra e alla distruzione. Preghiamo insieme per una pace giusta e stabile nella martoriata Ucraina». C’è il rischio invece che restino impuniti i signori delle tangenti a Kiev. L’ex amministratore delegato di Ukrenergo, la società atomica di Stato, Volodymyr Kudrytskyi, cacciato da Zelensky e messo sotto accusa un anno fa, si è «vendicato». In una intervista al Kyiv Independent lancia pesanti accuse al presidente ucraino: «Zelensky ha cercato di proteggere i funzionari corrotti fedeli a lui, come German Galushchenko e ora la Nabu arresterà come filorussi tutti coloro i quali possono dire la verità sulla corruzione». Tra questi c’è di sicuro Oleksiy Chernyshov, l’ex vice-premier di cui la Nabu chiede l’arresto. Sarebbe il titolare della «lavanderia», l’appartamento in via Hrushevskoho a Kiev dove si spartivano le mazzette. Volodymyr Zelensky, che ha promesso pulizia, intanto continua la questua.
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